SIMPOSIO
Giuliana Bellorini
Coordinatrice corrispondente
del salotto sede del Simposio
Primavera
Come è possibile in questa stagione non accogliere la natura che si apre luminosa piena di promesse e desiderare di vivere all’aria aperta? L’inquietudine di quanto sta succedendo intorno a noi, sommersi da una costante e martellante “informazione”, ci priva di vivere gioiosamente questa trasformazione che, inarrestabile al di là di ogni accadimento, ricomincia il suo ciclo generativo in una festa di colori e di canti per prepararsi al rinnovamento. La forza vitale che è di tutti gli esseri viventi e che noi umani spesso ignoriamo. Troppo preoccupati di noi stessi, non riusciamo a riconoscerla ed apprezzarla e, soprattutto, non sentiamo il dovere morale di rendere consapevoli i giovani attraverso il nostro esempio. La vita, quella autentica, quando riconosciuta è un’eccezione… ma non fa notizia
Giuliana
[…]
Dolce creatura…
assapora
l’aria dell’Universo eterno
il profumo inebriante
della tua giovinezza
il calore del sole
il sospiro tremulo delle stelle
la tenue luce della luna
solleva
il tuo spirito al divino sentimento
… affinché
giovane e sereno sia l’animo tuo
per ogni istante della vita.
Ettore Malosso Per un giovane
LUNA ED OLTRE
tre incontri con Domenico D’Amato
16 marzo - CONQUISTA DELLA LUNA
30 marzo - RITORNO ALLA LUNA
6 aprile - OLTRE LA LUNA
Domenica 6 aprile 2025 - ore 16.30
OLTRE LA LUNA
Il ritorno sulla Luna non costituisce un nuovo arrivo ma semplicemente una piccola tappa per poi fare il grande salto: Marte e non solo.
Da anni si parla anche di Marte come destinazione successiva ma il livello tecnologico ancora non permette di effettuare quest’impresa con sicurezza per l’incolumità degli astronauti.
In questa presentazione cerco di raccontare come si svolgerebbe questa missione ed i problemi ancora irrisolti che ci sono.
Ma Marte non è la sola destinazione oltre la Luna, altre mete sono proposte, cercheremo di indagare anche sul futuro più o meno lontano che inizia a delinearsi.
in memoria di Ettore Malosso - edizione 2025
Pino Pieri
Premio alla Cultura
«... poiché il suo interessamento, in tal senso, si è sempre svolto al massimo livello, con opere realizzate in letteratura, poesia, narrativa e teatro, nelle arti figurative, scultura e pittura, sviluppando al contempo un’attività di promotore culturale in seno al Simposio di Ettore Malosso ad Anzio. Per questi motivi, l’associazione Giglio Blu di Firenze si onora di riconoscere tali qualità in un artista che ha sempre avuto un comportamento di grande semplicità e rispetto verso gli altri».
Lia Bronzi
Maria Grazia Vasta
2° Premio Narrativa Edita
«Il racconto “Mediterramor” a buon diritto si annuncia nel titolo, sia per ragioni contestuali e geografiche, che nel modo in cui è percepito per sensualità e bellezza, atte a donare quel lampo improvviso che si chiama amore. Le parole, ben scelte e adatte all’atmosfera lirica, si snodano poeticamente e riescono a comunicare la magia dell’attimo, di un attimo che si ripete a distanza di anni, in modo tale da concludere il racconto con la realizzazione di esso».
Lia Bronzi
Maria Grazia Scordino
3° Premio di Poesia Inedita
«... presenta liriche dal tono classico, per rima e contenuti. Le metafore, ricche di creatività, arricchiscono stati d’animo e vedute di natura».
