Continuano affollatissime le conversazioni sull’arte e la sua storia a Nettuno
I macchiaioli e la Baraonda
Continua il ciclo di conversazioni sull’arte e la sua storia. Presso l’Associazione di Resistenza Culturale “Baraonda” (via S. Maria 26/28 a Nettuno), dopo il precedente incontro dell’11 marzo sul Futurismo, i professori A. Silvestri storico e critico d’arte e F. Bonanni, storico della contemporaneità, hanno tenuto, il 25 marzo, una conversazione sul movimento artistico figurativo-pittorico dei cosiddetti Macchiaioli. Caravaggio, il Rinascimento, la Contro cultura americana, l’Impressionismo e il Post Impressionismo, il Futurismo…sono alcuni degli argomenti trattati in questo lungo ciclo che va avanti da quasi un anno, con cadenze quindicinali o mensili con conferenze che hanno più i toni delle performances interattive con il pubblico stesso. Un pubblico sempre più numeroso, e la sala gremita ne è l’evidente indicatore, non solo del successo di questi pomeriggi, ma anche della domanda di cultura e associazionismo che il territorio esprime. Domanda che si manifesta anche attraverso la continua attività di gruppi e associazioni, che, nonostante la mancanza di infrastrutture e di una organica politica culturale delle istituzioni, viene messa in campo con passione, come una vera e propria militanza culturale e associazionistica. Una vita culturale adeguata e l’associazionismo di una realtà locale, sono i migliori antidoti contro l’affermarsi di sottoculture malavitose. Lo scrittore Gesualdo Bufalino, affermava che la mafia teme più la scuola e la cultura che i giudici. E’ la fine dell’antica tradizione della linea che aveva impostato tutta l’arte figurativa fino ad allora, che lascia il posto al paradigma della macchia (da qui il la denominazione, all’inizio spregiativa, del termine macchiaioli), che aprirà le porte al divisionismo, al cubismo e alle avanguardie. E’ la seconda metà dell’800; Torino cessa di essere la capitale della neonata nazione italiana. Firenze è la nuova capitale e lo sarà per 7 anni. Fattori, Segantini, Bornioni, Costa, Lega e altri, dipingono la campagna toscana e i capannoni industriali che subentrano ai casali ai margini delle città. Anche in Italia è la seconda rivoluzione industriale con la nascita di una borghesia e un proletariato industriale e le masse si affacciano al davanzale della storia (Pellizza da Volpedo). La realtà sociale, economica, culturale ed artistica si modifica: ci si prepara alla fine del secolo e l’inizio del 900, un secolo che tradirà tutte le aspettative di progresso, di pace e di rinnovamento umano.
Giuseppe Chitarrini
La manifestazione si è tenuta a Nettuno il 25 marzo
Antifascismo
La mattina di sabato 25 marzo, nell’area del lungomare prospicente il palazzotto comunale, si è svolta una manifestazione antifascista organizzata dall’A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), in risposta alla inqualificabile manifestazione di commemorazione della fondazione dei fasci di combattimento a Milano il 23 marzo 1919, tenutasi al cosiddetto ‘campo della memoria’ di Nettuno. La manifestazione del lungomare era tesa a ribadire i valori antifascisti e costituzionali, nati dalla Resistenza e per ricordare che la città di Nettuno è Medaglia d’oro per le sofferenze e gli oltraggi che ha dovuto subire durante l’occupazione nazifascista.
Erano presenti le forze politiche e i movimenti, i sindacati, e le organizzazioni civili, culturali, sociali, ambientaliste e di volontariato che operano nel nostro territorio e che si richiamano ai valori suddetti.
Gli interventi che si sono succeduti hanno sottolineato la necessità di fare rete fra tutte le forze antifasciste per mantenere vigile l’attenzione e la tensione etico-politica nei riguardi del pericolo di un ritorno delle pulsioni autoritarie, totalitarie e prevaricatrici. I prerequisiti ci sono, avviati con l’impoverimento di intere fasce sociali e delle classi medie in particolare.
