Intervista a Maria Dimasi responsabile di Forza Italia nel Comune di Pomezia
Per una politica di cambiamento
Maria Dimasi, responsabile di Forza Italia di Pomezia, è stata tra i fondatori nella nostra città del “Centro Destra Unito” che comprende Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Cambiamo con Toti.
- Perché voi di Forza Italia avete deciso di aderire al Centro Destra Unito e quali saranno gli argomenti che intendete porre all’attenzione dei vostri alleati?
“Abbiamo aderito perché abbiamo verificato che vi sono argomenti ed obiettivi comuni che vanno dal sostegno per il sociale, alla riqualificazione della città, dal recupero dei fondi europei a disposizione per le realtà comunali che ne richiedono accesso anche per riappropriarci di strutture, cosiddette “ecomostri” per riconsegnarle poi, nelle mani dei cittadini. Inoltre fin dalle prime riunioni del Centro Destra Unito ci siamo incontrati con persone preparate e desiderose come noi di lavorare a stretto contatto e con una unità di intenti veramente apprezzabile”.
- A Pomezia state dando vita ad organizzazioni del partito, vedi Azzurro Donna e Forza Italia Giovani, con gente nuova alla politica, come mai questa decisione?
“E’ una nostra precisa scelta. Vogliamo dare spazio a nuovi volti, non creare barriere interne. Forza Italia è un partito moderato e liberale quindi siamo inclusivi soprattutto con quei cittadini che fino ad ora non si erano avvicinati alla politica perché non vi era spazio per un reale ricambio”.
- Non temete che con il prossimo congresso locale arrivino i soliti personaggi che passano da una bandiera all’altra in cerca di una visibilità personale che possano bloccare questo vostro radicale rinnovamento? Cosa farete per impedirlo?
“Sono i pro e contro della democrazia. Noi crediamo nel significato profondo di questa parola e nel dare pieni poteri ai nostri iscritti; convinti che si andrà verso la scelta più responsabile. Sia ben chiaro che il partito che vogliamo costruire deve rispondere a delle precise esigenze di cambiamento che non deve essere solo di persone ma anche nel modo di pensare la politica, che non deve essere un esercizio di potere ma un servizio da dare ai cittadini”.
- L’attuale gruppo dirigente di Forza Italia di Pomezia ha fondato e si adopera in una associazione di volontariato “Pomezia Aiuta” . Perché questa scelta?
“Pomezia Aiuta” è la risposta a quando diciamo che la politica è soprattutto un servizio da dare ai cittadini.
In tal senso crediamo che soprattutto in questo momento non possiamo lasciare indietro chi soffre e chi ha davvero bisogno come le tante realtà e famiglie del territorio; per questo stiamo sostenendo il sociale attraverso “Pomezia Aiuta – Caritas” e tutti i canali disponibili. Mi creda è un lavoro complicato e difficile perché le richieste di aiuto sono tante e riguardano non solo le persone ma anche gli animali domestici. E’ un lavoro quotidiano, soprattutto per quel che riguarda la nostra associazione, di supporto alla Caritas di San Bonifacio che è un grande punto di riferimento per chi ha bisogno. Ma gli interventi della nostra associazione riguardano anche altri aspetti di tutela che vengono offerti agli inquilini dell’Ater e ai cittadini nei confronti di altri enti erogatori di servizi”.
- Con la pandemia sono aumentate le famiglie che anche a Pomezia hanno bisogno di un sostegno economico. Come associazione avete il polso della situazione e quindi le chiedo, come è la situazione e cosa dovrebbe fare il Comune per supportare le Caritas e le associazioni come la vostra che si prodigano ad aiutare chi ha bisogno e le stesse famiglie indigenti?
“Intanto ascoltare noi Associazioni e le Caritas, perché conosciamo bene la situazione e i disagi delle famiglie e dove e come intervenire. In questo momento uno degli obiettivi prioritari dell’amministrazione comunale deve essere quello di aiutare le tante famiglie in difficoltà”.
A.S.
La denuncia di Latium Vetus per il cemento in arrivo
Ex Tacconi nella preistoria
Sapevate che Pomezia vanta nel proprio territorio ben 4 geositi preistorici? Si tratta di 4 luoghi, ufficialmente inseriti nel Catasto Regionale dei geositi della Regione Lazio, a testimonianza della storia della Terra e dell’antichissima formazione geologica del territorio, tra i quali la colata piroclastica del Rio Torto, la duna antica a Campo Iemini e le argille preistoriche della cava di Pratica di Mare e della ex cava Tacconi. Al vertice di questi gioielli del territorio pometino, risultano essere proprio le sabbie e le argille Plio-Pleistoceniche della ex cava Tacconi. Pensate, un sito dove è riemerso il fondale di un antichissimo oceano, risalente a circa un milione di anni fa.
Un sito oggetto di decine di pubblicazioni scientifiche, dove sono state censite, come in pochi altri siti in Italia, centinaia di specie di molluschi e bivalvi che componevano la ricchissima fauna marina della nostra costa in età pleistocenica, fra le quali l’Arctica Islandica, un bivalve oggi stanziale dell’Atlantico settentrionale che colonizzò i nostri mari durante le ere glaciali. Un vero unicum che la città di Pomezia avrebbe il dovere di tutelare, valorizzare e far conoscere e che invece... è stato consegnato alla speculazione edilizia con la scusa della ‘riqualificazione’.
Purtroppo, è drammaticamente vero. Nonostante il convegno dal titolo “I geositi di Pomezia: tutela del patrimonio e pianificazione del territorio”, organizzato il 19 giugno 2015 dagli amministratori del Comune di Pomezia, le speranze di vedere degnamente valorizzato il principale geosito di Pomezia sono naufragate con l’approvazione, lo scorso 27 ottobre 2020, della delibera n. 47/2020, con la quale il consiglio comunale di Pomezia, a guida Movimento 5 Stelle, ha di fatto aperto le porte ad una lottizzazione da 140.000 mc di cemento. Un atto dovuto, a detta di alcuni amministratori comunali - sebbene nessuno tribunale né ente superiore abbiano mai intimato l’approvazione di questo progetto edilizio. A detta di altri, un atto di ‘riqualificazione’ territoriale, da realizzarsi con una #speculazione #edilizia su suolo agricolo ed inedificato che porterà alla nascita di una nuova periferia urbana e all’insediamento di oltre 1500 nuovi abitanti a soli 50 metri dalle sponde di uno dei geositi più importanti d’Italia - e ad un solo chilometro dal parco archeologico dell’antica Lavinium - in una zona di aperta campagna lontana dal perimetro urbano.
Stiamo finendo di distruggere il territorio scampato alle devastazioni dei decenni scorsi? Con la scusa della ‘riqualificazione’, il Comune di Pomezia consegna un nuovo scempio urbanistico alle future generazioni? Associazione Latium Vetus chiama a raccolta i cittadini, le associazioni e i comitati di Pomezia contrari a quella che viene reputata una follia, figlia di una politica miope ed incapace, che rischia di devastare il territorio e di deturpare le ricchezze ambientali della Città di Pomezia.
Associazione Latium Vetus