Riceviamo e pubblichiamo la relazione di Carmen Porcelli, Rosalba Rizzuto ed Andrea Ragusa sulle proposte inviate al Ministero
Manca la trasparenza sui progetti PinQua
La mancanza di trasparenza nella pubblicazione degli atti allegati alle proposte progettuali inviate al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili per finanziare i PinQua, ci impedisce di entrare nel merito.
Tuttavia, malgrado l’assenza della documentazione completa, non messa a disposizione dall’amministrazione, ci soffermiamo sulle distonie di fondo riscontrate nella parte per noi leggibile. Come abbiamo evidenziato nel Manifesto sulla qualità dell’abitare, la prima grande contraddizione, tra gli obiettivi del bando e l’interpretazione data dal Comune di Aprilia con la proposta presentata, è che i fondi sono destinati a migliorare la qualità dell’abitare, non già a costruire nuovi edifici e autostrade per la mobilità pesante tra scuole, case e impianti sportivi.
Parte del territorio è ancora privo di fognature, acqua, luce, gas, strade, illuminazione, sicurezza, parchi, viali alberati ove passeggiare, boschi, mentre spesso è immerso nel degrado ambientale.
Nel Pinqua mancano interventi di manutenzione straordinaria, interventi di risanamento e restauro conservativo, interventi di ristrutturazione edilizia e urbanistica.
Pertanto, se non si punta a ridurre le diseguaglianze colmando questo gap di servizi primari, è lecito chiedersi se il Pinqua non nasconda operazioni di speculazione edilizia. Non fotografando lo stato attuale con una ricognizione del territorio, è giocoforza che non si tiene conto delle opere iniziate da decenni e non portate a termine, delle opere pianificate e non realizzate, delle promesse alla popolazione mai mantenute - che hanno lasciato dietro solo degrado - o delle operazioni di trasformazione urbanistica di cui non si conoscono ancora gli esiti. Un pessimismo disilluso, il nostro, legittimato dal fatto che ad Aprilia tutto quello che si è fatto e autorizzato negli ultimi 50 anni è avvenuto a mezzo di varianti al Piano regolatore, stravolgendo lo strumento di governo del territorio.
La preponderante parte del Pinqua mirata al consumo di altro suolo non è residuale, non è mirata a densificare laddove già è edificato, ma a bruciare nuove aree verdi, a trasformare corsi d’acqua in autostrade, ad aumentare gli indici di edificabilità e a scavalcare i vincoli. Da troppi anni assistiamo allo stravolgimento delle nostre campagne, al peggioramento continuo della qualità della vita al variare opportunistico della destinazione d’uso del suolo.
Fino allo scempio finale previsto dal Pinqua: trasformare l’ultimo baluardo verde, riqualificabile e valorizzabile come polmone verde dentro la città, in una distesa d’asfalto. Possibile non si possa riqualificare il territorio diversamente?
La fase 1
L’assenza di chiarezza e trasparenza è riscontrabile fin dalla pubblicazione della manifestazione d’interesse da parte del Comune di Aprilia che pubblicava il 16 febbraio 2021 sul sito istituzionale l’avviso con il quale si comunicava di voler procedere alla costituzione di forme di Partenariato pubblico-privato o pubblico-pubblico, in grado di supportare efficacemente l’Amministrazione comunale nelle azioni connesse all’ambito prescelto. I documenti allegati sono tre, l’avviso pubblico Pinqua, l’area perimetrata e il modello della domanda di partecipazione.
Attingendo dalla classifica generale abbiamo scelto, dall’elenco degli enti partecipanti, alcuni esempi per controllare come hanno proceduto gli altri comuni.
Il Comune di Ascoli Piceno, sesto nella graduatoria, ha pubblicato sul proprio sito istituzionale il 6 febbraio l’avviso per la manifestazione d’interesse inserendo cinque documenti da scaricare: l’Avviso di CoProgettazione, la Domanda di partecipazione, il Progetto tecnico, il Piano economico finanziario e la Dichiarazione d’intenti.
In questa maniera, il Comune di Ascoli Piceno rendeva molto chiaro, fin da subito, quali erano le direttive sulle quali doveva muoversi la coprogettazione con i partner privati. Analogamente il Comune di Trani, 11esimo nella graduatoria dell’Alta commissione, una volta definiti i partner privati con i quali intervenire per il recupero di due ex aree industriali, siglava con essi un protocollo d’intesa nel quale la società si rende disponibile a condividere le scelte pianificatorie della Pubblica Amministrazione sulle aree dismesse (e non il contrario).
Inoltre, le società che hanno risposto all’avviso pubblico hanno formalizzato una istanza di variante strutturale allo strumento urbanistico dell’area, al fine di conformare le previsioni urbanistiche a quelle riportate nel programma di fattibilità del Pinqua. Tra l’altro, nella documentazione scaricata dal sito del Comune di Aprilia non ritroviamo tutti i documenti elencati nella delibera di giunta. La relazione sintetica tecnico illustrativa, ad esempio, è così sintentica che non restituisce affatto la fotografia delle aree e degli interventi progettuali se non in maniera generica, al punto che viene da chiedersi, ma il Comune ha realmente idea di cosa andrà a realizzare in quelle aree?
