SIMPOSIO
Giuliana Bellorini
Coordinatrice corrispondente
del salotto sede del Simposio
I GIORNI DA RICORDARE
Giorni dedicati a un evento importante per un diritto riconosciuto o un bene da salvaguardare.
20 marzo - equinozio di primavera - è “Il Giorno della Felicità”: istituita dall’ONU nel 2012 perché: «[…] la Felicità (è) lo scopo fondamentale dell’umanità […]». Il giorno dopo inizia la Primavera e i Poeti sanno che è “La Giornata Mondiale della Poesia”, giorno nel quale, noi del Simposio, festeggiamo il nostro compleanno: quest’anno sono 20! In pochissimi sono informati che è anche la “Giornata Mondiale della Pace interiore”. Pochi, che è il “Giorno per ricordare l’eliminazione della discriminazione razziale” e la “Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie”, ma è anche il giorno dedicato alla sensibilizzazione e alla conoscenza della “Sindrome di Down”.
Con il risveglio della Primavera, il 21 marzo è anche dedicato alle Foreste. Si pianteranno molti alberi, con l'intento di lasciare un'aria sana per coloro che verranno dopo di noi. Il giorno successivo, il 22 marzo, sarà “La Giornata Mondiale dell’Acqua” istituita dalle Nazioni Unite nel 1993: «[…] volta a celebrare l’acqua come bene essenziale per il nostro pianeta […]». E si arriverà, fra poco, anche alla giornata dedicata a Madre Terra, la madre di tutte le madri, che raccoglie il senso più vasto del nostro percorso di ricordi, salvaguardie e commemorazioni. Dovremmo pensare a lei ogni giorno ed in ogni nostra azione. Perché ci accoglie tutti, ci sfama, ci nutre, mette a disposizione ogni suo bene prezioso, nonostante le tante sofferenze che le infliggiamo e l'uso indiscriminato di risorse (che non saranno inesauribili). Perché di lei dovremmo, invece, prendercene cura, la dovremmo custodire e amare, proprio come si amerebbe una madre.
Giuliana
LE MONTAGNE SOFFRONO
anche il Monte Rosa piange
di Ornella Ferrari Pavesi
4634 metri di roccia che si innalza verso il cielo, questo è il Monte Rosa: un vecchio gigante imbiancato da nevai consolidati da numerosi ghiacciai che, a causa dei cambiamenti climatici, stanno piangendo lacrime che li sta prosciugando di anno in anno. Su una delle sommità, la capanna Margherita a 4559 mt. è il rifugio più alto d’Europa.
Fino a quando sarà la custode delle nevi perenni? Il versante valsesiano, privilegiato da un sole inesorabile e alieni venti caldi, espone le rughe dei seracchi, un tempo brillanti come diamanti azzurrini, allo spettacolo di un manto di terrose sfumature. Nel mese in cui i fianchi delle montagne dovrebbero essere striate d’argento, il gocciolio prematuro del disgelo alimenta l’asfittico Sesia con lacrime precoci che riescono solo in parte ad alimentare degnamente il suo letto.
Ai primi di febbraio un sole primaverile prevarica le nuvole in un cielo di pervinca contro cui si stagliano i crinali in linee nette e scure, mentre a valle sbocciano timide primule tra cui si intrufolano ali trasparenti.
I prati dovrebbero essere ricoperti ancora di neve, invece solo poche chiazze punteggiano croste di terra dove tenta di crescere qualche filo d’erba subito abbattuto dal caldo anomalo.
Il Monte Rosa domina su tutta la valle che non riesce più a dissetare perché le sue lacrime si stanno prosciugando e non sono più in grado di calmare l’arsura delle sue pendici.
Tutta la natura subisce la sconfitta del Grande Vecchio che fu salvifico fino a pochi anni fa quando il ghiacciaio gonfiava le acque del fiume perché il clima obbediva al ciclo naturale delle stagioni e tutto si rigenerava a beneficio della flora, della fauna e dei valligiani. Ora i pastori scrutano preoccupati i pascoli sperando che il verde tenero dell’erba sia ancora in grado di sfamare le mucche e le greggi.
Il Grande Vecchio su cui discepoli silenziosi hanno speso fatica e sudore, e ancora percorrono le sue pendici brunastre, sta morendo di tristezza.
Una tristezza che cola inesorabile dal gelo delle sue viscere, togliendo linfa e nutrimento alla vita che di esso si è nutrita per secoli.
Guardo il mio Monte e piango con lui l’ineluttabilità del suo destino, del nostro destino, domandandomi quale sciagurato sentimento ha spinto l’umanità a sfidare la natura pensando di esserle superiore.
Che arroganza, quale ignoranza, che imprevidenza, che cecità, quale ingordigia di arraffare il tutto per ritrovarsi poi con niente!
Sento cinguettii corali e richiami d’amore per nidi precoci, ingannati da un sole bugiardo e infido che destabilizza il loro istinto cullato dal triste gorgoglio del fiume. Quasi un’agonia.
Isole di sassoni accumulati da una piena disastrosa di tre primavere fa, spuntano dal suo letto formando sporadiche pozze in cui nuotano le trote, regine di un territorio che si va sempre più riducendo.
Sono pozze di lacrime in cui si specchia un cielo terso, di un azzurro talmente intenso da risultare improbabile in questo inizio di febbraio del 2023, nudo di neve e di speranza.
A sera il Monte Rosa manda la sua ombra sulla valle, scura come le sue pareti corrugate da profondi solchi.
Domenica 19 marzo - ore 16.30
Simposio in via Venezia 19 - Lido di Cincinnato - Anzio
PATAGONIA:
La Porta dell’estremo Sud
del Mondo
L’architetto Renzo Mastracci, appassionato ed esperto osservatore della Natura, ritorna al Simposio con i suoi appunti di Wild-Life watching a mostrare - questa volta in un suo video - i paesaggi della Patagonia argentino-cilena, nel profondo Emisfero Australe del Continente americano.
Dalla Patagonia argentina del Parco Nazionale de Los Glaciares, con i suoi aguzzi picchi di granito del Cerro Torre (3128 m.) e del FitzRoy (3405 m.), e del ghiacciaio Petito Moreno (di 30 km, il più esteso al mondo), ci farà attraversare ventose pianure e boschi di falsi faggi, incontrare guanachi, per poi portarci oltre il confine con il Cile nella rigogliosa natura del Parco Naturale Torres del Paine.
Qui, nel parco considerato il più bello del Sud America, percorreremo con lui, da Est a Ovest, l’itinerario escursionistico di trekking chiamato W-TREK (di 80 km, in 4-5 giorni, con soggiorni in rifugi o camping).
In questo angolo di paradiso naturale, i protagonisti principali sono le cime (famose le tre aguzze Torri del Paine di granito che danno nome al parco, oltre al Massiccio del Paine), i laghi, i ghiacciai (si ergerà al termine dell’itinerario il Grey Glacier), che si possono ammirare dai sentieri di varia lunghezza e difficoltà, nel contorno di verdi vallate.
Arch. Renzo Mastracci - www.renzomastracci.com