Le riflessioni di Chitarrini dopo la tragedia di Giulia
Prevaricazione e barbarie
Premetto che queste considerazioni scaturiscono da uno stato d’animo dolorosamente sgomento e profondamente intimorito per la luttuosa tragedia della dott.sa Giulia Cecchettin e della sua famiglia. Una vicenda attraversata da particolari che aumentano il sentimento di Pietas e di ‘timore e tremore’(S.Kierkgaard): la sua giovane età, il fatto che la ragazza - sembra avesse promesso alla madre prima che questa spirasse- di laurearsi entro l’anno, la dignitosa compostezza del padre, le parole strazianti e coinvolgenti della sorella. lo zio, l’altruistico patema d’animo provato da Giulia nei confronti di colui che dopo pochi giorni sarebbe stato il suo assassino, il senso di annientamentodel padre dell’assassino. Tutti particolari che aggravano il senso di tragedia di una vicenda per la quale non vorrei commentare, perché anche la capacità riflessiva e analitica vienemenodi fronte a tanta violenza. Vorrei solo trovare nella parola scritta, una pur effimera catarsi, uno sfogo emotivo, che mi liberi da vaghi sensi dicolpa dovuti al solo fatto di essere uomo e dalla paura in quanto genitore. Uno sfogo quindi lungi da ogni pretesa di commento,delucidazione o, peggio ancora, tentativo di interpretazione-spiegazione.
Si dice che il femminicidio sia l’esito estremo di un antico sentimento, di un ancestrale paradigma dell’agire umano: il Patriarcato, il quale, invece di scemare con il percorso ‘civilizzazione’ (N. Elias), sembra insinuarsi sempre più nelle pieghe della nostra afflitta post modernità, in quello che viene definito ‘il disagio della civiltà’ (S.Freud), tessendo con malvagia maestria la trama attuale delle relazioni uomo/donna. Vista quest’ultima come oggetto, bene di proprietà da una umanità consumerista: l’uomo consumens che ha preso il posto dell’homo faber: individuo e sempre più ‘sorvegliante’ e ‘sorvegliato’.
Lo stupro come ratifica del possesso e sistema di potere che si modula a secondo delle circostanze storico-sociali, come prevaricazione-affermazione di un narcisismo ormai completamente sdoganato dai media, dalla ‘politica’ in generale. Una humus diffusa e pervasiva, che agisce ‘da remoto’, in maniera non deterministica, né effettuale, ma che in-forma di sé molte dinamiche della violenza, della prevaricazione e della relazione uomo donna. Come è possibile che proprio al giorno d’oggi, ai tempi del massimo dispiegamento della tecnica, nelle società plurali, differenziate, complesse, globalizzate, dell’intelligenza artificiale ecc. questo ancestrale archetipo sia ancora attivo con le sue ‘derivazioni’ e i suoi ‘residui’(V. Pareto) diretti e indiretti: un contenitore di orientamenti, valori, visioni del mondo, di micro, macro e sub culture, di concezioni capaci di orientare e ‘coartare’ l’agire dell’uomo contemporaneo. Penso (e molti altri lo pensano) che molte siano sue le manifestazioni nelle diverse forme societarie. Sono p. es. nelle parole del datore di lavoro che prima di assumere una donna le chiede se è sposata e se intende avere figli; nelle carriere, negli stipendi e salari più risicati e precari. E’nel fraseggio fatti di stereotipi, luoghi comuni, becerità da bar (adesso assunte anche a letteratura di successo). E’ nelle parole via social, o anche carta stampata,è negli odiatori, dei molti che dicono e pensano che se te la tiri prima o poi il lupo ti mangia; nelle canzoni rap, come nelle colorate tv commerciali che ‘hanno ‘sdoganato’ (e commercializzato)le forme di sessualità più stupide e avvilenti. E’ nelle spose bambine, così come è nei codici d’onore vigenti nell’Italia di oggi come in quella di appena ieri (ricordo da ragazzino il