Il Comune di Anzio vuole dare risposta ad un quesito che molti cittadini si pongono da anni
Di chi sono le strade di Lavinio Mare?
E’ un quesito che il sottoscritto si pone da anni e che non ha mai avuto una risposta definitiva. Sono decenni che molti cittadini di Lavinio polemizzano apertamente, anche a colpi di carte bollate, col Consorzio di Lavinio; c’è chi ne ha messo in discussione la legalità ed il suo diritto ad esistere ma è stato tutto inutile e tutti i tentativi sono falliti miseramente. Comitati e gruppi dissenzienti si sono cimentati negli anni in questa dispendiosa attività, ma non sono riusciti a mettere la parola fine ad un ente che, nato per gestire le lottizzazioni degli anni 60, ha raggiunto, da molto tempo, molti dei suoi fini istituzionali ma, ma che secondo le norme statutarie, “…ha un durata indeterminata. Esso tuttavia potrà essere sciolto quando, constatato che gli scopi sopra specificati possono essere assolti da altri enti, ciò venga deliberato dall’Assemblea Generale”. Perché l’Assemblea Generale possa deliberare lo scioglimento del Consorzio la mozione dovrebbe essere votata da qualche migliaio di consorziati.
Stralcio dall’assemblea tenutasi l’8 maggio 2022 “l’Assemblea è stata regolarmente convocata mediante affissioni di manifesti sul territorio, all’Albo Pretorio del Comune di Anzio, nonchè pubblicazione di avviso sul quotidiano “Il Messaggero” del 24 aprile 2022; - che l’Assemblea trovasi in seconda convocazione essendo la prima, indetta per il giorno 7 maggio 2022, andata deserta, come da verbale in atti del Consorzio; - che del Consiglio di Amministrazione oltre ad esso Presidente, sono presenti i Consiglieri Mauro Vari, Giusti Lorenzo e Guerrisi Concetto; - che dei Revisori dei Conti nessuno è intervenuto; - che sono presenti, in proprio o per deleghe in atti del Consorzio, numero ventinove consorziati, come da foglio di presenza che consegnatomi dal comparente si allega sotto la lettera “A”; - che alla presente Assemblea per conto dell’Amministrazione Comunale nessuno è intervenuto. Dichiara quindi validamente costituita l’Assemblea ed idonea a deliberare”Non so quanti siano stati i consorziati che hanno partecipato a voto ma che la partecipazione dei soci sia estremamente bassa, o meglio tutt’altro che significativa, è un fatto e ciò non depone in favore di una discussione pacata e costruttiva necessaria per prendere decisioni utili alla comunità. Che le reti relative alle utenze siano da anni sotto la responsabilità degli enti di gestione è indiscutibile come è indiscutibile che, da anni, il Consorzio continua a fare la manutenzione stradale nell’assunto che le strade siano di proprietà consortile in quanto “strade vicinali”, asservite alla lottizzazione. Che il Consorzio di Lavinio abbia realizzato e gestisca un piccolo parco giochi per bambini e lo faccia con successo è fuori dubbio come è opinione condivisa che lo stato di manutenzione delle strade consortili sia migliore di quello delle strade “comunali”. La principale motivazione su cui si basano le tesi dei dissenzienti resta peròquella per cui le strade consortili sono aperte al traffico pubblico, sono soggette a tutte le normative comunali ed hanno assolto alla funzione di strutture “vicinali” o “interpoderali”: esse sono quindi strade comunali, quindi non consortili e quindi non private. Che questo quesito sia ben fondato lo dichiara la Commissione Straordinaria del Comune di Anzio che, con decisione n 57 del 15 maggio 2024 “Delibera di avviare le attività di ricognizione e verifica delle strade comunali ai fini della successiva classificazione ai sensi dell’art. 2 del