L’esercito piange il 1° luogotenente Calabrò
Grazie Francesco
La comunità militare e civile di Aprilia e Anzio piange la scomparsa del 1° Luogotenente dell’Esercito Francesco Calabrò, venuto a mancare nella mattinata del 26 ottobre all’età di 59 anni. La notizia ha suscitato profondo cordoglio tra familiari, amici e colleghi, che ricordano in lui un uomo dal forte senso del dovere e dal coraggio incrollabile.
I funerali si sono svolti il 27 ottobre alle ore 15:00 presso la Chiesa La Resurrezione di Aprilia, alla presenza dei parenti, degli amici e di una rappresentanza dei colleghi della Caserma Santa Barbara di Anzio. Il picchetto militare ha reso omaggio ad un sottufficiale che ha saputo lasciare un’impronta indelebile nella vita di chi lo ha conosciuto.
Francesco Calabrò resterà nella memoria di tutti come esempio di dedizione e rettitudine, qualità che hanno contraddistinto l’intero percorso della sua vita, sia personale sia professionale. Il suo coraggio continuerà a ispirare chi lo ha avuto accanto.
Buon viaggio Mimmo
“Oggi Anzio saluta un amico, una persona che si è dedicata alla politica con passione e il solo scopo di aiutare i suoi concittadini.
La notizia della scomparsa di Domenico “Mimmo” Lococo ci ha profondamente colpito e non possiamo che stringerci al dolore dei familiari che prima di tutto piangono un marito e un padre.
“Mimmo” si è dedicato con grande umanità ad Anzio e, con gesti concreti, alle esigenze della città. Dentro e fuori il Consiglio Comunale è sempre stata persona integerrima, disponibile, legata ai valori della famiglia e ai principi di Forza Italia.
Ciao Domenico, grazie di tutto”.
Il Capogruppo in
Consiglio Comunale
di Forza Italia
Massimiliano Marigliani
Il Consigliere Comunale
di Forza Italia
Giuseppe Papa
Il Segretario Cittadino
di Forza Italia
Sebastiano Attoni
Celebrato il centenario della posa del cavo cablografico lungo 13mila chilometri
Collegamento con le Americhe
Il 17 ottobre 2025 è stato celebrato nella caserma Santa Barbara di Anzio, sede della Brigata Informazioni Tattiche, il centenario della posa del cavo cablografico per le Americhe, un’opera pionieristica lunga 13mila chilometri che ha cambiato per sempre il modo di comunicare tra i due continenti.
La cerimonia, alla quale ha presenziato l’Ambasciatore della Repubblica Argentina, S.E. Marcelo Martin Giusto, organizzata in collaborazione con il Comune di Anzio, su proposta dell’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia (UNUCI) e con il sostegno dei Lions Anzio-Nettuno Host, ha inteso celebrare la data che segnò l’avvio di quello che fu, per l’epoca, un innovativo sistema di comunicazione.
Dopo il benvenuto del Generale di Brigata Ettore Pontiroli, Comandante della Brigata Informazioni Tattiche, che nella sua sede custodisce la storica palazzina dell’Italcable, si sono susseguiti i saluti dell’Ambasciatore argentino, del Sindaco di Anzio, Dott. Aurelio Lo Fazio, del presidente Nazionale dell’UNUCI, Generale di Brigata in ausiliaria Federico Sepe e del presidente del Club Lions, Avv. Donato Gallina.
Dal tavolo dei relatori si è levato un unico pensiero condiviso: “Celebrare questo centenario significa onorare un’eredità storica che non appartiene solo a questa palazzina, o ad Anzio, ma a tutta l’Italia.
È la storia di come la comunicazione, nelle sue forme sempre nuove, sia stata ed è tuttora strumento di progresso, di sicurezza e di libertà.
Nel corso della cerimonia è stato presentato il Libro “Sul Fondo dell’Oceano da Anzio a Buenos Aires”, una ricca e puntuale ricostruzione storica, redatta dal Colonnello in ausiliaria della Guardia di Finanza Gerardo Severino e supportata da una ricerca storico documentale del Cap. ing. (ris.) Marcello Boschi, Presidente della Sezione Anzio-Nettuno di UNUCI. A seguire, ha avuto luogo lo scoprimento di una targa commemorativa progettata e realizzata per l’occasione dal Club Lions Anzio-Nettuno Host e l’illustrazione della mostra documentaria fotografica, a cura di UNUCI e del Museo dello Sbarco di Anzio.
Un evento dall’alto significato storico e umano nel ricordo di un momento che fu importante per l’intero territorio e per la Nazione tutta, non solo da un punto di vista tecnologico e di innovazione ma anche e soprattutto sociale e umano.
La posa di quel cavo in quella storica giornata, che consentì di unire cuori e menti e di rimettere in connessione gli emigrati con la loro Patria natia, fu frutto del lavoro sinergico di diverse istituzioni che insieme lavorarono per portare a compimento l’opera. Un insieme di pensieri e azioni idealmente “ricostruiti” dalle medesime istituzioni che dopo cento anni si sono riunite nella memoria e nel ricordo di quell’impresa leggendaria.
Comando Brigata
Informazioni Tattiche
Pubblica Informazione
e Comunicazione