L’istituto di credito ha contribuito alla manutenzione della casa degli scout “Madonna della Luce”
Grazie alla BCC di Nettuno
Nella giornata di sabato 29 marzo, presso la Casa degli Scout ‘Madonna della Luce’, a Nettuno, si è svolta una cerimonia alla quale hanno partecipato, in rappresentanza della BCC di Nettuno, il Presidente Aldo Anellucci, il Vicepresidente Maurizio Camusi, la Vicepresidente Augusta Rocchetti e gli Amministratori Mario Cardella e Alceste Ferranti ed il Direttore generale Rocco Masullo.
Durante l’evento, il Responsabile dell’Unità Scout Anzio-Nettuno, Simone Faustini, insieme al capo scout Marco Triboli e ad alcuni componenti dei genitori degli scout, ha consegnato una targa di ringraziamento alla Banca per il prezioso contributo alla manutenzione della Casa, con particolare riferimento al rifacimento della recinzione dell’area. Si tratta di una struttura che permette a diversi ragazzi del territorio di avere accesso allo scoutismo e ad una serie di esperienze educative e a tutela dell’Ambiente di primo piano. La BCC di Nettuno è orgogliosa di aver supportato questa iniziativa, confermando il proprio impegno nel sostenere le realtà locali e i progetti dedicati ai giovani del territorio, alla tutela ambientale, all’integrazione. Una giornata di condivisione e confronto che mira ad una crescita e una condivisione sociale di rilievo. Gli scout sono un punto di riferimento essenziale per tanti ragazzi che, con l’associazionismo scoprono i segreti della natura, del viaggio, della condivisione, della diversità e dell’avventura.
A sostenere questa incredibile realtà io Presidente della BCC Aldo Anellucci. “Non possiamo non essere vicini a realtà come questa che contribuiscono a migliorare il mondo con l’impegno dei volontari con i nostri giovani”.
“Con grande emozione e profondo senso di riconoscenza - ha aggiunto il Direttore Rocco Masullo che con gli scout ha uno speciale rapporto - prendo la parola oggi nella vostra casa, la Casa degli Scout “Madonna della Luce”, un luogo che già nel nome richiama quella guida silenziosa e luminosa che siete per tanti ragazzi e ragazze del nostro territorio. In un tempo in cui le certezze sembrano vacillare e i riferimenti si fanno più sfumati, voi rappresentate un faro acceso. Siete una comunità viva, capace di formare coscienze, di trasmettere valori autentici, di educare alla responsabilità, al rispetto e alla solidarietà.
So di cosa parlo non solo come Direttore Generale della Banca di Credito Cooperativo di Nettuno, ma anche come padre: mio figlio è uno scout, e attraverso la sua esperienza ho potuto toccare con mano la bellezza di questo cammino, il rigore e l’entusiasmo con cui vivete ogni gesto, ogni incontro, ogni servizio. Nel vostro stile sobrio e coerente, si ritrova quella bellezza semplice e potente che nasce dall’agire con il cuore, con la testa e con le mani, al servizio degli altri.
Grazie per il bene che fate, spesso in silenzio, ma sempre con fermezza.
Grazie per essere presenza viva nei quartieri, nelle parrocchie, nelle famiglie.
Grazie per la cura che dedicate ai giovani, insegnando loro a camminare nel mondo a testa alta, portando con sé una bussola morale che non si smarrisce.
La nostra Banca, come voi, crede in una crescita che metta al centro la persona, la comunità, il bene comune. E per questo motivo, oggi più che mai, siamo fieri di sostenervi e di riconoscere il vostro valore. Siate sempre testimoni di luce, quella luce che orienta, che scalda, che unisce”.
Ufficio Stampa Bcc Nettuno
Premio laurea
Mercoledì 12 marzo, presso la Sala Tevere della Regione Lazio, si è svolto un evento promozionale del Premio per tesi di laurea “Maria Antonietta Lozzi Bonaventura”, alla presenza del Presidente di DiSCo Lazio – Ente Regionale per il Diritto allo Studio e alla Conoscenza, Dott. Simone Foglio, cui va un ringraziamento sentito per il partecipe intervento.
