La riflessione ad alta voce di Vincenzo Giovannini
Batosta elettorale
“Potevamo avere 7 parlamentari e invece ne avremo Zero, questo è il risultato delle divisioni e del naufragio del progetto del Terzo Polo avvenuto l’anno scorso”. Questo il commento del segretario provinciale di Italia Viva, l’apriliano Vincenzo Giovannini all’indomani della tornata elettorale per le europee.
“Oramai, come tutti sanno, il risultato della lista Stati Uniti d’Europa si è fermato a un pelo dal quorum, un 3,80 %, non abbastanza per il 4% pertanto è stata una batosta, inutile negarlo.
La sciagurata decisione del 2023 di rompere il progetto di un Terzo Polo ha danneggiato tutti quanti e dimostrato per l’ennesima volta che divisi non si va da nessuna parte, un po’ perché non si è forti abbastanza un po’ perché la gente si annoia di fronte a discussioni sterili e non capisce i reali motivi dietro a queste rotture, e quindi da la sua fiducia ad alte idee. Ora bisogna ripartire da quanto di buono è emerso. Intanto il Progetto del Terzo polo può valere il 10 %, se divisi abbiamo sfiorato l’8% alle europee, il 10% è un traguardo verosimile dato anche dall’attrattiva che un prospettiva del genere creerebbe.
Certo, bisognerà cambiare gli interpreti, come sempre il nostro leader Matteo Renzi l’ha capito prima, aprendo alla possibilità già da questo autunno di un congresso per eleggere un nuovo Presidente. Già si è iniziato subito a parlare di futuro, mettendo da parte il passato, per questo ci auspichiamo che sia anche la scelta degli altri e che si riprenda seriamente a discutere di centro, a partire dai temi che ci accomunano. Tornando al nostro territorio, il risultato nella Provincia di Latina è stato del 4,83% un punto sopra la media Nazionale, questa rappresenta una magra consolazione ma, è il nostro punto di partenza e non un punto di arrivo.
Un risultato reso possibile dall’impegno, serio, costante e infinito dei nostri volontari, dal nostro fuoriclasse, Gerardo Stefanelli, politico di livello, che ha accettato la sfida e ci ha messo la faccia, da lui e attorno a lui bisognerà continuare a far crescere il nostro progetto.
I leader costruiscono il futuro con le argille del passato. Ogni buon momento dà loro idee; ogni brutto momento dà loro lezioni”. Grazie ancora di cuore a Gerardo Stefanelli, Marietta Tidei, Matteo Renzi, a tutti i volontari, agli amministratori e dirigenti di Italia Viva della Provincia di Latina!”.
P.N.
Una targa commemorativa per due civili morti durante i bombardamenti del 1944
In ricordo di Gentilucci e Renzi
Il 14 giugno scorso il sindaco di Aprilia Lanfranco Principi, presso il parco intitolato ai Caduti di Cefalonia, ha proceduto alla scopertura della targa commemorativa per Loreto Gentilucci e Antonio Renzi, due civili morti durante i bombardamenti in zona Caffarelli ad Aprilia, nei giorni successivi allo Sbarco di Anzio e Nettuno del 22 gennaio 1944.
Presenti alla cerimonia, coordinata dal capo di gabinetto del Sindaco Marcello Rampolla Del Tindaro, il comandante della Polizia Locale di Aprilia Massimo Giannatonio, il comandante della stazione dei carabinieri di Aprilia il luogotenente Pietro Maglione, il comandante della Tenenza della Guardia di Finanza di Aprilia Leopoldo Festa, L’Associazione dei Bersaglieri sezione Adelchi Cotterli, la sezione di Aprilia dell’Associazione Alpini, la presidente dell’associazione Un Ricordo per la pace Elisabetta Bonacini, gli assessori Vittorio Marchitti e Veronica Napolitano, i consiglieri comunali Nicoletta De Rossi, Luana Caporaso, Davide Tiligna e Davide Zingaretti e in rappresentanza dell’amministrazione comunale di Lanuvio con delega ai rapporti istituzionali Maurizio Santoro.
Alla cerimonia hanno presenziato inoltre il signor Franco Tantari, proponente dell’iniziativa e la signora Giuliana Gentilucci, la figlia di Loreto Gentilucci.
Dopo i saluti di rito, il sindaco Lanfranco Principi ha proceduto alla scopertura della targa e donato un omaggio floreale alla signora Giuliana Gentilucci.
Di seguito l’intervento integrale del Sindaco.
“Buongiorno a tutti,
Quest’anno la ricorrenza dell’80° anniversario dallo Sbarco di Anzio e Nettuno, è stata scandita da una moltitudine di eventi e di cerimonie, alle quali è stato affidato non solo il compito di ricordare quei giorni tragici per Aprilia e per tutti gli altri comuni che furono teatro di scontri tra gli eserciti contrapposti e per la liberazione di Roma da parte degli alleati. Lo scopo di queste iniziative è anche quello di tenere viva la memoria di chi ha sacrificato la vita per i giusti ideali di democrazia, giustizia e pace.
Quei momenti toccanti, richiamano alla mente le immagini dei combattimenti aspri che portano alla morte migliaia di soldati, ma la guerra rappresentò una tragedia immane anche per migliaia di famiglie, migliaia di civili che furono costretti ad abbandonare le loro case senza sapere se avrebbero mai potuto farvi ritorno. Per alcuni significò anche assistere inermi alla perdita dei propri cari, che in quei tragici giorni trovarono la morte. Per la città di Aprilia, inaugurata solo da pochi anni, i giorni successivi allo Sbarco di Anzio del 22 Gennaio 1944, significarono infatti morte e distruzione. La città devastata divenne teatro di scontro tra esercito tedesco e anglo americani. Migliaia di civili furono costretti a sfollare, a riparare in altre città o addirittura in altre regioni per aver salva la vita, lasciando qui tutto ciò che possedevano. Molti civili non furono così fortunati: la guerra fece irruzione all’improvviso nella loro esistenza e sotto i bombardamenti trovarono la morte prima ancora di aver chiaro quale immane tragedia stava per abbattersi su di loro.
Loreto Gentilucci e Antonio Renzi, sono il simbolo di quel sacrificio involontario che toccò anche ai civili in quei drammatici giorni. La morte li sorprese mentre stavano lavorando all’interno di un casale nell’area Caffarelli di Aprilia. Morirono sotto i bombardamenti, Loreto Gentilucci si spense il 25 Gennaio; Antonio Renzi il 26 Gennaio 1944.
A distanza di ottanta anni, avvertiamo forte il bisogno di conservare il ricordo di questi due uomini, due lavoratori, due padri di famiglia. Vogliamo che il loro sacrificio, che la grave perdita che ha toccato le loro famiglie, non siano state vane. Vogliamo che la memoria di quei giorni rechi loro l’onore che meritano e porti tra le nuove generazioni quel messaggio di pace che come istituzioni abbiamo la volontà e il dovere di veicolare”.
Edoardo Capri