CURIOSITÀ NELLA POESIA/27
di Sergio Bedeschi
D’ANNUNZIO E LA TECNOLOGIA
Dopo aver detto tante cose sulla Matematica, adesso, parlando di D’annunzio, non di Matematica, ma di Tecnologia vogliamo trattare. Nessuno prima di lui l’aveva fatto con tanto coraggio e tanta faccia tosta. D’altronde il personaggio era capace di ben altro el’aveva dimostrato più volte nel corso della sua stravagante e disinvolta vita. Certo è curioso che un poeta, un esteta allo stato puro, colui che aveva descritto la bellezza della mia città (Venezia) in modo tanto onirico (leggiti o rileggiti Il fuoco), si sia poi “ridotto” a parlare, celebrare e poetizzare sul vile metallo con cui è fatta una nave da guerra. D’altronde come sorprendersi? Il Vate era stato un po’ di tutto, a modo suo, anche un guerriero, un soldato, un ardimentoso, un ribelle: il volo su Vienna, l’impresa di Fiume, la sua opposizione fin da subito all’alleanza tedesca ce la raccontano lunga sul suo spirito inquieto.
LE ODI NAVALI
Può mai il poeta de La pioggia sul pinetomettersi a scrivere composizioni dal titolo La nave, Dio salvi l’ammiraglio! o A una torpediniera nell’Adriatico? Eppure non una scrittura estemporanea, ma addirittura una silloge ci ha lasciato l’abruzzese, le Odi navali. E parliamo di navi da battaglia che hanno appena sostituito il legname con l’acciaio per corazzarsi dal nemico e che ancora viaggiano a carbone. Sì, è vero anche il Carducci con il suo Davanti a San Guido non aveva rinunciato ad un tocco di tecnologia descrivendo il treno rumoroso e fumante con cui lasciava il paese natio. Ricordate?
… ansimando fuggia la vaporiera
mentr’io così piangea entro il mio cuore…
Ma davvero D’annunzio spadroneggia come un vero tecnico, un ingegnere navale, di più, come un uomo di guerra, scendendo in particolari di assoluta novità e attualità per quel tempo.
Eccolo sulla torpediniera, gloria e vanto della Marina Militare:
A una torpediniera nell’Adriatico
Naviglio d’acciajo, diritto veloce guizzante
bello come un’arme nuda,
vivo palpitante
come se il metallo un cuore terribile chiuda;
tu che solo al freddo coraggio dell’uomo t’affili
come l’arme su la cote,
e non soffri i vili
su la piastra ardente del ponte che il fremito scote,
messaggero primo di morte sul mar guerreggiato,
franco vèlite del mare, tu passi, — e il tuo fato
io seguo nel flutto guardando la scìa luccicare.
E ancora con grande euforia in quest’altra ode:
La nave
Va, va con la tua forza che doma la forza del mare,
con tutte bandiere spiegate,
va, va dove il Destino ti scorge il tuo solco infinito,
o Nave, più bella e più grande
d’ogni altra a le tempeste commessa da gente mortale!
Va, va con la tua forza! O Nave, è in te più che il vigore
dai secoli infuso nei tronchi
de le selve terrestri. O Nave, è in te più che la tempra
del ferro cui tratto da l’ime
viscere de la Madre provaron la fiamma e l’incude.
Va, va! Con la tua prora attingi i confini de l’acque!
Tu porti un terribile incarco.
Tutte, o Nave, le glorie degli uomini, tutte le glorie
degli uomini ne la carena
profonda con gran rombo sul gorgo oceanico porti.
È ovvio che a non tutti piacerà questa “roba” che parla di ferraglia e di guerra, così altisonante, non raramente esteriore priva di qualunque afflato calliopeo.
Ma tant’è ce l’abbiamo, fa parte della nostra storia, tanto vale cercare di comprenderla e magari apprezzarla per quello che è.
LA SEMPLICITÀ DI RODARI
Anche se sono sicuro che, alla fine, sarete più propensi ad accettare il Gianni Rodari, lui sì uomo di pace, lui sì improntato alla semplicità e poco dannunziano davvero.
Promemoria
Ci sono cose da fare ogni giorno:lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte: chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare, orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai, né di giorno, né di notte,
né per mare, né per terra: per esempio, la guerra.
E qui ancor meglio, visionario ottimista (perché no?) in un confortante invito a non provarci neppure con la follia della guerra:
Dopo la pioggia
Dopo la pioggia viene il sereno, brilla in cielo l’arcobaleno:
è come un ponte imbandierato e il sole vi passa, festeggiato.
È bello guardare a naso in su le sue bandiere rosse e blu.
Però lo si vede - questo è il male - soltanto dopo il temporale.
Non sarebbe più conveniente il temporale non farlo per niente?
Un arcobaleno senza tempesta, questa si che sarebbe una festa.
Sarebbe una festa per tutta la terra fare la pace prima della guerra.
E adesso dopo “questo pezzetto” di Rodari possiamo dire di sentirci meglio! Sono sicuro che la pensiamo tutti così.
