Il PSI critica i continui cambi di casacca anzichè risolvere i problemi dei cittadini
Un’amministrazione assente
Il Psi sezione di Pomezia e Torvaianica ci ha inviato il seguente comunicato in cui, in occasione dell’approvazione in consiglio comunale del DUP, attacca la maggioranza di centro-destra a suo dire completamente assente nella città ed intenta solo a gestire i cambi di casacca che avvengono al suo interno.
“Nel consiglio comunale del 29 settembre scorso la maggioranza di centro destra ha approvato il DUP, lo strumento che stabilisce le linee strategiche ed operative nei prossimi anni della nostra città. Come al solito la maggioranza ha fatto tutto da sola senza confrontarsi con nessuno. Ci saremmo aspettati che, essendo un atto che impegnerà per alcunianni lo sviluppo della città, durante la sua stesura, fosse stato discusso con associazioni, comitati di quartiere, operatori commerciali e cittadini.
Nello stesso consiglio se ne è discusso anche poco, il che ci meraviglia e ci preoccupa, perché come partito recepiamo le istanze e le lamentele dei cittadini.
D’altronde basta andare sulla pagina del Sindaco e leggere le proteste su come funziona il trasporto locale, sulla viabilità, sulla sicurezza, sulla pulizia della città per rendersi conto che questa amministrazione non ascolta nessuno.
Peccato che il nostro partito non è presente in consiglio comunale altrimenti le avremmo intraprese noi iniziative per recepire le istanze dei cittadini, per portarle poi nelle commissioni consiliari e nella stessa assise all’atto dell’approvazione del DUP.
Sono tante criticate le piste ciclabili, erano comunque frutto di una visione ambientalista della mobilità nella città. Abbiamo invece l’impressione che questa amministrazione vivi alla giornata perdendo solo tempo nelle diatribe interne e a gestire i continui cambi di casacca dei consiglieri di maggioranza. Vi sono assessori che, tranne qualcuno locale, nessuno ha mai visto e conosciuto e che non ci sembra conoscano i problemi del territorio. Il sindacosi vede nei quartieri solo per sagre e feste patronali, mai un incontro per confrontarsi con i residenti sui problemi delle loro comunità.
Una amministrazione completamente assente che ignora i problemi reali della gente che sono: Strade con scarsa manutenzione e con marciapiedi intransitabili. Trasporti carenti e soprattutto nei collegamenti con le borgate. La desertificazione commerciale con tanti operatori senza lavoro. Una area industriale che non ha servizi comunali adeguati. Quartieri abbandonati anche dal punto di vista della sicurezza, si parlava del vigile di quartiere ma anche i nuovi assunti sono solo in centro a fare le multe. Uffici comunali messi al Selva dei Pini che si possono raggiungere solo in auto. La nostra proposta sarà quella di riportarli in città e in quei locali deve essere rimessa l’Università. Non parliamo poi della pulizia della città, una situazione di degrado denunciata continuamente dai cittadini. Con il parco della Sughereta dove regna l’incuria e non viene attuata nessuna azione di salvaguardia. Il litorale poi è in una situazione di completo abbandono, con parcheggi carenti, con marciapiedi, strade, passaggi a mare e spiagge nel degrado. Se poi riescono ad aprire un cantiere ecco che questo dura all’infinito, vedi la realizzazione del giardino di via Farina.
Invece di porre rimedio a tutte queste criticità apprendiamo che l’amministrazione ha deciso di partecipare a Capitale della Cultura 2028 con il centro storico della città per nulla curato; il borgo di Pratica chiuso; con i due musei che non sono valorizzati; con l’area archeologica abbandonata, vedi via Siviglia; e infine con un cantiere del teatro in cui sono già stati spesi milioni di euro e nessuno sa dire con precisione quando sarà terminato e quanti soldi ci vorranno ancora.
Pur volendo riconoscere al sindaco Felici impegno nel ruolo, ci sembra che essa sia prigioniera di logiche interne alla sua maggioranza che le impediscono di governare la città che è letteralmente abbandonata a sestessa. A questo punto non sarebbe meglio che lei rimetta il mandato ai cittadini? Si farebbe finalmente chiarezza. Psi sezione di Pomezia e Torvaianica”. T.R.
L’ex consigliere è membro della segreteria PD
Torna De Lorenzi
L’ex consigliere comunale Fabrizio De Lorenzi dopo un periodo lontano dalla politica ha deciso di aderire al Pd ed è stato designato poi membro della segretaria locale.
- Mi racconta la sua storia politica e perché ha deciso ora di aderire al Pd?
