La draga non è idonea per le necessità di Anzio
Dragaggio porto
Abbiamo esultato per essere in possesso di tutte le quote della Capo d Anzio, il porto delle nebbie sembrava fosse finalmente baciato dal sole e tutti erano contenti. Avevamo così implorato gli Dei dell’Olimpo, che “Giove” in persona era sceso per darci una mano. La Regione ci dava i soldi per il ripascimento delle spiagge atto a vincere l’erosione della costa e dragare il canale del porto. Bene, tutti a visitare “Giove” e fargli riti propiziatori. Sembrava già tutto fatto, ma ahimè qualcosa è andato storto. La storica draga Giove, che tutti noi ricordavamo da bimbi, ha un pescaggio di 2.5 MT (troppo) e non è munita di pompe con i tubi galleggianti per scaricare la sabbia a riva e quindi è costretta a scaricare a 100 mt dalla spiaggia. Lavoro completamente inutile! Vediamo se magari la Regione possa revocare il finanziamento ad un lavoro senza senso. Lavoro partito in ritardo, con una ricognizione Antimine fatto ai limite della regolarità da un ipotetico geometra che da eroe si e “accollato” questa grande responsabilità, il tutto per risparmiare 50.000 euro che non avevamo. Ed ora? Ora scarichiamo sabbia lontano dalle spiagge che non usufruiranno di alcun beneficio. E la Regione paga......
Lina Giannino PD
Ringraziamenti
Avss Protezione Civile Tricolore Odv Anzio ringrazia il nostro Assessore di riferimento Gianluca Mazzi per averci ascoltato ed aver preso in carico dei progetti importanti per il nostro territorio, siamo straconvinti che dopo un lungo colloquio sia nata una sintonia fra le parti con l'obbiettivo: il bene di Anzio. Infine lo ringraziamo per aver reso possibile lo svolgimento della campagna vaccinale, mettendoci a disposizione le transenne comunali.
Il Presidente
Francesco Zuccaro
Aumenta la reazione al disagio nella zona di Sacida - Padiglione - Lido dei Pini - Lavinio
Un nuovo Comitato contro il degrado
Non so se c’è bisogno di un altro comitato sul nostro territorio dove se ne annoverano già almeno una decina. Spesso si fa confusione nel considerare l’azione e le finalità di un comitato che dovrebbe essere, come stabilisce il Codice Civile, “un organismo formato da un numero ristretto di persone per portare a termine un’iniziativa, un compito d’interesse collettivo”. Quindi i comitati dovrebbero essere a tempo e cioè dovrebbero restare in vita per il tempo necessario per raggiungere lo scopo per cui furono creati e poi estinguersi. Fanno eccezione i comitati di quartiere che assumono una funzione piu strutturale in quanto si occupano di realizzare attività e prendere iniziative su aspetti molteplici della vita di un quartiere. In Anzio la maggioranza dei comitati sono intitolati a quartieri che formalmente non esistono e, troppo spesso, servono solo a qualche giovane ambizioso per avere un piccolo bacino elettorale da spendere alle prossime elezioni amministrative. Si chiamano comitati usa e getta; durano il tempo necessario per far raggiungere al suo presidente lo scopo che si era fissato nel fondarlo. Alcune volte si forma un comitato di zona con lo scopo di assecondare la politica “al potere” e serve all’istituzione locale per avere una “claque” buona per controbilanciare un dissenso prevalente. Non è che un comitato debba necessariamente nascere per contrastare l’attività di una giunta comunale; ma generalmente esso viene formato intorno ad un dissenso e quindi con l’intento prevalente del confronto quando non dello scontro.