Domenica 5 marzo 2023 – ore 16.30
Simposio in via Venezia 19
Lido di Cincinnato - Anzio
Antonio Silvestri e Francesco Bonanni
«tanta manifattura [richiede lo
stesso impegno] à fare buono un
quadro buono di fiori, come di figure»
Michelangelo Merisi detto il Caravaggio
Caravaggio, è la località lombarda di provenienza del pittore da cui prese il nome. Lombarda anche la scuola della sua formazione artistica, indirizzata all’osservazione della realtà non idealizzata, ma interprete fedele della sobria tipicità delle figure. A metà del Cinquecento si aggiunge una nuova precettistica instaurata da Carlo Borromeo anima e guida della nuova Chiesa riformata con il Concilio di Trento. È un rinnovamento spirituale, teologico che detta anche i nuovi canoni iconografici Caravaggio, è la località lombarda di provenienza del pittore da cui prese il nome. Lombarda anche la scuola della sua formazione artistica, indirizzata all’osservazione della realtà non idealizzata, ma interprete fedele della sobria tipicità delle figure. A metà del Cinquecento si aggiunge una nuova precettistica instaurata da Carlo Borromeo anima e guida della nuova Chiesa riformata con il Concilio di Trento. È un rinnovamento spirituale, teologico che detta anche i nuovi canoni iconografici cui attenersi nella pittura religiosa.
Caravaggio si stabilirà a Roma tra il 1594 al 1606. Nella magniloquente città pontificia molti stimoli promuoveranno una trasformazione del suo stile. Scene e figure collocati in ambienti bui sono illuminati da fasci luminosi. A volte sono dettagli realistici apparentemente secondari che appaiono poco rispettosi dell’ortodossia e per questa ragione alcune opere verranno rifiutate.
Anche la vita di Caravaggio è una storia avventurosa e meriterebbe da sola un lungo romanzo.
In questo incontro si cercherà di raccontarla insieme al carattere del pittore e della sua rivoluzionaria innovazione stilistica mantenendosi fedeli alla società del tempo.
LUCI ED OMBRE DEL SEICENTO
di Francesco Bonanni
Il Seicento fu un secolo particolarmente complesso che si dispiegò tra situazioni di crisi e di sviluppo.
Difatti mentre fu caratterizzato da un profondo malessere economico che colpì l’Europa Centro-Settentrionale, in misura particolare la Spagna e l’Italia, vide la nascita di due nuove grandi Potenze Commerciali: l’Inghilterra e l’Olanda. E ciò fu dovuto in gran parte, ma non solo, allo spostamento del “baricentro” dei traffici commerciali internazionali dal Mediterraneo all’Oceano Atlantico.
L’Inghilterra, grazie allo Scisma religioso, diede origine alla Chiesa Anglicana come Chiesa Cattolica Riformata. Ciò le consentì di inaugurare una spregiudicata politica estera che si espresse soprattutto sui mari grazie alla “Invenzione” della Guerra Corsara con la quale si difese con gran successo dalle aggressive intenzioni della emergente Potenza olandese e ridusse le pretese di dominio della Spagna.
L’Olanda (cioè i Paesi Bassi nati dall’Unione dei sette Principati liberatisi dal Dominio spagnolo), attraverso una vasta opera di acquisizione di territori strappati al mare, grazie ad un ingegnoso ed audace sistema di dighe, promosse una prospera Agricoltura accanto ad una ricca attività di Allevamento divenendo un’importante Paese esportatore di merci pregiate.
Il Seicento è stato definito il Secolo d’oro olandese in quanto in questo periodo si verificò un notevole sviluppo del Commercio, delle Scienze e delle Arti olandesi.
Nel 1568 le Sette Province che avevano firmato il Trattato dell’Unione di Utrecht si erano ribellate al dominio spagnolo di Filippo II e, dopo una guerra durata ottant’anni, nel 1648 ottennero l’indipendenza. Entrambi i Paesi, pur nella loro continua e dura rivalità, trovarono la fonte della Ricchezza Nazionale e della Potenza Politica Internazionale in una spregiudicata Politica Marittima.
La Classe dirigente spagnola, invece, formata dai discendenti dei vittoriosi Nobili guerrieri della “Reconquista”, non dimostrò alcun interesse a dedicarsi alle Attività Produttive a causa del loro profondo disprezzo nei confronti del Lavoro.
Il Secolo fu inoltre caratterizzato da un marcato declino demografico soprattutto a causa della Guerra dei Trent’anni che solo in Germania causò la morte di circa il 40% della Popolazione. Alla devastante guerra si aggiunse una serie di pericolose epidemie particolarmente mortali (dalla peste al vaiolo, al tifo e all’influenza) che provocarono gravi carestie cause di numerose rivolte popolari. I Territori italiani (Napoli, Sicilia, Sardegna, Milano e Stato dei Presidi), che nel 1559 a seguito della Pace di Cateau Cambresis erano finiti sotto il dominio spagnolo, furono particolarmente colpiti da una profonda crisi economica e demografica.
Ma il Seicento fu caratterizzato anche da una importante Rivoluzione Scientifica e Culturale. Tra i principali esponenti del “Nuovo Pensiero” spicca la figura del fisico e matematico Galileo Galilei che introdusse il Metodo Sperimentale. Da ricordare anche il celebre matematico inglese Isaac Newton che pervenne alla Legge di
Gravitazione Universale dei Corpi e che elaborò il Metodo del Calcolo Differenziale contemporaneamente al filosofo tedesco Gottfried Leibniz. Inoltre questo secolo produsse numerosi personaggi come lo studioso del Sistema Solare Johannes Kepler (Keplero), il filosofo francese Renè Descartes (Cartesio),l’inventore della macchina calcolatrice Blaise Pascal, l’inventore del Termometro Evangelista Torricelli, l’autore sulle ricerche del gas Robert Boyle, il matematico inglese John Napier, lo scienziato inglese che scoprì il vaccino contro il vaiolo Edward Jenner e tanti altri.
Il Seicento fu un secolo molto importante anche per il Teatro. Infine fu anche il secolo della Controriforma che tra l’altro condizionò gli stessi canoni della Pittura Sacra il cui più rilevante esponente fu Michelangelo Merisi conosciuto come il Caravaggio.