A due mesi di distanza dalla sua scomparsa è stata promossa una raccolta firme per intitolargli una strada di Pomezia
Caponetti riusciva ad ascoltare tutti
Poco più di due mesi fa, il 17 dicembre del 2020 ci lasciava Claudio Caponetti
In una citta giovane come Pomezia, Caponetti che aveva gli stessi anni della sua città, essendo nato il 1938, è sicuramente una sua figura storica per gli importanti ruoli che per lungo tempo, ha rivestito.
Caponetti, che si considerava soprattutto un militante della Democrazia Cristiana, è stato sindaco di Pomezia dal 30 novembre 1966 fino al 21 marzo del 1978, successivamente dal 10 settembre 1983 al 25 febbraio 1984 e dal 10 agosto 1984 al 6 dicembre 1985; inoltre per quasi 30 anni è stato ininterrottamente consigliere comunale e per un periodo, dal 1979 al 1980, anche consigliere regionale. Caponetti è stato sicuramente il più importante punto di riferimento amministrativo di tutte le fasi di sviluppo del polo industriale pometino e della crescita economica e sociale della città. Tanti cittadini di Pomezia si sono associati al lutto dei suoi familiari ricordando l’amministratore pubblico, ma anche l’uomo di sport che aiutava le società locali, il cittadino rispettato da tutti. Proprio per questo molti hanno stigmatizzato il comportamento deplorevole dell’amministrazione comunale che durante i funerali ha brillato per la sua assenza.
Hanno fatto bene alcuni cittadini a promuovere l’intitolazione di una strada a questo loro concittadino sicuramente meritevole. Ma ecco un accorato ricordo del figlio Marco Caponetti.
“UN RICORDO
DI MIO PADRE
Non è semplice sceglierne uno tra i tantissimi, ma è nello stesso tempo facile, era la sua capacità di ascolto e attenzione, tra i suoi mille impegni quando tornava a casa mi chiedeva come fosse andata la giornata e con la paziente attenzione, nonostante la stanchezza ascoltava le mie richieste di consiglio. In tanti mi hanno confermato questa sua dote, ascoltava tutti senza fare differenze, lavoratori, imprenditori o disoccupati, ascoltava i loro problemi e laddove possibile avrebbe trovato le soluzioni, ma tutti andavano via consapevoli che il loro problema era in buone mani. Ecco, il pregio più grande di mio padre era la vera capacità di ascolto. Ricordo che ha aiutato a trovare lavoro a centinaia di persone, che ancora oggi si ricordano la sua disponibilità ad accoglierli in tutte le parti in cui si trovava, in Comune sotto la porta principale, davanti l’edicola di Fosco davanti il bar della signora Luigina, lui era il Sindaco del Popolo. Con l’occasione insieme alla mia famiglia vogliamo ringraziare Antonio Panaccione, Angelo D’Avino, Il Pontino, Il Corriere della Città e tutti gli amici e cittadini che hanno sottoscritto la petizione, per intitolare una via o una piazza di Pomezia in ricordo di mio padre Claudio Caponetti”.
A.S.