Sono intervenuti per illustrare il premio e raccontare la figura della Prof.ssa Lozzi Bonaventura in rappresentanza del Comitato promotore e dell’associazione “Sulle tracce di Maria Antonietta - ODV” gli eredi Silvia Bonaventura e Gabriele Palomba, la sorella Sira Lozzi e il Prof. Waldemaro Marchiafava.Nell’occasione, i promotori hanno annunciato ufficialmente che il termine per la presentazione delle domande è prorogato al 15 giugno 2025.
Un ringraziamento particolare da parte dell’associazione organizzatrice dell’evento, “Sulle tracce di Maria Antonietta – ODV”, va infine alla Presidenza della Regione Lazio per il patrocinio all’iniziativa.
Housing sociale
La giunta municipale ha approvato la delibera per la ristrutturazione di un edificio comunale destinato al cosiddetto “Housing temporaneo”.
“Il progetto, a cura del Comune di Anzio, capofila del distretto socio sanitario Roma 6.6 (Comuni di Anzio e Nettuno) è finanziato interamente con fondi Pnrr – spiega l’assessore ai servizi sociali, Rita Pollastrini - e vedrà in un unico edificio la realizzazione di appartamenti destinati all’emergenza abitativa provvisoria e locali per attività di servizi per povertà estrema”.
Nella struttura saranno garantiti pasti caldi, docce, accoglienza notturna limitata e ambulatorio sociale, oltre a servizi di orientamento.
“Con questa realizzazione il nostro territorio si dota di strumenti fondamentali per le emergenze e il contrasto alla marginalità sociale” – conclude l’assessore.
Comune di Anzio
Mostra da Agrizeta
La mostra personale di Roberto Marini intitolata “Natura e bellezza in fiore”, ospitata presso il vivaio Agrizeta di Anzio, Via di Villa Claudia, 69, è già stata allestita e, durante le prime fasi di sistemazione delle opere, ha suscitato un grande interesse tra i visitatori.
Molti, incuriositi dalle opere esposte, si sono avvicinati agli addetti del vivaio, ponendo domande e mostrando un vivace interesse per l’arte e la natura che si fondono in questa affascinante esposizione.
La mostra è quindi già aperta al pubblico e sarà possibile visitarla fino alla fine del mese di aprile. Un’occasione unica per immergersi in un ambiente naturale, circondati dalle opere d’arte che celebrano la bellezza e la forza della natura.
Dibattito per il pericolo russo ed il disimpegno americano
Quale Europa
Credo nella sacralità della Bibbia eppure di interpretazioni nel tempo ne ha vissute tantissime per restare legata alle società che si trasformavano nei secoli. Se così non fosse San Giuseppe potrebbe essere denunciato per stupro, visto che Maria era una bambina, anche se il reato è ormai prescritto. Non credo che quella italiana sia la Costituzione “più bella del mondo”, perché ritengo sia piuttosto arrugginita ed in urgente necessità di restauro. Quella degli Stati Uniti ha subito 27 emendamenti per adattarsi al mondo che cambia, la nostra è cambiata di poco e spesso in peggio. Poi, ritenere che il Manifesto di Ventotene, unoschema ideale vecchio di 84 anni, debba ritenersi il programma di un’Europa futura totalmente cambiata ed in cerca di ritrovare se stessa, mi sembra l’ennesima macchinazione ideologica di chi insiste nel creare miti per criticare poi coloro che li abbattono. In piazza del Popolo, tra bandiere contro le armi, bandiere per il riarmo e bandiere per la Palestina, Michele Serra, ispiratore della manifestazione, ha sancito “qui siamo a Ventotene” e l’on Fornaro, in Parlamento, ha urlato quasi piangendo “Presidente si inginocchi davanti alla memoria di Ventotene”, come se fosse la Madonna di Lourdes.
Ma vediamo nei fatti storici che cosa è il Manifesto di Ventotene e poi diamo a questo importante documento l’importanza che merita, lasciando liberi gli Italiani di oggi, di vederlo come un attuale strumento di ispirazione politica oppure come un vecchio arnese che ha fatto il suo tempo e che riproporne i contenuti rappresenta solo un esercizio di utopia applicata. Senza la necessità di genuflettersi di fronte ad esso.
