Valentina Tartaglia attivista e presidente Sunflower rilancia un tema di grande attualità non solo a livello nazionale ma anche a livello locale
“La libertà delle donne non è negoziabile”
Ogni volta che una donna viene abusata, distrutta psicologicamente e fisicamente, a morire è un pezzo della nostra comunità. Muore la fiducia nella giustizia, muore la dignità, muore la civiltà. Ogni volta che una donna viene distrutta “per amore”, il sistema ha già fallito. Ha fallito la società, ha fallito la legge. Non parliamo di episodi isolati, ma di violenza di genere: un fenomeno profondo, radicato in una cultura che ancora oggi tende a legittimare la brutalità come reazione “umana”, “comprensibile”, persino “giustificabile”.
Valentina Tartaglia, Attivista e Presidente Sunflower Project MICI e Stomia ETS, rilancia un tema di grande attualità non solo a livello nazionale ma anche a livello locale. E’ notizia di qualche giorno fa che, secondo i dati del solo commissariato di Polizia di Aprilia negli ultimi 3 mesi ci sono state 30 denunce. Un dato che deve preoccupare.
“E puntualmente, dopo ogni nuovo femminicidio, arrivano le stesse parole: “Era stressato”. “Aveva perso il lavoro”. “Lei lo aveva provocato”. “Era depresso dopo il Covid.” “Non l’ha premeditato”. Sono frasi che abbiamo sentito troppe volte, e che finiscono per ribaltare la verità: il carnefice diventa vittima, e la vittima viene colpevolizzata perfino da morta”.
I numeri
Nel 2024, in Italia, 113 donne sono state uccise, di cui 61 per mano del partner o dell’ex partner. Nel 2025, siamo già a circa 70 casi. Secondo l’ISTAT, l’11,3% delle donne italiane tra i 16 e i 70 anni ha subito violenza fisica o sessuale, e una su cinque è stata vittima di atti persecutori o stalking. Solo l’1% degli uomini riporta esperienze simili, e in contesti completamente diversi. Nel 90% dei casi, l’aggressore è un uomo. Non è un caso, è un modello sociale che continua a ripetersi e che necessita di una risposta culturale, educativa e istituzionale concreta.
“E questa realtà non riguarda soltanto il Paese nel suo complesso, ma anche la nostra comunità, fa notare Tartaglia, ad Aprilia e nel territorio pontino la violenza di genere è una ferita aperta, profonda e dolorosa. Negli ultimi mesi, i casi di stalking, molestie e violenza domestica sono in costante aumento. Solo nel 2024, il Centro Antiviolenza del Comune di Aprilia ha ricevuto oltre cento chiamate da donne che chiedevano ascolto, protezione o informazioni. Dietro ogni telefonata c’è una storia di paura, di silenzio, di sopravvivenza quotidiana. E quante donne non hanno quel coraggio, il coraggio di denunciare perché si sentono abbandonate. Non mancano episodi emblematici che mostrano quanto la risposta istituzionale sia ancora fragile. Una donna di Aprilia ha presentato più di trenta denunce prima che si arrivasse all’applicazione di una misura cautelare effettiva. Un altro caso recente riguarda un uomo di 35 anni ammonito per atti persecutori nei confronti di una donna. Rappresentativo è l’episodio avvenuto nella frazione di Campoverde, dove una donna è stata perseguitata per mesi dal suo ex compagno nonostante numerose denunce. Le autorità erano intervenute più volte, ma solo dopo l’ennesimo episodio di aggressione è arrivato l’arresto. Un caso che ha scosso la comunità locale e che rappresenta, purtroppo, la fotografia di un sistema che interviene tardi, troppo tardi. E ancora, diverse giovani segnalano molestie digitali e pressioni psicologiche già durante l’adolescenza: un segnale drammatico di quanto la mancanza di educazione al rispetto, al consenso e ai confini continui a generare comportamenti violenti fin dalle fasce più giovani”.
“La violenza, infatti, non nasce da un raptus. Lo dimostrano anni di studi psicologici e criminologici: è un processo che si costruisce nel tempo, nel silenzio, nel controllo, nella paura. Non è un gesto improvviso, ma un meccanismo di potere che si alimenta di impunità e normalizzazione. E quando una donna trova il coraggio di dire basta, troppo spesso trova la morte. La legge, che dovrebbe essere un baluardo di tutela, ancora oggi non garantisce protezione tempestiva ed efficace. Spesso vengono riconosciute attenuanti come il “turbamento emotivo”, la “gelosia” o la “provocazione”. Così le pene si riducono, e chi ha già alzato le mani una volta può continuare a farlo. È inaccettabile. In una società che vuole definirsi civile, la legge deve essere più severa, più giusta, più vera. Chi uccide deve pagare, senza attenuanti, senza clemenze. La vita di una donna non può valere meno di una scusa. Servono azioni concrete. Le istituzioni devono istituire una black list nazionale e territoriale di stalker, abusanti e violenti, accessibile anche a livello locale, affinché ogni donna possa essere protetta prima che sia troppo tardi. Servono controlli effettivi, protocolli chiari e una rete di prevenzione diffusa, fatta di scuole, associazioni, enti, forze dell’ordine e famiglie. Serve una nuova educazione al rispetto, che cominci dai più giovani. E serve che le donne vengano ascoltate quando sono vive, non solo ricordate dopo. In questa direzione si muove anche l’Associazione Sunflower Project MICI e Stomia, nata per sostenere le persone con malattie croniche intestinali e stomia, ma oggi aperto a tutte le donne che hanno bisogno di aiuto, supporto e protezione. Ad Aprilia siamo pronti a offrirvi ascolto, a indirizzarvi verso i centri antiviolenza e le associazioni del nostro territorio, a supportarvi e a garantirvi, attraverso la nostra rete, un aiuto concreto e rispettoso. Non siete sole. Se vi sottomette in qualsiasi modo, scappate. Non accettate “appuntamenti chiarificatori”: non esistono chiarimenti in una storia malata. Se avete chiuso, avete chiuso. Punto! Abbiamo saputo mobilitare un Paese intero per una causa digitale, per dei siti di foto, per fenomeni mediatici. Ora è il momento di mobilitarci davvero, come cittadini e istituzioni, per le donne uccise ingiustamente, per le donne perseguitate. Alziamo la voce, denunciamo, chiediamo una legge più severa e una cultura più giusta. Combattiamo per chi non può più farlo e per chi può ancora salvarsi. Per ogni donna che non può più parlare, noi continueremo a farlo, con la voce, con la rabbia, con la verità. Perché non è amore, è potere. E il potere, quando schiaccia, va fermato”.
“La libertà delle donne non è negoziabile, è un diritto costituzionale. E dove questo diritto viene violato ogni giorno, non è solamente la civiltà a mancare: è la volontà politica di difenderla. Perché una politica che non protegge le donne non rappresenta nessuno. La tutela delle donne non è un tema di cronaca, ma una questione di giustizia sociale: da qui si misura la credibilità delle istituzioni, il coraggio della classe dirigente e il valore della democrazia. Restare in silenzio non è più un’opzione. Oggi servono scelte coraggiose, concrete e immediate”.
Con l’occasione si ricordano i seguenti numeri utili: 1522 – Numero nazionale antiviolenza e stalking (attivo 24 ore, gratuito e multilingue), 112 / 113 – Emergenze immediate e Centro Antiviolenza di Aprilia – Piazza dei Bersaglieri 30, Tel. 328 777 4577.
P.N.