D.Lgs. n. 285/1992 e successive modifiche ed integrazioni e alle direttive emanate dal Ministero Lavori Pubblici con D.M. 12.4.1995, con conseguente aggiornamento del Piano Catastale approvato con Deliberazione di C.C. n. 561 del 18/04/1983; 3. di Stabilire, per le ragioni specificate in premessa, di procedere con carattere di priorità nelle attività ricognitorie delle strade ricadenti all’interno dell’area di competenza del Consorzio di Lavinio S. Olivo – S. Anastasio al fine di accertare il permanere delle condizioni della classificazione di strade vicinali e consortili nel presupposto legittimante la compartecipazione al Consorzio di Lavinio S. Olivo e S. Anastasio in applicazione dell’art. 3 del Decreto Luogotenziale 01/09/1918 n. 1446; 4. di Incaricare, per lo svolgimento delle procedure finalizzate alla suddetta classificazione, ciascuno per le proprie competenze, gli uffici ed i soggetti di seguito indicati: (Area 4 LL.PP. e Assetto del territorio Dirigente ing. Marco Pistelli - Servizio Lavori Pubblici e Servizio Urbanistica; - Area 5 Ambiente e Patrimonio Dirigente dott. Eugenio Monaco – Servizio Patrimonio; - Area 6 Polizia Locale e Protezione Civile Dirigente dott. Antonio Arancio; (arch. Pio Tacconi, Dirigente con posizione di comando ai sensi dell’art.145 del D.Lgs.n. 267/2000 e s.m.i. con funzioni di supporto; in collaborazione, per gli aspetti che si rendano necessari, con: Servizi Demografici Toponomastica e Sistema Topografico; Servizio Legale e Contenzioso; 5. di Trasmettere copia del presente atto ai Dirigenti indicati; 6. di Dichiarare, con separata votazione, la presente deliberazione immediatamente eseguibile ai sensi dell’art. 134, comma 4 del TUEL”.
Quei pochi cittadini, che seguono da anni l’evoluzione di una contesa che ho personalmente sempre ritenuto inutile e deleteria, potranno finalmente vedere la risposta ad un quesito a cui fin ora hanno dato risposte logiche ma non legali. Se i tecnici ed i funzionari incaricati dichiareranno che le strade e gli spazi consortili sono di proprietà comunale ne deriverà una evidente conseguenza esistenziale per il Consorzio. Sono stato personalmente coinvolto nell’attività consortile, ne sono stato Delegato e Relatore della Commissione per la revisione dello Statuto al solo scopo di cercare di modificare gli scopi originali che il tempo e l’evoluzione hanno reso obsoleti. Il mio lavoro al tempo e le cose che ho scritte negli anni non erano mai rivolte alla chiusura dell’Ente ma alla sua trasformazione in una struttura agile e moderna: un prestatore di servizi aggiuntivi sul territorio, come avviene in altri enti simili della zona, che hanno saputo rigenerarsi, come la sorveglianza, lo sviluppo turistico, le iniziative socialiecc .
Credo che il territorio “consortile” potrebbe trovare un forte giovamento da servizi dedicati ed aggiuntivi rispetto a quelli che l’amministrazione pubblica deve prestare e che gli abitanti finanziano attraverso la contribuzione fiscale. Nemmeno i miei sforzi furono coronati da successo. Ora siamo al bivio in cui si definirà se le strade, e cioè il “core business” del Consorzio, sono vicinali e quindi private o se esse sono pubbliche. Auspico che i tecnici diano una risposta rapida ed esaustiva e provvederò a chiedere un accesso agli atti per verificarne l’avanzamento. Vedremo e seguiremo con attenzione il lavoro degli incaricati e l’evoluzione degli avvenimenti e tutti i cittadini consorziati dovrebbero seguire il lavoro di coloro che sono incaricati con l’attenzione che merita.
Sergio Franchi
Le anomalie di Acqualatina e la mancanza di controllo
Acqua, ma quanto mi costi?