Il Manifesto viene redatto nel 1941 nell’Isola di Ventotene dove erano relegati “al confino” Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, due antifascisti perseguitati dal regime ed isolati sull’isola pontina. Quindi il manifesto che fu chiamato “Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto” fu scritto da Spinelli e Rossi, con il contributo di Eugenio Colorni in pieno regime fascista e durante una guerra che stava dilaniando l’Europa.
L’ambiente ideologico di chi lo ha concepito nel 1941 era certamente di tipo social-comunista e preconizzava un’unione degli stati europei di tipo socialista, di quel socialismo di allora, imbevuto di sovietismo, antitetico rispetto al liberalismo ed all’economia di mercato. Una concezione che parte da un presupposto strutturale il problema che in primo luogo va risolto e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza è la definitiva abolizione della divisione dell’Europa in stati sovrani.
Spesso si sente dire che il “manifesto di Ventotene” viene considerato, dagli osservatori politici e dagli storici come il documento ispiratore dell’unione europea; questo è certamente vero, come lo può essere ogni “rivoluzione” che, ispirata dall’utopia, non riesce poi a mettere le radici nella storia.
Quel documento fu un sogno di visionari che sognarono un’Europa federale, con un governo federale e quindi sovranazionale, da realizzare con una forza politica popolare, esterna ai partiti tradizionali, indissolubilmente legati alla storia del loro stato e quindi incapaci di ricercare i valori comuni. Non vedo motivi di scandalo nel dissentire da un progetto che ha definitivamente fallito nel suo più importante fine: quello della struttura europea.
Oggi sono strutture federali quella tedesca, quella austriaca, quella svizzera; chi è quell’osservatore che sappia appena leggere e scrivere ad immaginare oggi una federazione europea con governi regionali come quello Francese, Danese, Rumeno, Finlandese, Bulgaro, Italiano, Tedesco, Greco ecc. Chi può immaginare che paesi come la Danimarca, la Germania, la Francia, l’Estonia, l’Irlanda, Malta o l’Ungheria possano cedere un solo grammo della propria sovranità politica per essere fagocitati dalla burocrazia europea. 27 stati, divisi in gruppi di interesse, in permanente discussione per difendere le proprie prerogative commerciali, che non sono stati capaci di modificare un trattato come quello di Dublino, lasciando ai paesi del Mediterraneo la difesa dei confini dell’Europa, non potranno mai dar vita all’Europa di Ventotene, rendendo quel manifesto una proposta non realizzata e non realizzabile. Andare oggi a mantenere in vita un’idea che la storia ha definitivamente archiviato è fare archeologia politica; chi vuol continuare a vivere di demagogia in tempi di emergenza non fa un buon servizio al Paese. Questo non toglie nulla al rispetto che si deve per coloro che hanno sognato un sogno che non si è realizzato ed alla loro fede anti-fascista ma si può dissentire, senza essere messi all’indice, dall’Europa di stampo federale e collettivista che proponevano.
L’Unione Europea, che da quel documento ha pur tratto ispirazione, esiste oggi, anche se messa in continua discussione proprio perché ogni stato che vi partecipa vuole avere la propria voce fino all’unanimismo delle decisioni che resta una palla al piede del sistema Europa. Esiste ed è messa oggi a dura prova per le minacce della Russia e per il disimpegno del suo braccio armato che l’aveva difesa per ottanta anni. Esiste ma con una struttura complicata ed una gestione fortemente burocratica e non è quella di Spinelli ma quella dei sui fondatori e cioè Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer, Robert Schuman e Jean Monnet.
Questa Europa, democratica e liberale è chiamata oggi a dare risposte concrete a problemi impellenti e non esiste alternativa al fatto che debba farlo con l’iniziativa di menti inspirate ed una partecipazione dei popoli che la compongono. Se avrà la capacità di trovare in se e nelle personalità di coloro che la governano gli stimoli necessari per darsi una forma più efficace, se riuscirà a trovare nel pericolo condiviso la forza per organizzare una difesa comune e dissuasiva nel continente europeo allora la pace e quindi la prosperità potranno protrarsi, ma questo non sarà mai possibile con l’Europa di Ventotene.
Sergio Franchi