Vannacci continua nella lotta contro il mondo al contrario
Razzista per caso
Ho trascorso decenni della mia vita in attività presso organismi internazionali, ambienti di lavoro e relazioni sociali delle più diverse vissute con superiori dipendenti e colleghi dalle provenienze e dai comportamenti piu disparati ma non mi sono, nemmeno per un attimo, sorpreso a esprimere opinioni o a prendere decisioni che fossero legate al gender, alla religione, alla provenienza etnica, al colore della pelle o alle preferenze sessuali delle persone con cui ho passato tanto tempo. Dovevo assistere ad un paio di trasmissioni, le chiamano talk show, sulla Sette e su Rete Quattro per ritrovarmi all’improvviso razzista, sciovinista, fomentatore di odio, omofobo ed oppressore dei diritti sociali. Naturalmente si parlava, sembra che non se ne possa fare a meno, dell’On Vannacci, di cui mi trovo a condividere molte delle idee di buon senso del suo “mondo al contrario” e si accennava alla sua sospensione dal servizio per “carenza di senso di responsabilità e possibili effetti emulativi”; del tipo “supercazzola” di Tognazzi. Emulativo per chi? Per altri Generali che potrebbero scrivere libri del tipo “la Luna al contrario “ o “Marte all’inverso”.
La sospensione del Gen Vannacci ha costituito, quello si, un effetto emulativo: per quelle centinaia di migliaia di italiani che hanno scritto il suo nome sulla scheda elettorale. In un mondo in cui magistrati esprimono comportamenti e fanno dichiarazioni da scontro istituzionale e lo fanno impunemente si vorrebbe impedire ad un Generale di fare una critica di costume puntualizzandone punto per punto motivazioni e metodologia senza mai recare offesa a nessuno. Sono indecenti gli attacchi portati a Vannacci, la veemenza intrisa di odio nel condannare ogni sua battuta, anche col riferimento alla Decima Mas: bisogna dirlo a quelli del Battaglione Incursori che gridano “Decima” quando sfilano di fronte al Capo dello Stato e che, siccome quest’anno hanno avuto il divieto di farlo, allora hanno fatto cadere 10 rose rosse davanti all’Altare della Patria per ricordare il glorioso Corpo della Marina. E’ schizofrenia, è spasmodica ricerca dell’allusione, del riferimento, di qualche significato o labile critica al politically ultra-correct purchè si riesca a ricondurla alla tesi che porta al Fascismo, alla dittatura, alla limitazione dei diritti: insomma ne sono rimasto scosso e, in futuro, se in un contesto multinazionale mi inviteranno ad individuare una persona italiana, la individuerò subito in Paola Egonu. Se invece vedrò una coppia composta da un giovanotto e da una bella ragazza bionda che si baciano appassionatamente su una panchina del Pincio,griderò allo scandalo ed all’indecenza. Muovendomi in quel mondo al contrario che ha reso famoso l’ex comandante della Folgore.
Quello che non vuole essere compreso è che il Signor Vannacci, un po’ scrittore della domenica e un po’ castigatore di costumi, che voleva solo scrivere una lista di cose di buon senso e magari condividerla con qualche decina tra familiari e colleghi è stato trasformato, dalla stupidità dei suoi detrattori, nell’oracolo del politically incorrect; perché la gente è stanca di un linguaggio costruito ad arte e di sigle arzigogolate per definire categorie e rivendicare diritti appiccicati con lo sputo alla logica delle cose. Come la tanto dibattuta proposta di legge Zan che pretende un’aggravante per i reati commessi contro gli omosessuali, l’insegnamento della omofilia nelle scuole ecc..come se offendere un omosessuale sia piu grave che offendere un vecchio, un prete o un ebreo. La legge prevede già l’aggravante per futili motivi che copre ogni offesa portata senza ragione plausibile; volerne una ad hoc per una specifica categoria denota già di per se un’anomalia nel voler separare quella categoria dal resto del contesto sociale di cui fa parte di diritto. Se rivendicare il diritto alla propria identità storico-culturale disturba una certa intellighenzia coltivata nei centri sociali ed in certi ambienti letterari che vi voglionoper forza vedere rivendicazioni antropologiche mai rivendicate, molti italiani se ne stanno facendo una ragione. Se non può esistere il termine normalità, riferito a condizioni enormemente prevalenti oppure a comportamenti che sono assegnati dalla natura, non dal Gen Vannacci, perché esso viene inteso come discriminatorio, molti italiani ne hanno le tasche piene.
Se la forma, l’apparenza, la definizione ideologica, prendono il posto della sostanza e se la terminologia diventa strumento di vuota rivendicazione di categorie create ad arte per inventare nuovi diritti da rivendicare, la gente è stanca di artifizi e vuole genuinità e naturalità. Se è un diritto affittare, a caro prezzo, il corpo di una donna per farvi crescere un essere umano col seme di un altro ed acquisirlo come proprio, molte persone non lo ritengono un diritto ma un’aberrazione e non intendono tollerarlo. Se non si può rivendicare il concetto di famiglia tradizionale perché contrasta con chi ritiene che i genitori si chiamino “uno” e “due”, molti italiani sono stufi di idiozie anti-naturali. Il mondo di Vannacci, l’elencazione delle cose “al contrario” è solo una spallata all’ipocrisia strumentale di una politica che ha perso il contatto con la gente e con la logica. La reazione al “catalogo” Vannacci deve essere condotta sulla logica delle cose che afferma e che tanta gente sembra condividere, con buona pace di chi continua a rincorrere i fatti della vita con vuoto significato dell’ideologia.