Per curiosità siamo andati a vedere cosa ha pubblicato uno dei comuni che ha riportato in graduatoria un punteggio molto più basso rispetto ad Aprilia, quello di Novara, che ha presentato un progetto per la riqualificazione dell’area ex campo Tav arrivando 117esimo (con un punteggio di 33,9017 e un finanziamento di 15 milioni di euro).
Tra la documentazione allegata alla delibera di giunta, leggiamo che oltre alla relazione sintetica, gli uffici dell’ente hanno redatto un progetto di fattibilità economica ove, oltre ad elencare gli interventi che si intenderebbe attuare, viene offerta una dettagliata analisi dello stato di fatto, corredata da immagini, viene definito l’inquadramento programmatico, territoriale e urbanistico ovvero la consistenza dei fabbricati collocati sull’area distinta per volumetria e superficie e distinta con le relative destinazioni d’uso (impianti sportivi, archivi comunali, presidi di polizia municipale, magazzini, emergenza abitativa ecc).
La cosa che abbiamo riscontrato, tra le più interessanti, è che l’ente stesso analizza la fattibilità ambientale e verifica delle condizioni di esclusione dalla valutazione ambientale strategica, gli aspetti geologici ed idrogeologici e l’analisi dei vincoli, mentre ad Aprilia non sappiamo ad oggi, perché finora nessuno si è posto il problema di spiegarlo con chiarezza, se una volta partita la fase 2 i procedimenti passeranno in consiglio comunale. Nè è chiarito da dove scaturisce la necessità di realizzare tutti quei nuovi appartamenti, dal momento che la domanda non riesce nemmeno a saturare l’offerta presente.
La fase 2
Le proposte pervenute ai sensi dell’articolo 4 del DI 395/2020 al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e inviate da parte degli enti sono state 281, di cui 271 sono state ritenute ammissibili. La graduatoria elaborata dall’Alta Commissione e consegnata il 20 luglio 2021 contiene le valutazioni operate dalla Commissione – in attuazione dell’articolo 8 del decreto interministeriale 395/2020 – che ha giudicato le proposte secondo 6 indici di impatto, ciascuno suddiviso in più indicatori, per un totale di 33, ognuna con un proprio peso specifico.
Trattasi dei seguenti indici di impatto: ambientale (fino a 15 punti), sociale (fino a 25 punti), culturale (fino a 10 punti), urbano-territoriale (fino a 15 punti), economico-finanziario (suddiviso in attivazione di risorse pubbliche e private e coinvolgimento di operatori privati, complessivamente fino a 25 punti), tecnologico-processuale (fino a 10 punti).
Gli Indicatori su cui si è formato il giudizio della Commissione, e che hanno avuto maggior peso, sono stati, tra i 33: l’apporto economico di fondi privati, la rispondenza alle politiche territoriali regionali, la sostenibilità ed efficienza energetica e la premialità al consumo di suolo zero.
Al Comune di Aprilia sono stati riconosciuti tre proposte meritevoli (il numero massimo di progetti presentabili erano appunto 3) che hanno ottenuto nella graduatoria di valutazione dell’Alta commissione la 34esima posizione (punteggio totale 40, 2313 con un finanziamento di 14.904.605,32 euro) la 226esima posizione (punteggio 24,4472 per un finanziamento di 14.086.239,86 euro) e la 248esima posizione (punteggio 21,0619 per un finanziamento di 11.807.574,75). A margine di tutto ciò definire una vittoria l’ammissione di questi tre progetti, visto il numero complessivo di progetti inviati e quelli accettati, ci sembra un po’ troppo, considerato che la fase 2 del decreto prevede che entro e non oltre 240 giorni dalla pubblicazione del decreto dovranno pervenire, dai soggetti finanziati, le Proposte al livello di progettazione esecutiva che l’Ente intende mettere a gara e che l’alta Commissione verificherà i progetti entro i successivi 90 giorni.
Cosa accadrà se da questo libro dei sogni un po’ confuso e approssimativo, il Comune di Aprilia dovesse per la parte pubblica raccogliere solo le briciole?
Il nostro timore è che la città rischia di ritrovarsi senza servizi e con una potenziale offerta abitativa al di sopra degli standard, con la conseguente perdita dell’unica spina di verde potenzialmente sana che si insinua all’interno del centro urbano, mentre si continua ciecamente a parlare di consumo del suolo limitandosi a guardare la periferia ove occorrono soprattutto servizi.
Aprilia, 26 agosto 2021
Carmen Porcelli
Rosalba Rizzuto
Andrea Ragusa