Iniziativa del Rotary Club nel mese di novembre
Salute orale
Avere dei buoni denti e una bocca sana non è soltanto un fattore estetico, ma molto di più.
Da 45 anni, ad ottobre l’ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani) promuove il mese della salute orale. Si tratta della più longeva e radicata iniziativa in Italia nell’ambito della prevenzione dentale.
Una recente indagine condotta da Ipsos rivela che 1 italiano su 3 (32%) non si sente sicuro nel mordere una mela, segno di insicurezza nella propria forza gengivale. Tuttavia, solo il 25% considera l’invecchiamento delle gengive un rischio da monitorare, giustificando così un impegno a sottoporsi a controlli periodici e fare prevenzione.
Perché non farsi controllare la bocca? Secondo l’indagine Ipsos, nel 74% dei casi per motivi economici (le cure dentarie costano troppo), il 24% ha paura della visita (gli interventi in bocca sono ritenuti dolorosi), mentre un 27% considera la prevenzione semplicemente non necessaria.
Negli ultra-55enni, il 30% dichiara di provare imbarazzo a farsi visitare.
Eppure, in fatto di salute orale, la prevenzione si configura come una scelta di economia personale e salute a lungo termine. Il 55% degli intervistati è consapevole che è preferibile intervenire subito al fine di evitare successivamente problemi più gravi e più costosi. E’ importante essere consapevoli che i problemi della salute orale, come carie, gengiviti e alitosi, possono influenzare negativamente la salute generale, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari (infarto, ictus), diabete, malattie respiratorie e persino problemi durante la gravidanza come parto prematuro. Infatti, i batteri e l’infiammazione cronica della cavità orale possono diffondersi al resto del corpo, creando un circolo vizioso che aggrava le condizioni di salute esistenti e ne favorisce l’insorgenza. E’ importante mantenere sempre una eubiosi orale (microbiota sano) perché un’alterazione di questa popolazione batterica (disbiosi orale) può causare problemi locali come carie (es. Streptococcus mutans), gengiviti e parodontite/piorrea (es. Aggregatibacter actinomycetemcomitans, Treponema denticola, Fusobacterium nucleatum), e alitosi ma, attraverso il flusso sanguigno o l’inalazione, gli stessi batteri patogeni possono influire negativamente sulla salute generale.
I batteri patogeni orali sono stati collegati a malattie cardiovascolari (aterosclerosi, infarto, ictus e fibrillazione atriale), diabete (dove l’influenza negativa è reciproca), complicazioni in gravidanza (parto prematuro e basso peso alla nascita) e persino disturbi neurodegenerativi come l’Alzheimer (il batterio Porphyromonas gingivalis può favorire la formazione di placche di beta-amiloide).
Perché si arriva ad una disbiosi orale? E’ una condizione multifattoriale dove la componente genetica è solo una delle variabili. Infatti, una predisposizione genetica può aumentare la suscettibilità di un individuo verso alcune infezioni e/o alterare la risposta immunitaria, influenzando così l’equilibrio del microbioma orale. Fattori genetici possono anche influenzare la produzione di particolari sostanze salivari o un’alterata conformazione delle gengive, creando condizioni più o meno favorevoli per la proliferazione di batteri patogeni.
Oltre alla “predisposizione genetica” quello che è determinante per la salute orale è lo stile di vita. Una scarsa igiene orale, il fumo, una dieta scorretta, l’assunzione di alcuni farmaci come gli antibiotici, i corticosteroidi, i farmaci chemioterapici, alcuni antipertensivi, alcuni beta-bloccanti o antidepressivi possono alterare il microbiota orale, favorendo la disbiosi, portando a infiammazioni e danni ai tessuti.
Tutto questo si traduce, secondo i dati epidemiologici del nostro Paese, in una diffusa incidenza della carie, con un’altissima prevalenza nella fascia d’età 19-25 anni (88,2%) ed è molto diffusa anche nei bambini di età 1- 9 anni (36,1%).
L’edentulismo totale (perdita di tutti i denti) colpisce il 12,9% della popolazione sopra i 20 anni ma raggiunge il 60% negli ultraottantenni, soprattutto nelle fasce sociali più deboli.
Circa il 40% degli italiani non va da un dentista da oltre un anno.
La salute orale è anche altro. Si stima che ogni anno in Italia ci sono circa 8.000-10.000 nuove diagnosi di cancro alla bocca (labbra, cavità orale, laringe faringe), responsabili di oltre 4.000 vittime.
Le cause? ancora una volta, il fumo, l’abuso di alcol, il virus del papilloma umano (HPV) e traumi cronici. I tumori della cavità orale, se diagnosticati in tempo, sono risolvibili in modo non particolarmente invasivo e un buon tasso di sopravvivenza (> 80% a 5 anni) ma, spesso, la diagnosi arriva in ritardo e in questi casi gli interventi sono più devastanti e la sopravvivenza a 5 anni si abbassa (< 20%).
Gli uomini ne sono colpiti in misura maggiore, con un rapporto di circa 3:1 rispetto alle donne. L’incidenza aumenta con l’età, raggiungendo il picco dopo i 70 anni.
Per tutte queste ragioni ebbene approfittare delle campagne di prevenzione.
Nel mese di novembre, a Pomezia, il Rotary Club Pomezia Lavinium, in collaborazione con le Cliniche Leoni, ha promosso una campagna di prevenzione, con igiene orale e prima visita, completamente gratuiti. Ci saranno anche delle giornate dedicate all’ortodonzia, per i ragazzi, e alla chirurgia orale. In questo caso non ci sono ostacoli, basta volerlo.
