Il 16 settembre l’evento internazionale a cui ha aderito anche Nettuno
Giornata della pulizia dei litorali
Unisciti a noi per celebrare l’International Coastal Clean-up Day! Secondo le stime, ogni anno finiscono nelle acque marine dai 4,8 ai 12,7 milioni di tonnellate di rifiuti plastici.
Per contrastare questo fenomeno, il terzo sabato di settembre (che quest’anno cade il 16), si celebra l’International Coastal Clean-up Day (la Giornata Internazionale della Pulizia dei Litorali).
In merito a questa importante iniziativa, il Comune di Nettuno richiede l’adesione per la partecipazione ad un evento di pulizia delle spiagge del territorio.
Partecipare è facile! L’adesione deve essere effettuata entro il 31 agosto tramite mail all’indirizzo ufficio.igieneambiente@comune.nettuno.roma.it, o contattando il Settore Ambiente al seguente numero: +0698889429
A seguito della data di scadenza e se verrà raggiunto un numero minimo di partecipanti, saranno date maggiori informazioni sull’orario e il luogo.
Ogni pezzetto di plastica che raccogliamo, ogni rifiuto che rimuoviamo, contribuisce a creare un ambiente più pulito e sano per tutti noi e per le future generazioni.
Condividi questa iniziativa con amici e familiari e invitali a partecipare
#InternationalCoastalCleanupDay
Ambiente Nettuno
Bambini sempre ultimi
Daniele Novara, “I bambini sono sempre gli ultimi. Come le istituzioni si stanno dimenticando del nostro futuro”, Edizioni BUR, Milano 2020, Euro 16.00.
Il pieno affermarsi della borghesia, più di quattro secoli fa, e la rivoluzione industriale duecento anni dopo, si contraddistinguevano per aver dato centralità all’infanzia scoprendola in quanto tale, con le sue peculiarità, necessità, caratteristiche e bisogni e non più come breve, contingente e del tutto transitorio periodo di passaggio prima dell’inserimento alla vita adulta. La borghesia dava così vita a quella che alcuni studiosi, molti decenni dopo, avrebbero definito “la costruzione sociale dell’infanzia”, che è andata avanti nel corso dei secoli, facendosi sempre più attenta, più comprensiva, più raffinata: giocattoli, scuole sempre più professionalmente qualificate, studi e corsi di laurea in materia di psicologia infantile e di pedagogia, camerette studiate apposta per i bambini, abbigliamento, editorialistica, poi i programmi televisivi ecc ecc. Però, sostiene –forse a ragione- l’autore di questo volume, da una ventina d’anni o poco più il bambino ha perso la sua centralità sia nell’immaginario collettivo sia per quanto riguarda gli interessi delle istituzioni.
Non so dire se in questa affermazione ci sia almeno una parte di verità, a me personalmente, sembra che i bambini siano sempre meno destinatari di politiche finalizzate (probabilmente l’ultimo interessamento istituzionale-legislativi, specificatamente a loro destinato è stata la legge 285 del 1997: una legge adeguata, ma che poi nel giro di pochissimi anni ha perso la sua carica innovativa e operativa). La figura del bambino è semmai al centro degli interessi strumentali di tipo mediatico e pubblicitario, e questo non è un reale e virtuoso interesse. Va anche detto che i bambini, in Italia e a livello planetario, sono i più colpiti da quelli che sono gli effetti delle diseguaglianze e delle povertà. E poi la pandemia ha fatto il resto, cancellando le più elementari esigenze dei bambini (e dei ragazzi); sembrano essere quasi dimenticati se non in relazione a provvedimenti riguardanti la scuola e l’insegnamento: distanziamento, didattica a distanza o in presenza, tipo di banchi, orari, chiusura delle scuole o aperture… Costretti a cambiare vita, giochi, attività sportive annullate, ristretti percorsi identitari e di crescita differiti, bloccati nelle case dai tablet, computer, telefonini (i più fortunati), incertezze, paure ecc.; si è parlato di loro ma non nella loro realtà di bambini, nella loro autonomia e specificità, ma sempre in relazione alla scuola o all’apertura (o meno) delle palestre e attività didattiche. Si sono fatti provvedimenti per l’uscita dei cani a passeggio, ma non mi sembra ci siano stati specificatamente per i bambini per le loro esigenze di imparare, apprendere, muoversi, esprimere.
Secondo D. Novara (pedagogista, docente al Master di Formazione interculturale, fondatore del Centro Psicopedagogico per la gestione dei conflitti) occorre ripartire proprio dai bambini e dalla loro innata creatività, che raggiunge l’acme nell’età della latenza, cioè fra i 6 e i 12 anni. Dare spazio alla loro emotività e alle loro esigenze espressivo-creative attraverso la produzione segnico-artistica. Produzione che, secondo Novara -facendo sua la lezione dell’educatore-artista franco tedesco Arno Stern- non riguarda tanto l’arte come prodotto finale e come azione compiuta da valutarsi attraverso i consueti canoni estetici, ma come opera nel suo farsi, dalla traccia che precede lo svolgimento, inteso questo come procedimento dinamico, attraverso l’uso fantasioso ed estemporaneo dei colori, delle tecniche ideate lì per lì, degli argomenti scelti di volta in volta per la rappresentazione ecc.
Giuseppe Chitarrini