Sergio Franchi
Il Governo propone di abolire il controllo dei Sindaci sulla sanità pubblica comunale
Progresso avvelenato
Il progresso tecnologico è come un farmaco: cura una malattia ma chiede un prezzo all’organismo per curarla. Non c’è nuova scoperta tecnologica che, per raggiungere lo scopo, non produca effetti collaterali negativi diretti o indiretti. L’inquinamento dell’aria, della terra e del mare, viene prodotto per dare all’umanità nuovi strumenti di sviluppo ma pone il quesito “fino a quando il progresso converrà all’umanità?”. La grandissima scoperta delle varie materie plastiche dall’inizio del 1900 ha facilitato la vita delle persone, ma ha creato isole di rifiuti in mare.La necessità di produrre piu energia, l’utilizzo di massa dei mezzi di trasporto, l’urgenza di smaltire l’enorme quantità di rifiuti prodotti che impone di creare macchine che li trasformino,riducono il peso del problema sociale ma producono scorie ed inquinamenti. Tutti i sistemi di produzione chimica, o comunque tecnologica producono una “pollution” rilevabile dai sensi: le emissioni odorigene, i rumori, i gas,lo scempio estetico; ma esiste un tipo di inquinamento che non si rileva con i sensi ed è quello elettromagnetico. E’ subdolo, può colpire in modo mortale con effetti a distanza di anni. Viene prodotto ovunque anche nella nostra abitazione, da forni a micro-onde, da piani cottura a induzione ma anche, semplicemente, dal ventilatore e dal televisore. Il tipo di onde irradiate, la loro intensità ed il tempo di esposizione sono gli elementi che determinano l’effetto elettromagnetico sull’organismo.
L’avvento del sistema di trasmissione telefonica chiamato 5Gnon è la semplice evoluzione del sistema 4G, ma costituisce un salto epocale per le capacità che offre, con una velocità di trasmissione fino a 100 volte maggiore del sistema precedente e con la possibilità di gestire azioni molto complesse a distanza. Scaricare un film col 5G impiega qualche secondo. I colossi delle telecomunicazioni fanno a gara per coprire nuove aree e le lobby sono infiltrate presso governi e istituzioni internazionali per facilitare la divulgazione del sistema. Quale è il prezzo che l’umanità è chiamata a pagare per questa nuova fonte di inquinamento? L’Italia ha di recente aumentato il limite di esposizione all’effetto elettrico da 6 V/m ai 15 V/m, con 4 ore di esposizione, fatto che ampliando il raggio d’azione dei ripetitori, fa diminuire notevolmente i costi per le compagnie perché, giova ricordare, che il 5G richiede un grande numero di antenne ripetitrici e crea, in molte aree,situazioni di forte permanenza dell’ inquinamento. A che rischi il 5G espone l’organismo? Esistono studi che tendono a minimizzare e studi che sottolineano un alto rischio per le persone, specialmente se esposte a frequenze altissime e per lunghi periodi di tempo. Non esiste nessuno studio che escluda in modo tassativo influenze patologiche derivanti da prolungate esposizioni a campi elettromagnetici originati da ripetitori 5G, che operano alle frequenze piu alte,quelle dei 26 GHz previste in Italia. Dire che i cittadini sono chiamati a fare da cavie non è un’ipotesi peregrina. In questa corsa all’evoluzione, al progresso che il 5G produrrebbe, e perché no, al grande business che produrrà, chi si occupa di proteggere la salute dei cittadini e particolarmente di quelli piu fragili?La normativa assegna al Sindaco la responsabilità della condizione di salute della popolazione che vive nel territorio del Comune: una responsabilità che condivide col Consiglio Comunale e che, a seguito della legge 833/78 gestisce attraverso il Servizio Sanitario Nazionale. Al Sindaco resta l’onere della programmazione e controllo sulle ASL locali. Il Sindaco è un presidio insostituibile perché innestato nel territorio di cui produce la programmazione urbanistica. Un presidio che l’arroganza della politica, nel nome di un progresso a prezzo di un rischio tutt’altro che definito, intende abolire. Lo scorso 18 giugno, in sede di conversione in legge del Decreto Legge 7 maggio 2024 n 60,che riguarda “ulteriori disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione” è stato discusso e votato l’emendamento proposto dai Senatori di Fratelli d’Italia Iris e Nocco, dell’art 4, n 40.
Che, in breve sintesi, significa: la rete 5 G, i cui danni alla popolazione non sono stati esclusi da nessuno studio ma che sono stati documentati da ricercatori di mezzo mondo, può essere realizzata, in una comunità, anche per gli aspetti potenzialmente piu dannosi, senza che vi sia nessun controllo da parte di chi è responsabile della salute di quella comunità. Non so se i due parlamentari siano spinti dal demone del progresso e se siano a conoscenza di quanto hanno proposto: sono però convinto che l’opinione pubblica non può farsi rappresentare dai due Senatori e da chi haapprovato l’emendamento e deve alzare la voce per farsi sentire.
Purtroppo il 5G non emana cattivo odore, non fa rumore e non emette fumi o polveri sottili: l’azione elettromagnetica sul corpo umano, a certe condizioni può creare danni gravissimi e questo aspetto non può essere sacrificatoda un emendamento approvato sull’altare di un progresso pericoloso e su quello del business. Molti sindaci hanno posto limiti in attuazione del principio di precauzione. L’arroganza della politica non può mettere a tacere l’ultimo baluardo ed i cittadini non devono permetterlo e possono farlo scrivendo a chi tutela i principi della Costituzione, il Presidente della Repubblica, affinchè non promulghi una legge che contiene elementi de facto di incostituzionalità.
Sergio Franchi