Giuseppe Giannini
Il patto di amicizia tra Pomezia e Singen è stato siglato il 15 giugno 1974
Gemellaggio attraverso il cimitero
Le cerimonie per il cinquantesimo anniversario del gemellaggio tra Pomezia e Singen hanno messo in risalto il ruolo fondamentale che ha avuto il cimitero di guerra tedesco presente a Pomezia in questa storia di amicizia tra queste due città. Quindi un cimitero di guerra che è stato poi per queste due città una occasione di amicizia e per condividere il desiderio di pace. Dopo l’armistizio del 1943 gli americani raccolgono i corpi dei militari tedeschi caduti nello sbarco di Anzio e in altri fronti di guerra dell’Italia centrale e li seppelliscono provvisoriamente fino al 1946 in uno spazio del loro cimitero a Nettuno fino a quando lo stato italiano non individuò una area nel comune di Pomezia per realizzarvi un cimitero di guerra tedesco.
L’inumazione avviene in più fasi: la prima si svolge a inizio 1947, con lo spostamento da Nettuno a Pomezia di 2.740 salme, mentre poco dopo si procede con altri 3.751 corpi di soldati, in precedenza collocati provvisoriamente sia a Nettuno che in altri cimiteri.
Nel 1955 il governo italiano e quello della Repubblica Federale di Germania raggiungono un accordo che riguarda i cimiteri di guerra tedeschi in Italia. L’accordo stipulato è allegato alla legge del 12 agosto 1957, nº 801 fra l’Italia e la Repubblica Federale di Germania per la sistemazione definitiva delle salme dei soldati tedeschi caduti in guerra in territorio italiano, lo Stato Italiano forniva gratuitamente e in uso perpetuo le aree da destinare a cimiteri di guerra.
Il cimitero di guerra germanico di Pomezia venne inaugurato in forma solenne il 6 maggio del 1960 dall’allora Ministro della difesa italiana on Giulio Andreotti presente anche un rappresentante del governo della Germania Federale di Germania ed autorità civili e militari. La presenza di un esponente di primo piano del governo italiano come Andreotti stava a sottolineare l’importanza che l’Italia dava a questo cimitero di guerra che rientrava in quel lungo percorso di pacificazione nell’Europa occidentale iniziata subito dopo la fine della guerra.I lavori d’ampliamento, dovuti all’arrivo di nuove salme provenienti da varie parti del centro e sud Italia e sistemazione dopo dell’area cimiteriale, che hanno impegnato il Volksbund Deutscher Kriegsgräberfürsorge (ente privato sovvenzionato dallo stato tedesco) sono proseguiti nel corso degli anni con la presenza anche di molti volontari tedeschi.Attualmente sono 27.443 i caduti tedeschi sepolti nel cimitero militare germanico di Pomezia tra questi 3770 di cui non si conosce il nome.
A partire da metà degli anni ’60 tra questi volontari vi erano giovani operai di una azienda di Singen che nel periodo delle loro ferievenivano a Pomezia a lavorare nel cimitero militare guidati dal loro capo Mister Josef Bool, ed erano ospitati nel college Selva dei Pini. Quando furono scoperti dai giovani di Pomezia, partì l’idea di incontrarsi tutte le sere dopo il lavoro attorno ad un fuoco per affratellarsi tra canti, salsicciotti e birre italiane, e dato che i gruppi erano misti c’era molta attrazione sia tra gli italiani che tra i tedeschi.
Con l’intensificarsi dei rapporti tra i due gruppi e poi con la città di Singen, agli inizi degli anni ’70 nacque l’idea al sindaco di Pomezia Claudio Caponetti e all’assessore con delega alla cultura, allo sport Antonio Panaccione del gemellaggio condiviso con entusiasmo dal borgomastro di Singen FriedhelmMohrle e dalla sua comunità, spinta anche da una grande presenza di italiani nella citta.
Ricordiamo che il gemellaggio fu siglato a Singen il 15 giugno 1974 tra le due città rappresentate rispettivamente dal sindaco Claudio Caponetti e dal borgomastro FriedhelmMohrle. Analoga cerimonia si tenne poi a Pomezia il 23 settembre del 1975.
Grazie all’exsindaco di Pomezia Attilio Bello e al rappresentante dell’associazione di italiani di Singen Vito Giudicepietro, alle scuole e soprattutto alla presenza del cimitero di guerra germanico di Pomezia che ha unito le due comunità, il gemellaggio è continuato nel tempo. Il sindaco Veronica Felici e il borgomastro Bernard Hausler, nell’anniversario dei cinquant’anni del gemellaggio, nel giugno del 2024 a Singen e quest’anno il 3 ottobre scorso a Pomezia, hanno confermato questo vincolo di amicizia che lega le due comunità.Il momento più significativo della conferma del gemellaggio tra Pomezia e Singen è stata la cerimonia di domenica 5 ottobre al cimitero di guerra tedesco di Pomezia, presenti i due primi cittadini con le rispettive rappresentanze.
Chi non crede nella pace, chi inneggia alla violenza e alla guerra, farebbe bene ad andare tra quelle croci del cimitero di guerra tedesco di Pomezia, e leggere le lapidi dei caduti, sono molto spesso ragazzi poco più che adolescenti, che verso la fine del conflitto, il regime nazista, a corto di uomini, trascinò sui campi di battaglia. Per fortuna Pomezia e Singen hanno saputo trarre insegnamento da quelle tombe creando tra le due comunità un rapporto di amicizia. Un esempio da imitare in un periodo in cui in Europa, e anche in molte altre parti del mondo,si rivivono la terribile esperienza dalla guerra.
A.S.