L’immigrazione clandestina torna alla ribalta
Un problema irrisolto
C’era da aspettarselo con l’avvento del governo Meloni, col Prefetto Piantedosi agli Interni e Matteo Salvini alle Infrastrutture che, ricordiamolo, è responsabile dell’ operatività della Guardia Costiera, il problema dell’immigrazione clandestina sarebbe tornato violentemente alla ribalta. Dopo un periodo in cui, con alcune costose soluzioni logistiche il flusso era stato cloroformizzato, anche con l’impiego di grosse navi utilizzate per la quarantena ma, principalmente , con il silenzio di una stampa focalizzata su altre grossi problemi come il Covid, il caro energia e la guerra in Ucraina, una delle bandiere ideologiche della destra italiana e non solo non poteva non tornare a sventolare. E’ una materia molto complessa e che offre diverse e contrastanti interpretazioni secondo il punto di vista dal quale la analizza.
C’è il diritto del mare che impone il salvataggio a chiunque sia in pericolo di vita; c’è il diritto delle Nazioni Unite che garantisce a chi è perseguitato o vive in un paese in guerra di essere ospitato in altri paesi finché il pericolo sussiste; c’è il diritto europeo che affida al paese di primo approdo la responsabilità di trattare la problematica riguardante chi entra nel paese in modo illegale. C’è il diritto nazionale di controllare, regolandone l’accesso e di difendere, i propri confini. C’è infine il diritto, anche se non codificato, di chi si trova nelle condizioni di indigenza di cercare di trovare una soluzione alla propria esistenza.
Poi c’è il caos del linguaggio addomesticato ideologicamente che tira in ballo le responsabilità storiche, lo sfruttamento ed il colonialismo con cui una soluzione, perché qualche soluzione deve essere trovata, diventa utopistica. Riportiamo il problema nei termini più semplici: Persone, giovani e giovanissime, provenienti in massima parte da varie località dell’Africa sia mediterranea che sub sahariana, tentano di raggiungere l’Europa, in quantità sempre crescenti, mosse quasi esclusivamente dal desiderio di una vita migliore. Lo stesso fenomeno si verifica anche in altre circostanze ed in altre zone geografiche ma non è alla ribalta perché chi lo fa non deve attraversare il mare e perche se fallisce non perde la vita affogando. In forma analoga il fenomeno si verifica in Australia dove è in atto la legge del “no way” con l’operazione “Sovereign Borders”che prevede l’arresto e la deportazione di adulti, vecchi, malati, donne e bambini sull’isola di Manu, in Papua Nuova Guinea, se trovati clandestini sul territorio australiano. L’Australia è una nazione immensa e in grande parte disabitata eppure difende così i propri confini e fa orgogliosamente parte di ogni consesso internazionale con pieno diritto. Potremmo accennare all’Europa dove il Regno Unito ha di recente promulgata la legge per cui chi “arriva illegalmente sul suolo del Regno Unito verrà deportato in Rwanda dove verrà assistito per 5 anni”.
L’ONU si è dichiarata “fermamente contraria”, l’Unione Europea ha considerata questa legge “inumana” e La Gran Bretagna resta membro permanente dell’ONU e protagonista di primo piano della politica mondiale. Senza dimenticare la patria della democrazia europea, lo stato con la costituzione più vecchia del mondo, la piccola Danimarca che ha affittato le prigioni del Kosovo per mandarci i migranti a scontare la pena per reati commessi sul suolo danese e poi ci sono gli Stati Uniti che costruiscono il muro contro i migranti da sud e la Finlandia che lo costruisce contro i migranti dall’est. Poi c’è l’Italia, il colabrodo d’Europa, in cui leggi di ogni genere, trattati, pressioni e minacce impediscono al Governo del Paese di controllare i proprio confini tanto che sono associazioni private e delinquenti trafficanti di esseri umani a decidere chi può entrare nel nostro Paese e riceverne l’assistenza. L’elemento determinante in questo caso è la presenza del mare, i diritti ed i doveri ad esso relativi e le falsità che da essi spesso derivano. Ad ogni piè sospinto s’invoca la legge del mare. La Convenzione di Amburgo, che afferma l’obbligo di prestare soccorso a chiunque si trovi in pericolo di vita in mare, intervenendo quanto più velocemente possibile.