caso di Franca Viola negli aa 60) nel ‘familismo amorale’, nell’abolizione del reddito di cittadinanza che aiutava molte famiglie monogenitoriali, le restrizione all’opzione donna ecc. E poi ancora possiamo aggiungere il lungo deperimento dei consultori, la consuetaresidualizzazione dei finanziamenti per asili nido, per i centri di sostegno….. Un sottofondo di abitudini, consuetudini, convenzioni non direttamente collegabili, causa ed effetto, alle azioni di violenza e di criminalità nei confronti di genere c. Ovviamente, non costituiscono materia giudiziaria essendo antichi modelli comportamentali di natura socio culturale ed educativa ancora vigenti e che danno imprinting a eventi psicosociopatologici, ma anche a cambiamenti epocali: per esempio -paradossalmente- hanno anche contribuito all’attuale offuscamento della figura paterna nella famiglia, così come questa si era venuta a determinare findai primordi del capitalismo e la nascita della borghesia (la famiglia borghese).‘La speranza è la passione per il possibile’ -diceva S.Kierkegaard- e speriamo che il sacrificio di Giulia apra un percorso possibile come sembra annunciarsi, in questi giorni, dal sommovimento delle coscienze, nelle mobilitazioni e manifestazioni, nell’aumento delle denunce e delle segnalazioni ai centri antiviolenza che andrebbero potenziati. C’è da interrogarsi sul perché si sia dovuti arrivare al sacrifico umano, come nelle tragedie di 3000 aa fa.
Ben vengano i corsi di educazione sentimentale, sessuale, emotiva, affettiva, purchè non siano confinate in posizioni extracurriculare, come ‘materia’ in più -fra lo specialistico e il residuale- di pomeriggio un paio di volte a settimana. Questi insegnamentiinvece dovrebbero costituire materie a sé in orario scolastico, ma anche essere disciplinati in maniera trasversale, ‘attraversando’le materie curriculari e consuete. Occorre poi mettere in rete nei territori le varie agenzie sociali ed educative: scuola, famiglia (là dove c’è), centri antiviolenza, palestre, associazioni culturali e sportive, fare comunità educante.
Con altrettanto non rassegnato cordoglio è d’obbligo ricordare la cittadina di Nettuno: SiboraGagani (anche lei di 22 anni), uccisa in Spagna dall’uomo che diceva di amarla e murata per 10 anni (quasi come Elisa Claps) in un appartamento. I suoi funerali si sono potuti svolgere proprio in questi giorni nella ns cittadina.
Giuseppe Chitarrini
Presentati gli albi illustrati a firma dell’autore svizzero Armin Greder
Convegno “Viaggi di carta”
Si sono tenuti nel pomeriggio di venerdì 17 novembre, a Villa Sarsina ad Anzio, il convegno “Viaggi di carta” - durante il quale sono stati presentati gli albi illustrati L’isola e Mediterraneo, a firma dell’autore svizzero Armin Greder editi da Orecchio Acerbo - e l’inaugurazione della mostra delle tavole originali delle due opere.
L’iniziativa, a cura dell’Istituto Comprensivo Anzio V, è stata promossa e organizzata dalle docenti di lettere Anna Stilla e Laura Casella - referenti del progetto d’Istituto “Libri libera tutti” , che da anni propone eventi letterari e incontri con gli autori.
Ospiti d’eccezione l’autore e illustratore svizzero Greder, l’editore Paolo Cesari e il docente universitario di Roma Tre Simone Di Biasio, ricercatore in Cultura, Educazione e Comunicazione. Una tavola rotonda che ha reso omaggio alla letteratura illustrata internazionale e ai delicati temi delle migrazioni, del razzismo e dell’accoglienza, protagonisti dei lavori di Armin Greder.
Ad aprire l’incontro il saluto del dott. Agostino Anatriello, Dirigente della Commissione Straordinaria del Comune di Anzio che si è detto lieto e onorato di ospitare le tavole originali di Armin Greder.
