Omar Sarubbo, segretario provinciale PD risponde al presidente Rocca
Il fallimento della Regione
“Il Presidente Rocca, invece di risolvere i problemi, ha scelto la via della paralisi amministrativa e della propaganda, lasciando la Regione ostaggio di annunci e rimpalli di responsabilità”.
Così Omar Sarubbo, segretario provinciale del Partito Democratico, interviene dopo le dichiarazioni del presidente della Regione Lazio, che ha accusato le Province di non aver individuato i siti idonei per le discariche dei rifiuti.
“È un intervento fazioso, da respingere categoricamente - afferma Sarubbo. “La verità è che l’immobilismo della Regione sul ciclo dei rifiuti non è più tollerabile. La giunta Rocca ha cancellato gli EGATO privando le Province degli strumenti per gestire i propri ambiti territoriali e centralizzando di fatto ogni potere decisionale a Roma. Non è stata una riforma, ma un atto di non-governo che ha indebolito questi enti, prodotto incertezza e spianato la strada ai privati”.
Il segretario Dem ricorda che “dal 2023 sentiamo parlare di un nuovo Piano rifiuti regionale che ancora non c’è. Adesso ci dicono che arriverà entro dicembre. Staremo a vedere. La realtà è che il Lazio è fermo e la destra al governo regionale confonde le promesse con le soluzioni”.
Sarubbo pone due domande “la cui risposta, sottolinea, è tristemente chiara: non sanno governare e cercano solo alibi alla loro incapacità”.
E incalza: “Perché la Regione ha autorizzato in fretta e furia l’apertura della discarica di Aprilia prima ancora di approvare il nuovo Piano Rifiuti? Un’azione che contraddice l’importanza sbandierata del Piano stesso. E perché, invece di dotare le Province degli strumenti per chiudere il ciclo dei rifiuti come hanno fatto altre regioni, ha scelto di mortificarle togliendo loro le competenze gestionali in materia?”.
Una posizione, quella di Sarubbo, che concorda con le parole del presidente della Provincia di Latina, Gerardo Stefanelli quando afferma: “Le Province non sono state ferme, semmai sono state lasciate senza strumenti. Le aree vengono individuate in base ai criteri stabiliti dalla stessa Regione. Se, applicando quei criteri, non emergono aree idonee, non è una scelta politica ma un dato tecnico”.
“Come sempre, conclude Sarubbo, la destra della propaganda è maestra nel cavalcare i problemi, ma fallisce nel risolverli. Falliscono sulla ZES e danno la colpa a un “cavillo di legislazione europea”; falliscono con Acqualatina e accusano “quelli di prima”; paralizzano la gestione dei rifiuti e puntano il dito contro le Province”.
“Piuttosto che cercare alibi e scaricare responsabilità, Rocca dimostri forza e coraggio: apra una vertenza con il suo stesso governo Meloni che su ZES, acqua e rifiuti ha letteralmente voltato le spalle al nostro territorio”.
P.N.
I sindacati non firmano l’accordo a tutela dei lavoratori
Vertenza IBI
Le Organizzazioni Sindacali FILCTEM-CGIL e FEMCA-CISL rendono noto che, successivamente all’annuncio da parte dell’azienda IBI Lorenzini della chiusura del reparto Sintesi dello stabilimento di Aprilia, la direzione aziendale ha attivato una richiesta di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS) per cessazione di attività, che ha riguardato tutti i lavoratori impiegati nel reparto dismesso fino al 31 dicembre prossimo. Successivamente, spiegano i sindacati, l’azienda ha aperto una procedura di licenziamento collettivo, ai sensi della Legge 223/91, che coinvolgeva i lavoratori del reparto dismesso pari in quel momento a 14 unità. Nel corso della fase sindacale di confronto, le Organizzazioni Sindacali hanno espresso grandi perplessità rispetto alle azioni proposte dall’azienda, ritenendole non sufficienti a garantire adeguate tutele occupazionali e carenti di prospettive. Per tali motivi, le OOSS non hanno sottoscritto l’accordo, determinando il mancato raggiungimento di un’intesa, in attesa della convocazione da parte della Regione Lazio come previsto dalla normativa. A seguito di tale posizione ferma e coerente delle Organizzazioni Sindacali a tutela dei lavoratori, aggiungono Cgil e Cisl, la direzione aziendale ha quindi deciso prima della convocazione della Regione, di ritirare la procedura di licenziamento collettivo, determinando per il momento il conseguente azzeramento degli esuberi dichiarati.
Proprio in questi giorni, insieme alla RSU, le Organizzazioni Sindacali hanno avanzato alla direzione aziendale una serie di richieste concrete finalizzate a individuare soluzioni di impiego per il personale attualmente in CIGS all’interno degli altri reparti produttivi dello stabilimento. È nostra ferma convinzione che salvaguardare tutti i posti di lavoro, oltre ad essere tecnicamente possibile, rappresenti anche un dovere morale dell’azienda nei confronti delle proprie maestranze e del territorio.
Su questo punto il Segretario Generale della FILCTEM-CGIL di Latina, Antonio Parente, ha dichiarato: “La nostra posizione è stata chiara sin dall’inizio: nessun lavoratore deve essere lasciato indietro. La decisione aziendale di ritirare i licenziamenti è un passo nella direzione giusta, ma ora serve un impegno concreto per il reintegro occupazionale e la valorizzazione delle professionalità interne. La vertenza IBI è il simbolo di come la responsabilità sociale d’impresa debba tradursi in scelte reali di tutela del lavoro”.
Anche la Segretaria Generale della FEMCA-CISL di Latina, Elisa Bandini, sottolinea l’importanza di proseguire nel confronto costruttivo con l’azienda: “La CIGS non può essere la soluzione definitiva. Abbiamo chiesto all’azienda di aprirsi al dialogo e di utilizzare ogni spazio disponibile per ricollocare i lavoratori nei reparti ancora attivi. La FEMCA-CISL continuerà a vigilare perché siano rispettati i diritti e la dignità di chi, con impegno e professionalità, ha contribuito per anni alla produzione e alla crescita dello stabilimento di Aprilia”.
“Ad oggi, pertanto, i lavoratori del reparto Sintesi restano dipendenti dell’azienda, seppur ancora sospesi in CIGS per cessazione. Le scriventi Organizzazioni ribadiscono il proprio impegno a proseguire il confronto con l’azienda e con le istituzioni competenti affinché vengano individuate soluzioni industriali eoccupazionali concrete per garantire il futuro dei lavoratori e dello stabilimento di Aprilia”.
P.N.