Le persone salvate, quindi, devono essere portate nel primo porto sicuro disponibile. Questa norma di diritto internazionale viene però utilizzata per dare il diritto a navi tedesche, francesi, norvegesi ecc, finanziate da finanziatori interessati, di dislocarsi nelle vicinanze dei porti di partenza di barconi e gommoni mezzi sgonfi, di intercettare quei gommoni, di caricarne le persone imbarcate, di restituire le imbarcazioni ai trafficanti per il prossimo carico, di decidere che Tunisi o Malta non sono porti sicuri e che quei poveri disgraziati devono essere fatti sbarcare in un paese in cui tutto e possibile: anche che circa 450 giovani uomini e donne sono tutti “fragili” e che quindi devono sbarcare. L’elemento essenziale è che, normalmente, quelle persone non sono naufraghi, come prevede la convenzione, ma viaggiatori che di fatto pagano da due a tre mila Dollari a persona a trafficanti per essere trasportati dalla costa alle navi ONG, che li stanno aspettando. Il resto del lavoro lo fanno le navi delle ONG finanziate anche da personaggi come Soros. E’ di alcuni giorni fa la notizia che Georges Soros ha finanziato la campagna elettorale di alcuni partiti durante le recenti elezioni parlamentari. In particolare il partitino della Bonino ha ricevuto danaro dal ricco tycoon per, secondo lo scopo della sua Open Society Foundations, “indirizzare la politica nazionale”. Soros, che già nel 1992 costrinse l’Italia ad uscire dallo SME per una sua speculazione finanziaria che gli rese miliardi, continua a finanziare partiti per “indirizzare” la politica italiana e le ONG per destabilizzarne il governo che evidentemente non è di suo gradimento.
Fonti ben informate raccontano che il finanziamento a Più Europa fosse stato effettuato affinché quel partito si alleasse col PD per contrastare il centro destra, dato come prevalente dai sondaggi. Mi domando fino a quando un governo legittimo di uno stato sovrano debba essere soggetto a giochi di potere, ad arzigogolate interpretazioni delle norme, a soprusi legalmente commessi ed a medici per cui centinaia di giovani e baldi ragazzotti africani sono tutti dichiarati fragili e non possa ristabilire la legalità coniugando assistenza e diritto. Parlo di legalità non di sopraffazione, di migrazione controllata, parlo di attuare regole dove regna pressappochismo e caos, dove prevale l’ideologia e spesso lo sfruttamento sul sacrosanto dovere di accogliere, dove entità estranee al nostro Paese possono “indirizzarne” quella politica che solo il libero gioco democratico deve poter condizionare.
Sergio Franchi
Presentato il libro di Bruno Strati e Silvano Casaldi in occasione dell’anniversario dello Sbarco
I luoghi della storia
In una sala consiliare gremita, nella mattina di sabato 21 gennaio, gli Autori Bruno Strati (già Commissario Prefettizio del Comune di Nettuno) e lo storico Silvano Casaldi hanno presentato, in occasione della ricorrenza del 79° sbarco ad Anzio e Nettuno (22 gennaio 1944), il loro testo: ‘I luoghi della storia - Un museo a cielo aperto’. Erano presenti altresì l’attuale Commissario straordinario del Comune di Nettuno Dott. Antonio Reppucci ed il docente di Storia contemporanea all’Università di Cassino, che ne ha curato la prefazione, Prof. Marco De Nicolò. Ha moderato l’incontro la giornalista Antonella Mosca. Certamente lo storico Casaldi, per anni curatore del Museo dello sbarco di Nettuno ha scritto molti libri sull’argomento, però quest’ultimo è innovativo. Individua i luoghi della memoria, quindici per l’esattezza, su cui verranno poste altrettante targhe, munite di QR code, per appurare le vicende storiche avvenute presso di essi.
L’attuale Commissario Reppucci ha parlato del testo come di ‘un mattone per la cultura, cementato con una buona malta’.
Il Prof. De Nicolò ha ricordato le numerose guerre in corso nell’intero globo; questo libro fa riflettere sul fatto che oggi la pace è finita. Il Dott. Strati ha affermato che l’idea del libro è venuta proprio a lui e si è rivolto a Casaldi per fare di Nettuno un Museo a cielo aperto, un museo che gli stessi Nettunesi non conoscono; utilissimo per i visitatori e per gli studenti che vogliano conoscere gli avvenimenti dello sbarco ed i giorni che ne seguirono. Poi ha auspicato che l’iniziativa venga copiata anche ad Anzio in occasione dell’80° anniversario del prossimo anno.