“Viaggi di carta è un progetto complesso - ha dichiarato il Dirigente - in grado di toccare argomenti importanti rivolgendosi alla anime sensibili dei ragazzi”. E proprio ai giovani si è rivolto Anatriello, con l’invito a non frenare l’istinto di immaginare e sognare, attraverso la scuola, i libri e il saper leggere oltre le immagini.
Poi all’autore è stato donato un omaggio da parte del Comune di Anzio: il libro “Caligola e Nerone” che ripercorre la storia della cittadina a firma di Clemente Marigliani.
A seguire Sandra Tetti, Dirigente scolastica dell’IC Anzio V , ha tenuto a ringraziare docenti e ragazzi per l’enorme lavoro svolto “Simili eventi - ha dichiarato - stimolano i ragazzi e li motivano a perseguire sempre la strada della conoscenza, unica via che ci rende individui liberi”.
E proprio i ragazzi, in particolare gli alunni delle classi terze della scuola secondaria di primo grado del plesso “Virgilio”, sono stati i protagonisti dell’evento di ieri, al quale hanno partecipato con una lettura in lingua tedesca e italiana dell’albo L’isola (classe 3E), con il coro d’Istituto (classi 2F e 3H) e con i tanti lavori, frutto di momenti di confronto e riflessioni condivise in attività laboratoriali, esposti in mostra accanto ai lavori di Greder (classi 3A, 3B, 3C, 3D, 3G, 3F).
A coordinare il convegno le docenti Casella e Stilla, che hanno scelto di iniziare con un toccante filmato: il ricordo fornito dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del Meeting di Rimini dello scorso agosto, quello del corpo di un bambino recuperato in mare, nel Mediterraneo, e della pagella cucita al fodero della sua giacca “come fosse un passaporto, la dimostrazione che voleva venire in Europa per studiare”.
L’isola parla di accoglienza, Mediterraneo di corpi annegati in mare. Su questo i ragazzi hanno riflettuto e lavorato, ponendo l’accento sul problema delle migrazioni e della paura del diverso.
Alle domande poste dalle docenti Casella e Stilla su quale fosse la genesi delle due opere e che tipo di società ne è raffigurata, Greder ha spiegato “Le immagini si sono adattate alla storia; il carboncino, le proporzioni, i disegni… tutto si è plasmato alla storia che volevo raccontare, che è quella del mondo odierno”.
“Volevamo una storia che parlasse di migrazioni e razzismo - ha proseguito l’editore Cesari - ci siamo imbattuti in Greder e la forza evocativa del suo linguaggio per immagini ci ha colpiti”.
Interessante l’intervento del docente Di Biasio che ha spiegato come nella letteratura illustrata l’immagine non è mai succube della parola anzi, con essa si interseca e la completa.
Il convegno si è concluso con il simbolico taglio del nastro inaugurale della mostra da parte di Armin Greder, che poi si è dedicato alla firma degli albi.
Per la riuscita dell’evento si ringraziano il Comune di Anzio, la Commissione Straordinaria e Sabina De Luca per la disponibilità e per aver riconosciuto il valore del progetto “Viaggi di carta” per la scuola e il territorio; la Dirigente scolastica prof.ssa Sandra Tetti e la vicepreside prof.ssa Donatella Cosenza; le docenti organizzatrici Anna Stilla e Laura Casella; i docenti che hanno curato la parte musicale Maria Ausilia D’Antona, Anna Piera Protopapa, Alessandro Dolfi e il musicista Gabriele Falcone; le docenti di lettere Giulia Isaia, Iolanda Marchione, Alessandra Fantacone, Marianna Bellobono; la docente Nicoletta Caforio che ha coordinato tutti gli aspetti grafici e di allestimento museale insieme alle insegnanti di Arte e Immagine Giulia Iacò, Maria Josè Pianese e Alice Graziadio; la docente Liliana Corsi.
Ancora si ringraziano alunni e famiglie della comunità scolastica Anzio V e si invitano tutti coloro che lo desiderano a visitare la mostra che resterà a disposizione di tutta la cittadinanza da lunedì 20 a venerdì 24 novembre a Villa Sarsina, con ingresso gratuito dalle 9:00 alle 18:00.
IC Anzio 5