“La mia esperienza politica nasce all’interno dell’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, ma le mie radici culturali sono socialiste. In passato ho avuto anche una parentesi nei Democratici di Sinistra, dove mi sono avvicinato all’area dei cristiano-sociali. Per due mandati sono stato amministratore con le giunte di centrosinistra guidate da Enrico Fusco, sempre rappresentando l’Italia dei Valori. Dopo la conclusione di quell’esperienza e la fine di quella stagione politica, ho scelto di prendermi una pausa e dedicarmi ad altro. Oggi ho deciso di aderire al Partito Democratico perché vedo a Pomezia una nuova fase, caratterizzata da un gruppo di giovani motivati che si stanno avvicinando alla politica. Vorrei mettere a disposizione la mia esperienza per aiutarli a tradurre le idee in azione concreta: passare dal dibattito all’intervento reale, contribuendo a dare indirizzi e risultati tangibili per la città e per la comunità”.
- Cosa è cambiato nella politica locale attuale?
“Nella politica locale di oggi noto una forte frammentazione. All’interno del Partito Democratico, in cui sto vivendo questa nuova esperienza, ho ritrovato regole, confronto e partecipazione: grandi direttivi, dibattiti aperti, la possibilità di discutere e di costruire insieme. Per me questo rappresenta l’essenza stessa della politica, il suo aspetto più alto e nobile. Negli altri partiti, invece, vedo spesso una mancanza di organizzazione e di visione collettiva. Prevalgono i personalismi e le logiche individuali. Il fatto stesso che oggi esista un gruppo consiliare misto con quasi dieci consiglieri comunali è, a mio avviso, il segno di una vera e propria aberrazione politica. C’è troppa confusione, poca programmazione e poca capacità di mettere al centro il bene della città”.
- Condivide le scelte del Pd locale che in molti dicono essersi spostato tutto a sinistra?
“Sì, condivido in parte questa lettura. È vero che il Partito Democratico locale oggi appare più orientato a sinistra, ma ciò è dovuto al fatto che molti dei giovani che ne fanno parte si riconoscono in quei valori e in quel linguaggio politico. È una generazione che chiede risposte concrete e che spesso non si sente rappresentata da una politica distante dai propri bisogni. Questi ragazzi, però, sono preparati, motivati e competenti: è un motivo d’orgoglio far parte di un gruppo così. Forse ciò che ancora manca è un po’ di esperienza, quella che serve per mediare le posizioni e costruire ponti. Mediare non significa rinunciare ai propri ideali, ma aprirsi al dialogo anche con chi ha visioni diverse, perché governare una città significa rappresentare tutti i cittadini. Quindi sì, bene mantenere un’anima di sinistra, ma con la capacità di confronto e di apertura: questo è il vero senso della politica, quello che permette di passare dalle idee alla buona amministrazione. E oggi Pomezia ha bisogno proprio di questo”.
- Fa bene il Pd locale a cercare una alleanza con il M5S oppure deve cercare alleati a centro?
“È una domanda interessante, soprattutto alla luce dei risultati delle ultime elezioni regionali. Il Movimento 5 Stelle, oggi, sia a Pomezia che a livello nazionale, appare come una forza politica in trasformazione: ha perso l’impatto e la freschezza degli esordi, e a mio avviso vive una fase di declino identitario. Da quando la leadership è passata da Beppe Grillo a Giuseppe Conte, il movimento ha cambiato natura, diventando qualcosa di molto diverso rispetto al suo spirito originario. Detto questo, è giusto mantenere un dialogo, ma deve essere un confronto basato sulla rappresentatività e sulla coerenza dei progetti. Se il Movimento 5 Stelle rappresenta ancora una parte della città e può contribuire a un progetto serio di governo, il dialogo è utile. Tuttavia, credo che per il centrosinistra sia fondamentale recuperare anche l’area cattolica e moderata: quella componente di centro che storicamente ha sempre fatto la differenza tra vincere o perdere le amministrative. Oggi il centro è frammentato, ma quell’elettorato esiste e va riconosciuto. Serve un progetto politico ampio, inclusivo, che coinvolga non solo i partiti ma anche le realtà civiche e associative del territorio. Solo così si può costruire un centrosinistra capace di vincere e, soprattutto, di governare bene”.
- Che ne pensa dell’attuale amministrazione di centro-destra?
“Credo che ormai sia opinione comune riconoscere il fallimento dell’attuale amministrazione di centro-destra. In due anni non è stata capace di approvare atti amministrativi o di indirizzo che guardassero realmente al futuro della città. È mancata una visione, una programmazione, una prospettiva. Il livello amministrativo e politico è scadente, e spesso anche il modo di porsi e di affrontare il confronto pubblico risulta inadeguato. Questa città merita molto di più. L’amministrazione dovrebbe avere uno scatto d’orgoglio e riconoscere i propri limiti, mettendo fine a una gestione che sta paralizzando Pomezia. La nostra città ha bisogno di un impulso forte, di idee nuove, di freschezza. Deve tornare a guardare avanti con gli occhi dei giovani, con quelli di chi ha viaggiato, studiato, visto il mondo e sa cosa significhi vivere nel terzo millennio. Oggi, purtroppo, molti tornano a Pomezia e trovano una realtà ferma, chiusa e arretrata. Serve un cambio netto, culturale e politico, per restituire dignità e futuro alla città”. A.S.