Collettiva d’arte contemporanea dell’associazione AssoPleiadiArte
L’Uovo a regola d’arte
Con la locuzione “a regola d’arte” s’intende un insieme di tecniche, le più corrette, per l’esecuzione di un lavoro. In questo caso si è trattato di raffigurare l’uovo, simbolo di una nuova vita che nasce dal guscio, ma anche di nuove speranze o di un rinnovamento personale e spirituale.
Nelle cosmogonie di quasi tutti i popoli l’uovo è simbolo universale di fecondità perché assicura la sopravvivenza della specie.
La forma rotondeggiante, che non ha né inizio né fine, è quindi l’emblema della perfezione divina. Si pensi anche al guscio che nasconde agli occhi quello che accade al suo interno: è il mistero della vita, a cui non sappiamo ancora dare una completa spiegazione.
La mostra collettiva d’arte contemporanea “L’uovo a regola d’arte” che si è svolta nei giorni 11-12-13 ottobre 2024 nei locali della Torre Civica di Pomezia, ha propostonumerose opere, unendo il classico all’innovazione mediante soggetti, supporti e materiali originali: tele, gessetti, olio, acrilici, fotografie, cartone, legno e scultura.
Trentanove le opere, diverse uova decorate dai bambini del Circolo Didattico Trilussa di Pomezia e la scultura“La rinascita” del maestro Massimo Manzo.
La prof.ssa Ingrid Lazzarini ha introdotto l’argomento con un’interessante ricerca sull’uovo che ha concluso affermando: “La cultura, ha trasposto nel corso dei millenni il significato “generativo” dell’Uovo, nei propri vari campi di interesse, affermandone senza alcun dubbio la connotazione universalmente intramontabile di bellezza”.
Mentre l’artista Maria Antonietta Mosele ha condiviso la sua testimonianza sull’antica tradizione dell’uovo della Rogazione ad Asiago, terra da cui proviene: “La tradizione vuole che sia la ragazza a regalare l’uovo al ragazzo. E così, si vedono i giovani correre qua e là a chiedere l’uovo alle ragazze le quali, se il richiedente risulta simpatico oppure è un amico, glielo consegnano, altrimenti no”.
Molte opere esposte si avvicinavano alla corrente metafisica, che va al di là dell’esperienza dei sensi; alcune richiamavano atmosfere oniriche, altre surreali proprio per quanto detto prima.
In alcune opere l’uovo rappresentava la maternità, la protezione e la cura dei propri cari, in altre semplicemente cibo, ma non bisogna fermarsi all’estetica, ma approfondire il messaggio che veicola perché l’arte è soprattutto pensiero e concetto.
La collettiva ha avuto un enorme successo, molti sono stati, infatti, i visitatori, incuriositi anche dal soggetto del tutto particolare. Il sindaco di Pomezia, Veronica Felici, durante la sua visita, ha ricevuto in dono l’opera “Ovusreticolatus” del maestro Paolo Sommaripa, il quale ha voluto ringraziarla della sua presenza a ogni manifestazione dell’associazione AssoPleiadiArte.
Il sindaco ha scritto, poi, sul suo profilo social: “La Mostra collettiva - nella Torre Civica di Piazza Indipendenza- di Assopleiadiarte “L’uovo a regola d’arte” è stata un’affascinante scoperta! Rinnovo i miei complimenti agli artisti che hanno saputo trasmettere profondi valori attraverso l’originale interpretazione di quello che da sempre, nella storia dell’umanità, è stato un simbolo di rinascita e mistero, ma anche di qualcosa che appartiene alla quotidianità”.
Gli artisti che hanno partecipato sono: Rita Ceccanti, Roberto De Luca, Marta Francario, Luigia Gabrieli, Simona Giovannini, Cathy Kieffer, Ingrid Lazzarini, Aurora Mammone, Massimo Manzo, Micol Manzo, Michele Martini, Maria Nicoleta Miron, Maria Antonietta Mosele, Michela Rago, Sonia Scognamiglio, Maria Cristina Serra, Paolo Sommaripa, Rossana Urbani e Grazia Zdrilich.
Manuela Mazzola
Mostra celebrativa per i 50 anni di attività
L’arte di Sommarì
Grande successo per il maestro Paolo Sommaripa che ha festeggiato i suoi cinquant’anni di attività artistica presso la Torre Civica alla presenza del primo cittadino di Pomezia, Veronica Felici, la quale ha inaugurato l’evento con il taglio del nastro.
La mostra, dal 16 al 20 ottobre, ha evidenziato il suo itinerario formativo dal 1974 al 2024, mettendo in luce la crescita di Sommarì. Paolo ha vissuto diversi periodi artistici, durante i quali ha sperimentato tecniche, stili e ogni tipo di supporto.
