Un incidente domestico ha messo in luce un quadro allucinante
Povertà e solitudine
Un incidente domestico porta alla luce una situazione di miseria, degrado e povertà che si è consumata a pochi passi dal centro storico. A scongiurare il finale tragico, l’intervento dei vicini di casa che alla fine sono riusciti ad agevolare le operazioni di soccorso.
Protagonista una donna anziana di origini straniere. Solo dopo un incidente domestico, una caduta che le ha provocato la frattura del femore, è emersa una situazione igienico sanitaria al limite, un disagio sociale che l’anziana era riuscita fino a quel momento a nascondere. A quanto pare la signora dopo la caduta, per ore sarebbe rimasta immobilizzata sul pavimento di casa, tra insetti ed escrementi, senza la possibilità di chiedere aiuto.
Solo dopo 24 ore la donna è riuscita ad avvisare con una telefonata una conoscente, che ha dato l’allarme chiedendo aiuto ai passanti i quali avrebbero anche allertato la Polizia Locale. In un primo momento infatti la straniera si era mostrata poco collaborativa. La porta, chiusa dall’interno, non dava possibilità di accesso all’appartamento. I vicini di casa sono riusciti a convincerla ad accettare l’aiuto offerto e solo a quel punto la donna ha aperto la porta, svelando ai soccorritori una situazione precaria dal punto di vista igienico sanitario. La donna, con il permesso di soggiorno scaduto da qualche tempo, era riversa a terra tra rifiuti, insetti ed escrementi. Gli operatori del 118 sono riusciti a raggiungerla solo con grandi difficoltà, constando in quel momento problemi gravissimi. La donna viveva con degli animali domestici all’interno di quel piccolo appartamento dove accumulava di tutto, tanto da ridurre al minimo lo spazio vitale. A terra tra i rifiuti abiti e oggetti vari, in un ambiente dove mancavano i requisiti igienici minimi. Una condizione di malessere tenuta nascosta all’esterno e favorita dalla povertà e dalla solitudine.
L’anziana donna è stata soccorsa dagli operatori del 118, che hanno segnalato il caso ai servizi sociali per gli interventi di competenza. Una condizione grave che purtroppo fa eco a tante altre riscontrate negli anni passati. Fortunatamente l’intervento tempestivo ha scongiurato un finale ben più tragico.
Francesca Cavallin
Scoperto dalla GdF con seguestri anche ad Anzio, Nettuno ed Aprilia
Frode crediti fiscali
Il sistema delle frodi dei crediti fiscali inesistenti scoperto dalla Guardia di Finanza di Roma, su delega della Procura di Velletri, che hanno chiuso il cerchio su un’operazione ramificata in tutta Italia e che vede protagonista un commercialista di Anzio, già finito lo scorso anno sotto la lente di ingrandimento delle Fiamme Gialle.
Smascherato dai finanzieri del comando provinciale di Roma, le fiamme gialle hanno sequestrato beni mobili ed immobili, nonché disponibilità finanziari per 10 milioni di euro nell’ambito di indagini sulla maxi frode fiscale, in esecuzione di un decreto emesso dal gip del tribunale di Velletri, su richiesta della locale procura della Repubblica.
Le fiamme gialle della Compagnia di Nettuno, lo scorso anno, si erano imbattute in un commercialista di Anzio, già destinatario di un provvedimento cautelare personale, che aveva ideato un pacchetto “chiavi in mano”, che consentiva, dietro compenso, la creazione e l’utilizzo di falsi crediti fiscali per abbattere le pendenze debitorie verso il fisco e l’Inps. Gli accertamenti si sono poi estesi, smascherando un sistema diffuso in tutto il territorio nazionale, che vedeva replicare il medesimo meccanismo fraudolento da parte di altri 9 consulenti fiscali.
Come emerso dall’esame dei conti correnti bancari, riconducibili alle società coinvolte e della documentazione fiscale reperita, i crediti Iva venivano generati attraverso il mero inserimento nelle relative dichiarazioni di spese mai avvenute, di costi per “ricerca e sviluppo 4.0” completamente inventati e di crediti per lavori alle facciate caricati sul portale Agenzia delle Entrate, con il supporto di fatture per operazioni inesistenti, senza aver mai eseguito interventi edili.
Le indagini della procura della Repubblica di Velletri e delle fiamme gialle di Nettuno hanno anche permesso di “bloccare” 4 milioni di euro di crediti fasulli non ancora utilizzati.
I crediti fasulli venivano utilizzati in compensazione nei modelli F24 delle medesime società che li avevano generati ovvero ceduti a soggetti economici terzi, a fronte del versamento di un corrispettivo.
I proventi dell’attività illecita venivano poi riciclati attraverso numerosi passaggi tra società domiciliate in Germania, Lituania, Svizzera e Malta e monetizzati con prelevamenti dai bancomat. Il provvedimento ha riguardato 12 terreni e 36 tra appartamenti e locali commerciali ubicati in tutta Italia, partecipazioni societarie, 11 veicoli, saldi attivi di conti correnti, polizze assicurative, contanti e orologi di lusso, del valore di oltre 10 milioni di euro, pari ai crediti di imposta inesistenti. Di questi quattro a Roma, uno ad Anzio, 12 a Latina e una villa ad Aprilia.
Complessivamente sono coinvolte 19 società e 33 persone fisiche residenti a Roma, Anzio (Roma), Nettuno (Roma), Marino (Roma), Zagarolo (Roma), Canale Monterano (Roma), Latina, Aprilia (Latina), Minturno (Latina), Piacenza, Lanciano (Chieti), Paglieta (Chieti), Santa Maria Imbaro (Chieti), Treglio (Chieti), Napoli, Volla (Napoli), Londa (Firenze), Macomer (Nuoro), Pralboino (Brescia) e Foggia.
S.Me.