Silvano Casaldi ha ricordato i tanti personaggi che sono venuti a Nettuno, i vari Presidenti americani, i reduci di entrambi i fronti, ma tutti cadendo nell’errore di chiamarlo lo sbarco di Anzio. Invece interessò gran parte della costa a sud di Roma ed avvenne in quella che allora veniva chiamata Nettunia (unione di Anzio e Nettuno decretata da Mussolini).
Le quindici targhe, con i colori di Nettuno, verranno poste in: Via del Cavone, Via della Resistenza Nettunese, Piazza Mazzini n. 46, Via Capitan Donati n. 6, Piazza del Mercato n. 16, Piazza del Mercato 6/8, Via Romana n.13, Via Romana n. 47, Via Romana n. 71, Piazza Mazzini n. 21, Via Gramsci n. 5, Via Gramsci n. 33, Via Gramsci n. 35, Via Sangallo n. 36, Via Gramsci n. 96.
Il libro è corredato da tantissime foto e descrive anche le sofferenze durissime a cui fu sottoposta la popolazione locale (uccisioni brutali, sfollamento forzato nell’Italia del Sud, sfollamento alla Campana in baracche di fortuna).
Orlando Chiominto e suo figlio Ruggero erano incaricati ogni giorno di portare il pane agli sfollati nella Campana, per non farli morire di fame. Il Principe Don Steno Borghese, copertasi la testa con l’elmetto che era stato del padre durante la prima guerra mondiale, girava per le campagne con l’autista e la jeep forniti dal comando della 5° armata. I soldati dovevano subito rimettersi gli anfibi quando si cambiavano i calzettoni, altrimenti i piedi si gonfiavano e non entravano più negli scarponi. Nella sede della stampa britannica al civico 33 di Via Gramsci, erano tormentati dai ratti che li seguirono anche quando si spostarono ai piani superiori. Subito dopo i ringraziamenti, Silvano Casaldi ha invitato i presenti ad una visita guidata con partenza dalle ore 15:30, visita che si è ripetuta il giorno dopo dalle 10.30.
Il Dott. Strati ha annunciato che il testo: ‘I luoghi della storia’ verrà distribuito nelle scuole, dapprima nell’Istituto ‘E. Loi’. Ci chiediamo: venendo a visitare Nettuno, museo a cielo aperto, i veterani, i figli, i turisti stranieri penseranno, dalla situazione dissestata delle strade nettunesi, che sono rimaste in tale deprecabile stato per essere più fedeli alla situazione nei giorni dello sbarco?
Rita Cerasani
Lavori per la fibra ottica
Con una nota inviata nella giornata di ieri, indirizzata alle società impegnate nella posa in opera della fibra ottica sul territorio comunale di Anzio, i Commissari Antonella Scolamiero, Francesco Tarricone ed Agostino Anatriello, hanno evidenziato la situazione di notevole disagio causata dall’esecuzione dei lavori, comunque fondamentali per velocizzare le comunicazioni ed il flusso dei dati su banda larga.
“In concomitanza dei suddetti lavori, infatti, - evidenzia nella missiva la Commissione Straordinaria che amministra la Città di Anzio - si sono verificati frequenti episodi di interruzione di forniture gas, acqua, linee telefoniche e della pubblica illuminazione, oltre ai disagi alla viabilità, dovuti alla mancata osservanza di quanto previsto dall’attuale regolamento comunale sulla manomissione del suolo pubblico, per il ripristino delle sedi stradali a seguito dei lavori di scavo.
Si invitano, pertanto, le società in indirizzo - proseguono i Commissari - ad una più scrupolosa esecuzione dei lavori da parte delle ditte appaltatrici nelle fasi di scavo e di ripristino, nonché ad una precisa osservanza delle prescrizioni impartite in sede di autorizzazione da parte dell’Ufficio Tecnico Comunale e dalle normative vigenti. Si chiede, altresì, di effettuare nel più breve tempo possibile il ripristino definitivo delle strade interessate dagli interventi, nonché di fornire a questa amministrazione un programma settimanale dei lavori, al fine di consentire l’idonea gestione della viabilità comunale”.
La nota della Commissione è anche rivolta ad evitare episodi come quello del 12 dicembre scorso, nel quartiere di Villa Claudia, che ha visto l’interruzione dell’energia elettrica per l’intera giornata, con gravi disagi alla cittadinanza, alle attività commerciali, agli uffici e con problematiche alle apparecchiature elettroniche al momento del ripristino della corrente.
Comune di Anzio