Invito alla petizione online del Partito Democratico
Salario minimo
La fissazione di un salario minimo è una battaglia di civiltà, in un paese come il nostro dove i giovani, e non solo loro, vengono spesso sottopagati e sfruttati. Spesso si sottovaluta che questi scarsi stipendi, anche se solo ad inizio carriera, anche se poi spesso durano molto più a lungo, incidono in modo decisivo, non solo sul tenore di vita attuale, ma anche su quelle che saranno le pensioni future dei nostri figli. Un recente studio ha infatti calcolato che le future generazioni andranno in pensione a 74 anni con circa 1000 euro al mese.
Noi abbiamo l’obbligo morale di pensare al loro presente, per consentirgli di avere una indipendenza ma anche al loro futuro, per evitare di fare una generazione di futuri poveri.
Inoltre il salario minimo, cosa per altro presente nella stragrande maggioranza dei paesi europei, servirà a combattere altre storture del mondo del lavoro, come i contratti pirata, quelli che sostanzialmente legalizzano gli stipendi da fame, ad arginare le imprese fantasma e le false cooperative ed infine, cosa non di poco conto, a contrastare le esternalizzazioni, con le quali le aziende, per non assumere, affidano interi settori produttivi ad imprese interinali, di fatto consentendo che nella stessa fabbrica ci siano differenze stipendiali considerevoli ed enormi differenze di tutele tra lavoratori che lavorano fianco a fianco. La proposta del salario minimo ha poi effetti anche sul lavoro parasubordinato (collaborazioni e gestione separata) e su tanti autonomi.
Come appare evidente, il tentativo delle destre di cancellare la proposta o comunque di provare a rimandarla alle calende greche, è l’ennesima dimostrazione della volontà di questo governo di tutelare chi sfrutta i lavoratori e non di certo di ampliare i diritti di questi ultimi.
Per questi motivi le opposizioni, tra le quali il Partito Democratico, invitano a firmare la petizione online all’indirizzo salariominimosubito.it perché d’ora in poi non si possa più pagare un lavoratore meno si 9 euro l’ora, come purtroppo accade ad oltre 3 milioni di nostri concittadini.
Roberto Alicandri
Mancano notizie sull’attività dell’amministrazione comunale di Anzio
Carenza di senso civico
La calura estiva ha accompagnato un altro tutto esaurito ad Anzio, un toccasana per il commercio e per le strutture turistiche. Considerando la carenza di strutture alberghiere adatte ai grandi numeri si tratta in gran parte di un turismo stanziale perché basato sull’utilizzo della seconda casa, turismo che ha rapporti diretti con l’amministrazione comunale se non altro per ragioni di contribuzione fiscale. Per coloro che invece vivono la realtà quotidiana in Anzio la massa di turisti viene sempre percepita un po’ come la calata dei barbari per l’esuberanza con cui giustificatamente alcuni degli abitanti estivi interpretano la loro presenza sul territorio. Eppure nomi illustri e persone famose utilizzano la loro casa al mare nei mesi estivi e danno prestigio e lavoro alla ristorazione, al commercio,alle tante impresette di manutenzione ed ai vivai locali. Molti sono vicini di casa di residenti e con loro intrattengono rapporti spesso amicali. Dopo il drammatico servizio, ripetuto dalla Sette in tre diverse serate,sulla malavita ad Anzio i villeggianti hanno cercato di sapere di più da quelli che ad Anzio passano tutto l’anno e anche quelli, come il sottoscritto, che si ritengono abbastanza informati, non hanno saputo e non sanno dare informazioni esaurienti. Che sta succedendo nel comune di Anzio? Non è chiaro in termini di gestione dei problemi almeno non è chiaro alla gente impegnata a livello di servizio sociale alla difesa del territorio e figuriamoci come possa essere chiaro ai pendolari che di Anzio vedono la spiaggia e poco di più. E’ invalsa una brutta abitudine in ambito comunale e cioè quella di ignorare le richieste dei cittadini. Un servizio che certamente interessa tutti gli abitanti è quello della raccolta dei rifiuti. Dopo il drammatico periodo Camassa si sperava di poter finalmente avere un Comune pulito, con i servizi ambientali operanti ed efficaci. Non è cosi. Ho inviato una pec con una serie di quesiti relativi alle carenze nella gestione, ma non miè stata data risposta. Abbiamo dovuto sollecitarne il riscontro con la formalità dell’accesso agli atti per ottenere una risposta del tutto insufficiente ed approssimativa che abbiamo successivamente ma inutilmente contestata. Parlare con un dirigente del Comune di Anzio è più difficile che avere un udienza privata col Santo Padre. Infine si tratta di dare risposte a diritti sacrosanti di un’utenza che contribuisce al servizio. Già, questa è un’altra nota dolente: a pagare la TARI ad Anzio sono poco più di un abitante su due, fatto gravissimo di cui non si conoscono i provvedimenti atti a risolverlo.
