Storica preghiera nella Cappella Sistina di Papa Leone XIV ed il capo della chiesa anglicana Re Carlo III
Re Carlo III nominato Confratello Reale
In un post su facebook, Nicola Tammone, che fa parte della Confraternita N. S. delle Grazie di Nettuno, ha scritto: “Oggi Papa Leone e Re Carlo hanno pregato insieme… e se tutto fosse partito da Nettuno e Ipswich? Grazie Silvano Casaldi e Celia Bush”.
Per capire il significato di tale affermazione è necessario ripercorrere un po’ la storia che affratella la città di Ipswich (Suffolk, Inghilterra) con Nettuno.
Negli anni passati gli inglesi visitavano, in incognito, la Basilica Santuario N.S. delle Grazie e S. Maria Goretti, la Chiesa di S. Rocco, per i nettunesi. Successivamente, negli anni ’70 e oltre, sporadici gruppi di pellegrini venivano ricevuti nell’ufficio del sindaco su loro richiesta, fino al 2004. A cominciare da questa data fui coinvolto dal parroco della Chiesa di St. Mary at the Elms per allacciare rapporti di amicizia tra la loro confraternita (anglicana) e la nostra confraternita (cattolica). Il sottoscritto e la signora Celia Bush (come ha scritto Nicola Tammone) hanno svolto le funzioni di coordinatori dei gruppi.
Nel 2005 iniziarono gli scambi di visite, gruppi inglesi - che comprendevano sacerdoti e vescovi anglicani - vennero a Nettuno per la festa di maggio, con la partecipazione alla processione di ritorno e alla fiaccolata davanti la Chiesa di S. Giovanni.
I nostri - quasi tutti della Confraternita di N.S. della Grazie, sezione maschile e sezione femminile - guidati dal rettore del santuario padre Carlo Fioravanti e al parroco della Chiesa di S. Giovanni, don Carlo Rota, ricambiarono la visita a Ipswich.
Durante questi incontri tra i parroci di Ipswich e di Nettuno, i discorsi toccavano spesso l’unione delle due religioni. Fu padre Giovanni Alberti, lo storico del santuario ad organizzare il Simposio cattolico-anglicano sul tema di Maria quale Regina dell’Unità dei Cristiani anche se di confessione diversa.
Col tempo, poi, i rapporti si raffreddarono e le due confraternite smisero gli scambi. Unico a fare da collante restò il sottoscritto, più volte volato in Inghilterra su invito del parroco di St. Mary at Elms e punto di riferimento a Nettuno per gli inglesi durante le loro visite.
A pagina 13 del nostro precedente N. 18, del 16-31 ottobre 2025, abbiamo dedicato una pagina alla visita di amici inglesi di Ipswich, a Roma, per il Giubileo, e a Nettuno, per la Madonna delle Grazie.
Questi amici inglesi e anglicani: Norman, Jane e Kenny (a Nettuno, dal 13 al 20 settembre) e Phil e Hind (a Nettuno dal 21 al 28 settembre), frequentano la Chiesa anglicana St. Mary at the Elms di Ipswich e sono devoti alla Madonna delle Grazie di Nettuno che, come vuole la tradizione, è arrivata da noi dopo lo scisma di Enrico VIII.
Fu proprio Enrico VIII a decidere di rendersi autonomo dalla Chiesa cattolica per una serie di differenze ideologiche e dottrinali, tra cui il fatto che lui voleva divorziare e il papa non lo permetteva.
Lo scisma avvenne nel 1534 e la Madonna delle Grazie di Ipswich (Our Lady of Grace of Ipswich), arrivò a Nettuno nel 1550.
A leggere la cronaca della visita di re Carlo III, accompagnato dalla regina Camilla, si capisce l’impegno del papa (americano di Chicago, Illinois) e del re (inglese di Londra), è indirizzato sulla via della riconciliazione tra la Chiesa di Roma e la Chiesa d’Inghilterra e con l’approvazione di papa Leone XIV, sarà conferito il titolo di Confratello Reale a Sua Maestà il Re Carlo III. Nello scranno recante lo stemma di re Carlo è stato incisa la scritta in latino Ut unum sint: «Che siano uno».
“E se davvero fosse partito da Nettuno e Ipswich?”.
Tra le due chiese però ci sono ancora tante differenze, tra queste il fatto che dagli anni ’70 la Chiesa anglicana permette il sacerdozio anche alle donne.
I componenti della Corale di Nettuno l’hanno potuto constatare di persona a giugno del 2016, quando hanno cantato nella chiesa di Culpho e hanno ricevuto i complimenti dal reverendo signora Celia Jane Cook.
Una donna tanto affascinante che il maestro Francesco De Felice, esclamò: «Se in Italia i preti fossero tutti come lei, le chiese sarebbero sempre piene!».
Silvano Casaldi