L’andamento climatico continua nella direzione intrapresa qualche anno fa, una forma subdola di lenta desertificazione sta cambiando i connotati agricoli del sud d’Italia e della Sicilia da cui ormai si esportano mango ed avocado. L’acqua sarà il problema da risolvere nel futuro prossimo e sarà un problema strutturale da affrontare strutturalmente. Interventi saranno necessari a livello infrastrutturale per correggere gli acquedotti colabrodo che distribuiscono acqua in Italia e la creazione di nuovi invasi si renderà indispensabile insieme ad una nuova politica di utilizzo. Nel frattempo è giungla fitta per quanto riguarda la gestione del servizio idrico a livello nazionale. Nella nostra zona Acqualatina è l’ente unico che gestisce il controllo delle acque potabili e reflue e lo fa con una modalità che definire poco efficiente è un eufemismo se è vero come è vero ciò che è accaduto in occasione di una copiosa perdita segnalata dal sottoscritto alcuni anni fa, che fu riparata dopo 29 giorni, dopo una fuoriuscita di qualche migliaio di mc di acqua. Allora stimai che per riparare una condotta per una spesa di circa 800 Euro si persero circa 6.000 Euro di acqua. Chi paga quell’acqua? Gli utenti in regola coi pagamenti delle bollette. Leggere una bolletta di Acqualatina lascia sconcertati e dopo aver chiesto chiarimenti al call center lo sconcerto permane. Ma quanto costa un mc di acqua? In teoria zero, perché l’acqua è pubblica e alla ditta che ne gestisce la distribuzione andrebbero retribuiti solo i servizi prestati. Prendo l’esempio di un bolletta reale con un consumo stimato di 18 mc nel periodo, consumo per usi domestici, importo € 121,36. Non è affatto semplice conoscere il relativo al consumo dell’acqua essendo le voci che compongono gli oneri sono: “quota fissa” € 25,30, “acquedotto” € 29,42, “fognatura” € 10,93, depurazione 42,39, piu piccole perequazioni per acquedotto, fognatura e depurazione per un ammontare appunto totale di € 121,36. Sembra che la voce che indica il prezzo dell’acqua sia “acquedotto” ed una sotto-tabellina indica un prezzo di € 1,36 al mc. Per confondere ulteriormente il quadro ho preso a titolo di comparazione un’altra bolletta di Acqualatina per lo stesso periodo di tempo e riferita ad altraabitazione; in questo caso il consumo è esattamente il doppio della prima abitazione e cioè 36 mc per un ammontare totale di € 120,24; la “quota fissa” scende a € 16,85, “acquedotto” sale a € 47,30, la “fognatura” scende a € 8,22 cosi come scende la depurazione che diventa 32,40. Il prezzo dell’elemento acqua è di € 1,12 mc. Insomma Acqualatina “vende” l’acqua, come elemento naturale a prezzi differenziati ad un prezzo medio di circa 1,24 mc di media con un prezzo complessivo per mc di € 6,72 mc, nel caso di un consumo di 18 mc e di € 3,34 nel caso in cui il consumo è di 36 mc. Dov’è la logica? Chi tutela i consumatori? Ognuno viene lasciato in balia di spiegazioni perentorie del tipo “questa è la tariffa” oppure “ogni caso è un caso a se”. Che ruolo giocano i Comuni che, sul piano statutario, hanno la maggioranza delle quote e che, oltre che gestire il teatrino delle nomine dovrebbero anche effettuare controlli a tutela dei cittadini operando innanzi tutto in modo che i prezzi siano fissati e nella loro uniformità nell’ambito dello stesso ATO. Sul piano dei diritti e dei rapporti coi cittadini Acqualatina ha uno score di gradimento, su 336 giudizi espressi, di 1,2 su 5 che equivale a dire che la qualità del servizio è a livello inferiore all’infimo. Perché i soci di maggioranza, che sono i nostri rappresentanti ,non tengono conto dello scontento generale espresso dagli utenti e non aprono una riflessione profonda allo scopo di portare il livello di gradimento a valori accettabili? Perché non viene creato, in ambito rappresentanza pubblica,un garante che assista legalmente e gratuitamente gli utentinelle dispute con la gestione di Acqualatina. Ce n’è un gran bisogno: basta leggere i giudizi espressi dagli utenti per rendersene conto.
Sergio Franchi