Ma non è stata comunicata la disponibilità al ricambio dei vecchi mastelli ormai del tutto inutilizzabili o già sostituiti con altri non adatti al servizio. A richieste dirette per ottenere la loro sostituzione non c’è riscontro. Non si ha notizia delle compostiere la cui distribuzione è stata sollecitata dal Comitato per la Difesa del Territorio che sta portando avanti un progetto di compostaggio domestico, come non si ha notizia dei provvedimenti di attuazione del regolamento che prevede la riduzione della TARI per chi pratica il compostaggio domestico. Non si sa che fine abbiano fatto le due isole ecologiche previste sulle vie provinciali Ardeatina e Nettunense per captare i rifiuti dei visitatori che rientrano nella capitale.
Ma non si ha nemmeno notizia di manutenzione di alcuni marciapiedi che restano infestati di vegetazione e della manutenzione di caditoie stradali e non si apprezza nella strade quella pulizia che il contratto dovrebbe garantire. Nemmeno a parlare di tariffa puntuale o di progetto di compostaggio di zona che pure sono previsti nel contratto che il Comune di Anzio ha stipulato con la ditta AET. Ma a parte le richieste di chiarimenti che non hanno trovato risposta soddisfacente il Dirigente conferma nella sua risposta che il 43% degli utenti di Anzio non pagano la TARI denunciando una gestione fallimentare inaccettabile.
La risposta inviata al dirigente cosi conclude “Appare evidente che ad una gestione non soddisfacente non si fa fronte con la riluttanza a fornire i chiarimenti ai cittadini utenti, come il Suo Ufficio è uso fare; come appare evidente che non si sta provvedendo a quell’azione professionalmente risoluta che si ritiene indispensabile dopo anni di gestione disastrosa. Continuare a rincorrere gli “incivili” per raccogliere i rifiuti che essi abbandonano in strada significa essere incapaci di intercettarli, prima che lo facciano, presso le loro abitazioni; cosa abbastanza agevole visto che un buona parte di essi si identificano con chi non paga la TARI e trovare chi non paga la TARI è facile, basta volerlo. Credere di debellare il fenomeno con metodi coercitivi a valle e con le videocamere significa non avere capito che si tratta di un servizio pubblico per la raccolta dei rifiuti solidi urbani. Mi aspetto e ci aspettiamo che il Suo Ufficio provveda a darci notizie e riscontri adeguati alle nostre legittime aspettative”.
Il Comune di Anzio che, secondo le decisioni formali, dovrebbe essere in corso di risanamento e quindi di riorganizzazione per renderlo più efficiente, ha perso i contatti con la realtà del territorio fino all’atteggiamento arrogante di non dare riscontri a legittime istanze. Fatto questo che denuncia carenza di senso civico che non è una caratteristica positiva per chi amministra la cosa pubblica.
Sergio Franchi
Foto di Giuseppe Ostaggio