Il Pontino Nuovo • 8/2022
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FEDE
FEDE
RAGIONE
RAGIONE
®
ESSERE VISTI
E VEDERE
GLI OCCHI ADDOSSO
“Tutto fanno per essere visti dagli altri” (Mt, 23).
Questa polemica frase di Gesù incisa nell’evangelo di
Matteo trova numerose applicazioni alla moderna
società cristiana e, indirettamente, costituisce una
riprova del carattere profetico dello stesso scritto di
Matteo. Qui quelli che fanno di tutto per essere notati
dagli altri sono i farisei e gli scribi, accusati da Gesù
di legare gravi pesi mettendoli sulle spalle della gente,
ma loro non vogliono muoverli neppure col dito.
L’essere umano è dotato di vista. Ma in generale
sembra proprio che egli sia spinto dal desiderio
bramoso di essere visto. Se è vero che l’occhio mai
si sazia di vedere, è pure vero che la persona non si
sazia di essere vista. Forse è proprio su questo che
fanno affidamento i mezzi di comunicazione sociale, i
cosiddetti “social”? I quali vengono troppo spesso
adoperati un po’ da tutti noi in modo ben poco sociale
e ben più individualistico, personalistico. Vengono
usati, cioè, per farsi
vedere, per mettersi in
mostra; al limite, per
esistere. Se non sei sui
“social” non esisti
(sicuro? dirà qualcuno
che ancora riflette). La
nostra società cristiana
esprime taluni (non tutti)
giornalisti, soprattutto
televisivi, che hanno
dimenticato la lezione dei
Montanelli e dei Biagi,
quando il lavoro del giornalista era fare domande,
registrare risposte, riportare fatti. Nulla di più scarno
dei reportage di Hemingway o delle domande di Biagi,
ma quanta acutezza in quella semplicità! Oggi è
diverso. I giornalisti, soprattutto televisivi, pongono
domande per interrompere l’interlocutore dopo 20
secondi, sia egli un medico ricercatore di fama
mondiale o un importante professore universitario che
ha scritto 30 libri su quel tema. E l’interruzione
equivale spesso a togliere la parola, mentre il
giornalista interviene con saccenteria, spesso boriosa.
Come mai? Semplice: per farsi vedere. La nostra
società cristiana esprime (taluni) politici i quali fanno
tutto ciò che fanno per essere visti, cioè osservati,
considerati, e magari rivotati. Ecco perché non
muovono paglia per anni, e a qualche mese dalle
votazioni cominciano finalmente a darsi da fare, o
sembrano darsi da fare. Ora, se il pesce puzza dalla
testa, forse anche la coda è già imputridita. La
stragrande maggioranza di tutti noi ama fare ciò che fa
per essere visti dagli altri (l’occhio sociale!).
A TESTA BASSA
C’è chi prega per farsi vedere dagli altri ed essere
onorato dagli altri. C’è chi fa del bene per farsi
vedere dagli altri ed essere onorato dagli altri. Ebbene,
dice Gesù, quelli che fanno così ottengono un solo
premio: quello di sentirsi addosso gli occhi degli
altri. Gli altri che applaudono, ridono, scherzano,
mandano messaggini fiorati, cuoricini, bacini,
bamboline. Tutto ciò è segno di un grande vuoto, dice
Gesù. E continua: tu quando fai del bene, “non sappia
la tua destra quel che fa la sinistra”. Fai del bene “nel
segreto”, cioè fallo per il Padre tuo. E il Padre tuo che
“vede nel segreto” ti ricompenserà. Insomma fare ciò
che si fa (sperabilmente fare il bene) non per farsi
vedere dagli altri ma per farsi vedere da Colui che
vede, ma che non si vede. Colui che, per vederlo,
occorre crederci. Avere fiducia che egli è, e
ricompensa coloro che lo rispettano, che credono al
suo “vedere”, che si affidano al suo “vedere”, che
confidano nel suo
“vedere”. E agiscono per
il suo segreto, intimo,
delicato “vedere”.
Il fatto, innegabile, che la
stragrande maggioranza
della società cristiana
abbia smesso di credere
in colui che vede ma che
non si vede, non significa
che egli sia diventato
cieco. La sua vista è
tuttora acuta e penetrante.
Egli vede la testa corrotta del pesce; vede la carne
marcia del pesce; vede la coda putrida del pesce;
mentre la società cristiana “non vede e non conosce”
Colui che vede (Gv, 14). Perciò i ciechi siamo noi, che
non lo vediamo e non lo conosciamo. Come
potremmo mai vedere Cristo Gesù se siamo
perennemente interessati ad essere visti. Come
potremmo conoscere, se non leggiamo più: non solo
non leggiamo più la Scrittura, ma neppure Pinocchio,
Camilleri o Leopardi. E non leggiamo più neppure
gli occhi e il volto del prossimo. Abbiamo imparato a
camminare a testa bassa, digitando messaggi sui
social (eppure quanto siamo soli). Per questo siamo
aggravati da coloro che ci fanno rimbombare negli
occhi solo la notizia del momento: un virus, una
guerra, e domani altri “gravi pesi” sulle spalle. E gira
e rigira la sociale macina da mulino. Gira a vuoto.
Come gli occhi vuoti di chi più non vede perché ha
perduto la meraviglia della luce. Padre, Tu che vedi,
mostraci quel che non sappiamo più vedere, perché
senza Cristo siamo persi!
Conversazioni personali su appuntamento:
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domenica ore 10.00 Conversazione biblica - culto a Dio
mercoledì ore 20.00 Studio del Vangelo di Luca
IL VANGELO PER I BAMBINI: SCUOLA PER I GIOVANISSIMI
Questa pagina,
interamente curata ed
autofinanziata dalla
comunità di cristiani
che si incontra in
POMEZIA,
LARGO MAMELI, 16/A,
ha il solo fine di
promuovere il
ragionamento sui temi
importanti della vita e
della fede in Cristo.
www.chiesadicristopomezia.it Il prossimo numero uscirà il 17.05.2022 Tel. 339.577 3986
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La fede
come
esercizio
della
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