Il comitato che si è formato nella zona di Sacida-Lavinio-Padiglione-Lido dei Pini, non sembra far parte dei comitati “strumentali” perchè nasce con uno scopo specifico che è quello di reagire all’aggressione ecologica che è in atto dal 2012 nella zona a nord del Comune di Anzio, in una zona industriale che, anche per l’inerzia delle istituzioni, è diventato un quartiere fortemente antropizzato. Si chiama Comitato Per la Difesa del Territorio e quindi è pienamente nelle prerogative legali per definirsi comitato in quanto il suo obiettivo è quello dell’ottenimento ed il mantenimento di condizioni ambientali accettabili e prive di rischi da parte degli abitanti della zona interessata. Nonostante l’attività di altre associazioni l’azione di degrado della zona resta alta e così la concentrazione di entità inquinanti a cominciare da quelle che sono presenti da decenni e da altre che normalmente non vengono annoverate per il loro impatto ambientale. Mentre due comitati, nati per il contrasto al biogas, non danno piu segni di vita da anni, mentre altri comitati e gruppi organizzati hanno obiettivi molteplici e, forse, non possono esercitare azioni di intervento per propri limiti formali, il Comitato per la Difesa del Territorio appare agile ed agguerrito per esercitare un’azione specifica di controllo dell’ampio territorio di cui vuole occuparsi che è quello della zona industriale di Anzio e delle aree limitrofe di Lavinio e Lido dei Pini, dove altri comitati sono in altre faccende affaccendati, ma che dai miasmi e dai rischi causati dalla zona industriale non possono certamente ritenersi esenti. Vedremo che farà il nuovo comitato, vedremo quale grado di professionalità saprà mettere in campo, vedremo come contrasterà i cattivi odori del tipo di quelli che si sono manifestati nell’estate scorsa, vedremo come saprà incidere nell’azione di contrasto alle aree pubbliche invase dai rifiuti. Se il lavoro sarà coerente con gli obiettivi di difesa della gente, se i componenti del nuovo comitato saranno concreti i risultati si vedranno e tutti i cittadini onesti e benpensanti non potranno che apprezzarne l’attività.
Sergio Franchi
Servizi sociali fuori controllo
I servizi sociali di Nettuno, come tutta l’amministrazione Coppola, sono allo sbando. In balia delle onde. E non bastano i soliti comunicati dove l’assessora Noce spaccia l’acqua calda come una sua preziosa scoperta per nascondere la reale situazione del settore. Come dicevamo i servizi sociali sono fuori controllo, senza sicurezza, senza gestione con il risultato anche di perdere il ruolo di capofila prima della naturale scadenza. È di questi giorni la notizia che molti centri estivi non potranno partire perché è mancato un confronto costruttivo tra le associazioni e gli uffici comunali. Cosa di per sé stessa vergognosa perché chi ci rimette sono gli utenti e le loro famiglie. Persone che hanno la necessità di questi centri o perché entrambi i genitori lavorano o perché hanno figli che necessitano il contatto sociale. Senza dimenticare poi tutte quelle ragazze e quei ragazzi che in questi centri ci lavorano.
Cosa questa che si affianca al fatto che Coppola e la Noce, si erano appena “dimenticati” la spiaggia dei disabili. Ma che importa questo al sindaco, all’assessora o a chi comodamente prende un stipendio? Nulla. Loro sono comodamente ammantati della loro arroganza e del loro stipendio con buona pace per chi ha bisogno e si sente abbandonato dalle istituzioni.
Eppure ai servizi sociali di Nettuno non accadono solo queste cose, di per sé già gravissime, ma si viene a sapere che durante un furto, che puzza di bruciato, è scomparso un computer, uno solo, proprio quello dove sarebbero custoditi molti dati sensibili tra i quali quelli delle persone più fragili di Nettuno e delle loro famiglie. Dalla ricostruzione della stampa sembrerebbe, a dir poco incredibilmente, che chi lo ha prelevato sia andato sul sicuro, eludendo le telecamere e senza dover perdere tempo a prendere altro. Tutto alquanto rocambolesco ed onestamente strano. Senza tralasciare ovviamente la totale mancanza di sicurezza degli uffici comunali dove a quanto pare si può entrare durante gli orari di chiusura totalmente indisturbati, per la quale falla chiederemo conto alla segretaria comunale, dobbiamo rimarcare ulteriormente che i dati di questo computer sembrano essere così sensibili che tutte le peggiori ipotesi appaiono percorribili.
Un vero attacco alla privacy che rischia di creare ulteriori danni a coloro che già per la propria condizione di difficoltà dovrebbero essere solamente tutelati e che contestualmente potrebbe rendere impossibile il controllo sulla correttezza delle procedure attuate dal comune. Quindi alla luce di tutti questi eventi, che seguono decine di altri avvenuti nel settore dei servizi sociali in questi mesi, dovrebbero semplicemente dimettersi tutti se avessero un minimo di dignità o di senso delle istituzioni.
L’assessora Noce e il sindaco Coppola sono gli stessi che hanno perpetrato la diminuzione dei fondi per il trasporto dei disabili ed hanno gestito in modo assurdo la distribuzione dei buoni alimentari, senza raziocinio, non sembra infatti essere stato nemmeno seguito l’ordine di arrivo delle domande, per poi finire con interromperne ad un certo punto la distribuzione con il risultato di lasciare molta gente senza, facendo così figli e figliastri. Ma tanto la supercolla che tiene attaccati questo sindaco e la sua giunta alle poltrone non farà accadere nulla e la città di Nettuno si troverà in breve tempo a dover incassare l’ennesimo schiaffo che a breve gli verrà “tirato” da costoro.
Roberto Alicandri
Marco Federici