La scomparsa del presidente dell’Associazione dei Carabinieri ha destato sgomento in chi lo conosceva. Era stato anche comandante della Compagnia CC di Frascati
Fai buon viaggio maggiore Roberto Ferraro
Domenica 21 febbraio è deceduto all’età di 81 anni il maggiore dei carabinieri Roberto Ferraro, presidente della sezione di Pomezia dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri. Importante la carriera di Ferraro nell’Arma. Arruolatosi come sottufficiale, fu promosso poi ufficiale e da capitano ha comandato il reparto operativo della compagnia dei carabinieri di Frascati e successivamente è stato vicecomandante del reparto elicotterista dei carabinieri di Pratica di Mare, andando in pensione con il grado di Maggiore. Era tutto quello che si richiede ad un carabiniere. Era infatti considerato dai suoi superiori un comandante preparato, era stimato dai suoi subalterni, rispettato da tutti per le sue doti umane e per essere sempre e comunque a tutela dei cittadini. Un encomiabile servitore delle istituzioni, una persona che si è sempre mostrata degna di indossare la divisa dell’Arma. Andato in pensione si è dedicato ad iniziative nel suo quartiere e poi alle attività della sezione di Pomezia dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri dove è stato eletto presidente ininterrottamente per oltre 15 anni. Sotto la sua presidenza l’Associazione Carabinieri ha avuto una propria sede dove ha dato vita a molte iniziative di grande prestigio: vedi la realizzazione del Monumento ai caduti di Nassiriya; l’intitolazione della sezione alla medaglia d’oro al valore militare, il generale dei carabinieri Umberto Rocca con la presenza spesso a Pomezia dell’interessato; il servizio al Museo Lavinium; ma anche mostre e manifestazioni dell’Arma, con una partecipazione assidua ad appuntamenti istituzionali locali e nazionali. Grazie a lui la sua associazione ha centinaia di iscritti, ha realizzato una stretta collaborazione tra le rappresentanze delle varie armi in congedo, con cui ha organizzato le varie partecipazioni istituzionali e le molteplici iniziative sociali e ricreative. La sua presidenza è stata un importante punto di riferimento per le istituzioni, per altre associazioni, per i cittadini. Fondamentale l’impegno nel fare conoscere i valori dell’Arma e di farla sentire amica e vicina alla nostra comunità. Il “Maggiore”, era una persona coinvolgente, umile, autoironica, la sua simpatia ti conquistava subito, aveva la capacità di aggregare e di farsi volere bene. Era soprattutto una persona perbene. Era riuscito a sconfiggere il Covid, ma successivamente nulla ha potuto contro un male incurabile. Al suo funerale tenutosi il 22 febbraio presso la chiesa di San Bonifacio hanno partecipato il sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà a testimoniare il rispetto della città, il comandante dei vigili urbani di Pomezia Angelo Pizzoli; una qualificata rappresentanza dell’Arma dei Carabinieri sia in servizio, che in congedo, tra cui il capitano Marcello Pezzi, comandante della Tenenza di Pomezia; il comandante della stazione dei carabinieri di Pomezia maresciallo Roberto Orsaia. A rendere gli onori militari vi era un picchetto d’onore dei carabinieri, le Associazioni d’Arme con le loro bandiere guidate dal comandante Interforze di Pomezia, il colonello dell’aeronautica Cosimo Romano. Un bersagliere ha suonato con la tromba il silenzio fuori ordinanza. Un omaggio del presidente dell’Associazione Bersaglieri di Pomezia Emilio Dionisi all’amico scomparso.
Presenti anche i consiglieri comunali Mengozzi, Pagliuso e Zanin; Claudio Mazza segretario generale dell’Unpli Lazio ed una rappresentanza della Pro Loco di Pomezia; una rappresentanza del nostro giornale “Il Pontino Nuovo” con cui ha collaborato; il presidente del suo quartiere, Nuova Lavinium, Francesco Di Ruocco; altri esponenti di Comitati di Quartiere e di altre associazioni. Vi erano soprattutto i soci dell’Associazione Nazionale Carabinieri sezione di Pomezia, quelli delle altre associazioni e i tanti amici che in gran parte sono rimasti ordinatamente fuori durante la cerimonia funebre in chiesa dove ha tenuto la commemorazione l’avv. Lorenzo Reveglia, presidente dell’associazione carabinieri elicotteristi di Pomezia. L’exSindaco Attilio Bello oltre al suo personale cordoglio per la scomparsa dell’amico, si è fatto portavoce delle condoglianze degli amici di Singen che ricordano l’accoglienza che riservava loro il presidente Ferraro. Tutti si sono associati al dolore della moglie Ada, dei due figli e degli altri familiari presenti.
Le sue spoglie mortali riposeranno nel cimitero di Cascia.
Ferraro da anni aveva una casa a Fogliano, una frazione di Cascia, paese della moglie, la signora Ada, in cui si recavano soprattutto nel periodo estivo e dove, raccontava, volevano stabilirsi appena sarebbe stato possibile.