Attualmente siamo nel periodo che definiamo “azzurro”, simbolo di tranquillità e pace, ma anche di spiritualità e creatività; è il colore del cielo e del mare, in stretta connessione con la Natura.
Dunque, il maestro è in un periodo di piena soddisfazione, connesso con se stesso e con l’ambiente che lo circonda.
Le ultime opere, metafisiche, raffigurano i Guardiani del Tempo, spiriti che presiedono a luoghi specifici e seguono, osservano gli uomini e le donne su questa terra attraverso il flusso del tempo, monitorando la loro crescita personale e spirituale.
Negli ultimissimi dipinti si notano: la trasparenza del colore, la campitura delicata che non si distingue, il tocco di bianco chefa risplendere i soggetti;c’è assenza di tempo, di vento, di movimento, c’è soltanto la presenza della scintilla dell’arte che brucia.
“Un percorso espositivo – ha detto il sindaco - emozionante e coinvolgente! Rinnovo i miei complimenti a Paolo e gli auguri per la sua lunga carriera artistica che lo lega da sempre alla nostra città”.
Circondato da amici, allievi, artisti del territorioe di altre città, arrivati proprio per celebrare l’anniversario del loro maestro visionario, ha così affermato: “Ho voluto sempre seguire la strada della mia immaginazione, non ho voluto contaminazioni, è stato un percorso lungo e difficile rimanere se stessi, ma sono stato sempre attento ai cambiamenti, perché l’arte è in cammino, è in continua evoluzione e io interpreto le miserie umane nel flusso del tempo”.
Sommarì ha tracciato una storia, ormai solida, nell’arte contemporanea, un viaggio ben dettagliato nel libro “Paolo Sommaripa pittore dell’arte immaginaria”.
Dalle opere esposte, scelte tra un corpus di più di quattrocento, crediamo che il cammino professionale di Sommaripa coincida con quello della sua anima e gli auguriamo che il soffio creativo possa spingersi sempre più lontano.
Manuela Mazzola
Ridateci i parcheggi pubblici
Il 7 novembre l’avvocato Giovanni Di Battista in nome e nell’interesse dell’Associazione “La Lente” ha segnalato al sindaco Veronica Felici e all’assessore ai lavori pubblici Giuseppe Francioni, la situazione venutasi a creare nella zona centrale, via Santorre di Santarosa e zone vicine.
“Da tempo immemorabile i residenti nella zona parcheggiano regolarmente le loro auto nella piazza e zona circostante, via Santorre di Santarosa, via Silvio Pellico, etc.
Essi dunque, di fatto hanno acquistato il diritto di pubblico uso, come da situazione analoga già riscontrata nel territorio comunale.
Accade, ora, da qualche tempo, che i proprietari delle aree circostanti hanno recintato dette aree impedendo ai residenti di parcheggiare le loro auto come è sempre stato fatto.
Questa situazione pregiudica gravemente la qualità della vita dei residenti che si trovano a dover parcheggiare lontano dalla loro abitazione.
La zona centrale di Pomezia è priva di spazi pubblici sicché gli abitanti degli immobili sono impediti da qualsiasi possibilità di parcheggio.
I cittadini, pertanto, a mezzo dell’Associazione La Lente chiedono all’amministrazione che provveda alla tutela dei residenti mediante l’esproprio per pubblica utilità delle aree in questione o, comunque, alla regolamentazione della sosta in modo da tutelare i diritti dei residenti”
A sua volta il presidente dell’Associazione “La Lente” Vittorio Savioli ci ha detto:
“Con questo sollecito dell’avvocato Di Battista, che fa seguito a quello già protocollato in data 25 marzo 2024 presso il Comune di Pomezia, e accompagnato da 450 firme di residenti del quartiere Pomezia centro e cittadini di questo comune, l’associazione “La Lente” vuole attirare l’attenzione del sindaco e di tutta l’amministrazione sul gravoso problema che si sta verificando nella zona del centro della città, e precisamente in via Santorre di Santarosa e via Silvio Pellico. Come da foto allegate (prima dell’inizio dei lavori e ora), si evidenzia come era importante per il quartiere quel parcheggio.
L’associazione chiede a questa amministrazione di restituire ai cittadini del quartiere e a quanti ne usufruiscono per le attività commerciali ivi esistenti, quelle aree che per oltre 30 anni sono state utilizzate come parcheggi pubblici. Da uno storico rinvenuto, già negli anni precedenti nei piani comunali vi era in previsione un esproprio di queste aree, proprio per questa destinazione. chiediamo a nome di tutti i cittadini, un intervento urgente e risolutivo del gravoso problema, e tornare ad una sostenibile vivibilità del quartiere e decoro del centro urbano”.
A.S.