Lia Bronzi
DOPO LA SCUOLA FACILE
EVITIAMO QUELLA INUTILE
di Rosanna Marina Russo
Stabilire quando sia incominciato il processo per cui la scuola è divenuta “facile”. C’è chi dice già dagli anni settanta, e mostra i quaderni conservati, paragonandoli a quelli di oggi. Di sicuro in quel periodo sono state le metodologie a cambiare, perché quelle sembravano, giustamente, la ricerca del modo migliore per “sedurre” più alunni ed evitare l’abbandono. Ma il processo pian piano ha deviato e, mentre le metodologie dagli anni novanta sono rimaste quasi ingessate, si è messo mano ai contenuti per renderli sempre più prêt-á-porter. Sembrava e sembra, che la scelta potesse, e possa, modificare quelle situazioni apprenditive complesse che per i più deprivati culturalmente potevano, e possono, essere degli ostacoli insormontabili.
Questa visione, in moltissime “periferie educative” ha privilegiato i percorsi piuttosto che i risultati e in questo non ci sarebbe niente di sbagliato, ma si pretendono, poi, i risultati, visto che LINVALSI (L'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione), valuta il cosa, non il come. E, in definitiva, i docenti vengono ritenuti colpevoli di ogni insuccesso. Eppure con classi numerose, proprio nelle zone più critiche, e tempi risicati, non è certo “facile” insegnare. In più i vari ministri richiedono alla scuola soluzioni veloci per “emergenze educative”, disegnate al di fuori delle programmazioni curricolari. L’educazione all’affettività, ad esempio, fondamentale per le adeguate relazioni sociali, di genere, amicali, sessuali, non ha avuto effetti importanti, fatta come i ministri chiedono venga fatta, altrimenti non avremmo ragazzi che si accoltellano, che si organizzano in baby gang, che viaggiano con le pistole come un tempo il pettine, che vivono relazioni tossiche, che commettono atti di bullismo. Nonostante la scuola sia più “facile”, o magari proprio perché è ormai troppo facile, molti ragazzi ritengono che sia inutile, lontana da tutto, probabilmente perché non insegna più a capire la realtà, ma solo a difendersi dalla realtà, o meglio dai ragazzi stessi che si sentono perciò oggetti su cui ricade il cambiamento più che soggetti autori di scelte.
Personalmente sono convinta che certi argomenti debbano essere trattati trasversalmente e strutturalmente nell’orario curricolare e che per farlo non occorrano progetti mirabolanti, ma il semplice studio dei classici in ogni tipo di scuola, che sia fondamentale leggere, discutere, e poi leggere, analizzare e ancora leggere, e magari drammatizzare, non aver paura di trattare tematiche spinose, dolorose e, soprattutto , attraversare pienamente le emozioni e i sentimenti dei personaggi che si incontrano, imparare a immedesimarsi, dirimere le situazioni ambigue. Questa, a mio avviso, è l’educazione all’affettività vera, questa l’unica via per il pensiero critico.
È ovvio che questo modo di studiare ha necessità di tempi distesi e classi non numerose. E come si costruiscono i tempi distesi se non ampliando le ore del tempo scuola? Parlo del tempo pieno o del tempo prolungato. Ricordiamo che dalla fine degli anni novanta esiste l’Autonomia scolastica che permette di organizzare l’orario scolastico più idoneo e che dà la possibilità di decidere per il tempo pieno, se si hanno a disposizione le risorse umane necessarie e, in caso contrario, di chiedere al ministero le risorse mancanti, così come può attivare un tempo prolungato in attesa di passare al tempo pieno. Diciamo che le scuole, soprattutto al sud, pare preferiscano lo status quo.
Eppure non è una novità che solo il 18% degli studenti del sud acceda al tempo pieno, mentre quelli del centro-nord il 48. E questo vuol dire che il diritto allo studio non è uguale ovunque, vuol dire che i ragazzi di scuola primaria del sud, ad esempio, fruiscono di13 ore di scuola in meno a settimana, 52 al mese in meno le opportunità formative, ma dato che i programmi vanno rispettati, beneficiano di una semplificazione ulteriore dei contenuti. E il divario aumenta.