La scomparsa del maggiore Roberto Ferraro è stata sicuramente una grande perdita per la sua famiglia, per l’Associazione Carabinieri, per i suoi amici, per la stessa Pomezia che perde uno dei suoi cittadini migliori.
Fai buon viaggio amico mio.
La moglie del maggiore Roberto Ferraro signora Ada mi ha chiesto di comunicare che ringrazia di cuore, insieme ai suoi figli, tutti per l’affetto che hanno avuto per Roberto e la vicinanza che hanno dimostrato alla loro famiglia. Ha sottolineato che sapevano che Roberto era voluto bene da tutti, e questa grande dimostrazione di affetto ne è stata la conferma ed è di grande conforto in questo momento per loro così difficile.
Antonio Sessa
Dal Bersagliere al Carabiniere
Pochi giorni sono passati da quando ci hai lasciato… ma nella mia mente ancora echeggia quell’ultimo messaggio vocale che mi inviasti, ultima testimonianza della grande amicizia che ormai ci legava e che per sempre ci legherà. Mi facesti i complimenti perché nonostante tutto, nonostante le difficoltà ed il terribile momento eravamo riusciti con l’Amministrazione Comunale e le nostre Associazioni d’Arma, ad organizzare l’evento della posa della targa commemorativa posta sul ceppo in ricordo delle nostre vittime del Covid, e grazie a tutto questo, quella giornata rimase impressa nella mente di tutti i nostri concittadini, e Autorità locali.
Non sai quanto fu importante per me sentire quel tuo complimento “BRAVO”… detto da te che eri un uomo che raramente elargiva complimenti, mi sentii onorato e lusingato. Ma in tutti questi anni ormai avevo imparato a conoscerti bene, ad apprezzare le tue virtù (che erano molte) a comprendere i tuoi sfoghi e a condividere con te le tue amarezze che spesso erano anche le mie.
Eri un uomo umile e rispettoso, sempre pronto ad aiutare il prossimo; non ostentavi mai i tuoi gradi e la tua importanza anzi ci scherzavi sopra.
Indelebile nei miei ricordi resta la tua battuta, quando ti chiedevano: Ma lei è maggiore? E tu rispondevi: Si di quattro fratelli! Quante esperienze passate assieme….quanti eventi cosi tanti ormai che faccio fatica a ricordarli tutti; insieme eravamo riusciti ad unire oltre che le nostre amicizie le nostre diverse appartenenze a corpi militari, tanto che ormai non c’era evento o manifestazione che non ci vedesse protagonisti con le nostre associazioni.
Spesso nella nostra sede di Viale Guerrazzi ci ritrovavamo seduti vicini nel nostro ufficio, a parlare del tempo passato, delle esperienze vissute e di come eravamo ormai stanchi e affaticati di tutto; ma bastava uno sguardo, il pensiero di una manifestazione magari qualche giorno dopo ed ecco che la scintilla si accendeva ed eravamo pronti a ripartire come fosse il primo giorno.
Quante volte mi sono appoggiato alla tua spalla e tu alla mia; ci siamo fatti forza a vicenda e per anni ci siamo sostenuti e con noi le nostre associazioni alle quali dedicavamo buona parte del nostro tempo e delle nostre energie.
Avevi due grandi amori nella tua vita: la Famiglia e l’Arma!; tua moglie Ada e i tuoi ragazzi con i loro figlioli erano la tua grande gioia. Fino all’ultimo hai tenuto alto l’onore dell’Arma; poi mi accorsi che negli ultimi tempi che non eri più lo stesso. Purtroppo il tuo stato di salute andava peggiorando ma tu, nonostante questo non cedevi, continuavi a combattere con sguardo fiero e petto in fuori, in ogni manifestazione o evento cercavi sempre di essere presente e lo facevi con l’orgoglio e la fierezza che hanno sempre contraddistinto la tua esistenza.
Un giorno, in occasione di una cerimonia particolare mi confidasti, con il tuo fare ironico, un tuo desiderio che mi lasciò da un lato sorpreso ma dall’altro mi fece molto piacere. Mi dicesti che un giorno, quel giorno, avresti voluto la tromba di un nostro Bersagliere; io ti guardai con aria sbigottita e divertita perché ti conoscevo bene e sapevo che ti piaceva tanto scherzare, ma poi capii che invece dicevi sul serio. Ed è proprio per questo, quando quell’infausto giorno purtroppo è arrivato, quella promessa, quella frase sussurrata tra due amici è diventata per me un solenne giuramento che ho mantenuto e che ti ha accompagnato durante il tuo viaggio, sino alla tua ultima dimora, alla tua amata città di Cascia. La tua mancanza non sarà soltanto fisica, il grande vuoto che Tu hai lasciato è quello del tuo spirito, dell’amico sempre pronto alla battuta, dell’ufficiale dell’Arma sempre pronto all’azione e alla difesa dello Stato, del padre di famiglia amorevole e protettivo.
Per “Semper Fidelis”
dal tuo bersagliere
Emilio Dionisi