Il Pontino Nuovo • 12/2024
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FEDE
FEDE
RAGIONE
RAGIONE
®
ETICA DI GESÙ
E STORIA
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La fede
come
esercizio
della
mente
Conversazioni personali su appuntamento:
tel: 320 222 9106 (contatto personale)___________
domenica ore 10.00 Conversazione biblica - culto a Dio
mercoledì ore 20.00 Studio del Vangelo di Luca
IL VANGELO PER I BAMBINI: SCUOLA PER I GIOVANISSIMI
Questa pagina,
interamente curata ed
autofinanziata dalla
comunità di cristiani
che si incontra in
POMEZIA,
LARGO MAMELI, 16/A,
ha il solo fine di
promuovere il
ragionamento sui temi
importanti della vita e
della fede in Cristo.
www.chiesadicristopomezia.it Il prossimo numero uscirà il 05.07.2024 Tel. 320 222 9106
Se ascoltassimo l’appello alla pace non ci
sarebbe guerra e distruzione
In che consiste l’etica di Cristo? Consiste in quell’Evan-
gelo che esorta a comportarsi «in modo degno della chia-
mata» che Dio rivolge con la Sua Parola. L’Evangelo
viene annunciato quando si parla di Cristo Gesù morto-
e-risorto per tutti, ma specialmente ogni volta che i cre-
denti prendono assieme la Cena del Signore, nel primo
giorno della settimana (domenica). Il comportamento
«degno» è caratterizzato da umiltà, mansuetudine, tolle-
ranza, mutua sopportazione, sforzo di conservare l’unità
spirituale con il legame della
«pace in Cristo». Il discepolo
ravveduto, che per fede è stato
immerso in Cristo (= battezza-
to), chiede a Dio la forza di
comportarsi in modo degno di
Dio. Acquisisce così gradual-
mente una nobiltà d’animo e di
comportamento che gli permet-
tono di crescere verso Cristo.
Maestro perfetto di una fede
che sa pensare, Gesù è sempre
coi discepoli, egli non ha sosti-
tuti né vicari che possano
prenderne il posto.
Quando Gesù predicava, negli
anni 30 del primo secolo, erano
già attivi quei movimenti di ri-
bellione contro Roma che sfo-
ceranno nella guerra giudaica
dell’anno 66, e infine nella di-
struzione di Gerusalemme e
del tempio nell’anno 70. Qual-
che decennio prima, ai discepoli che magnificavano le
costruzioni del tempio Gesù risponde: «Vedete tutto que-
sto? In verità vi dico: Non resterà pietra su pietra che non
sia divelta» (Matteo 24). Forse, se la generazione di Ge-
sù avesse ascoltato l’appello alla pace di Giovanni il
Battista prima e di Gesù stesso poi, Gerusalemme non
sarebbe stata distrutta. Fu la fine dello Stato giudaico. Fu
la fine del tempio, coi suoi riti e col suo sacerdozio cor-
rotto. Gli antichi profeti avevano annunciato agli stessi
giudei la sconfitta e l’esilio babilonese causati dall’ab-
bandono della volontà di Dio. Da secoli i giudei erano
sottomessi a vari re, gli ultimi furono i Romani. L’anno
70 segna la fine “definitiva” dello Stato ebraico. Da
quel momento in poi ebrei e gentili avranno accesso al
Padre mediante il «nuovo patto» siglato col sangue di
Cristo Gesù. Indietro non si torna né coi soldi né con le
armi.
Seguendo l’etica di Gesù, il discepolo bandisce la men-
zogna. Il credente agisce e parla con veracità, perché se-
gue Gesù che è la personificazione della verità…
Le “ragioni” dei propri errori
Il discepolo perciò non si comporta in maniera bas-
sa, egoistica, anzi tiene un atteggiamento nobile ver-
so persone e cose. Il discepolo di Cristo è consape-
vole di non essere un isolato nella società, ma ha
un forte senso di appartenenza alla comunità di cre-
denti come pure al prossimo, che egli ama come sé
stesso. Questo amore non è filantropia o capacità
di accattivarsi le simpatie della gente con qualche
battuta ad effetto. È invece un amore alto, mosso
dall’amore verso Dio stesso.
Il discepolo saggio non fa
posto a satana. Si corregge
per tempo, e quando deve
ravvedersi lo fa presto, at-
tuando subito frutti degni del
pentimento. Purtroppo infatti
col passare del tempo si ten-
de a trovare sempre nuove
“ragioni” per i propri com-
portamenti errati. Così si fa
posto al male e si chiude la
porta a Cristo Gesù. Il vero
credente, invece, vuole imi-
tare il Padre celeste. È Lui il
solo e unico Padre di tutti.
Così la fede diviene per il
cristiano il suo modo di vi-
vere. La correzione è frutto
nobile di disciplina amore-
vole. Chi non ama essere
corretto è uno stolto, dice la
Bibbia. La fede in Cristo
non è né un’astrazione né un modo per insuperbirsi
verso gli altri. Al contrario, la fiducia in Dio ha a che
fare con l’umiltà profonda.
Il cristiano non usa parole cattive verso gli altri. Ca-
lunnie, maldicenze, invenzioni malevole, giudizi
sommari e privi di fondamento sono indegni del cre-
dente che imita Dio. La gente è abituata a gridare
per aver ragione, a sfornare versetti della Bibbia
pensando di “evangelizzare”, a parlare alle spalle al-
trui o a danneggiare gli altri con la maldicenza e il
pregiudizio per cercare di innalzare sé stessi e la
propria causa; queste persone non seguono l’etica di
Cristo, sono solo tristi parodie teatrali del cristiane-
simo. Il cristiano maturo non solo non usa la maldi-
cenza, ma neppure la ascolta Piuttosto ricerca e pra-
tica benignità, misericordia, rendimento di grazie.
La fede in Cristo non è semplice religione, ma è uno
stile di vita: la vita eterna (= con Dio) inizia qui-e-
ora con un modo di vivere degno di figli che imita-
no il Padre.
Invito:
domenica ore 10;
mercoledì ore 20
Istruzioni per
perdere la fede…
e per ritrovarla
Comunità di Pomezia
[dietro RoadHouse]
Largo G. Mameli, 16A - Pomezia
Tel: 320 222 9106
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