Impoverimenti e declassamenti dovuti alle crisi che prima erano più o meno cicliche, ma che adesso hanno assunto il carattere di quasi permanenza, creando paure, invidie sociali, che sono cause dei populismi e suprematismi in giro per l’Italia e nel mondo.
Nuove povertà, esclusioni, capri espiatori (i migranti, le minoranze etniche e religiose, i poveri ‘non meritevoli’…) e nuove declinazioni, più raffinate e “onnicomprensive”, del negazionismo e del revisionismo ecc. Tutte avvisaglie politiche, sociali e culturali, che, unite ai venti di guerra e di generale riarmo, non possono non destare forti preoccupazione per le democrazie.
Giuseppe Chitarrini
Sharenting: quali sono i rischi e come proteggere i minori
Il mese scorso la Francia ha discusso una proposta di legge, il cui obbiettivo è scoraggiare e rimodulare un fenomeno sicuramente noto a tutti i frequentatori di social network, ovvero la costante condivisione, da parte dei genitori, di contenuti relativi ai propri figli quali foto, video etc… L’iniziativa francese ha acceso i riflettori su questo diffuso comportamento, noto come Sharenting, i cui rischi sono spesso sottovalutati dagli adulti che lo praticano e sul quale, anche in Italia, non sono mancate voci autorevoli che hanno invitato ad una serena riflessione. Tra queste il Garante per la protezione dei dati personali (GPDP), che ha diffusa un’informativa spiegando i rischi a cui lo Sharenting può esporre i minori ed offrendo alcuni suggerimenti per limitarne gli effetti negativi.
Ricordiamo infatti che l’immagine del minore è un “dato personale” particolarmente delicato, cui viene garantito un elevato livello di protezione, soprattutto quando la divulgazione dell’immagine avviene online. Il web possiede, infatti, l’attitudine di fissare i contenuti e diffonderli con gran velocità, fino a far perdere il controllo delle immagini pubblicate, che possono essere catturate, estrapolate ed utilizzate impropriamente da terzi, anche a fini ritorsivi o pedopornografici. Non trascurabile è anche il rischio di esporre i minori ad episodi di cyberbullismo. Ma non è solo questo il pregiudizio su cui il Garante richiama l’attenzione. Lo sharenting può infatti influenzare la personalità del minore e la sua dimensione relazionale: “postare foto o video di diversi momenti di vita dei minori, magari accompagnati da informazioni tra cui l’indicazione del nome o l’età o il luogo in cui è stato ripreso, contribuisce a definire l’immagine e la reputazione on line”, creando una specie di identità digitale parallela a quella reale. Il minore sarà conosciuto, valutato e giudicato per quello che i suoi genitori hanno deciso di mostrare di lui online ed è proprio su questo che il Garante ci interroga: “Chiediamoci sempre se i nostri figli in futuro potrebbero non essere contenti di ritrovare le loro immagini a disposizione di tutti o non essere d’accordo con l’immagine di sé stessi che gli stiamo costruendo”.
Che si condividano o meno i timori espressi dal GPDP, è comunque utile stimolare una riflessione sull’argomento, per consentire scelte consapevoli. Scelte consapevoli significa scelte informate e queste presuppongono la conoscenza degli effetti che un comportamento può provocare, non solo in termini di pregiudizio in capo al minore, ma anche in termini di conflitto e contenzioso che può derivarne. Infatti i figli potrebbero non essere d’accordo sull’uso che i genitori fanno della propria immagine, oppure uno dei genitori potrebbe non concordare con lo sharenting effettuato dall’altro; in questi casi il contrasto potrebbe approdare in un’aula di tribunale, traducendosi in una richiesta di rimozione dei contenuti pubblicati e/o in una domanda di risarcimento dei danni. Per offrire un’idea concreta della conflittualità innestata dallo sharenting o, più in generale, dalla pubblicazione online di immagini di minori da parte di adulti (zie, nonni, amici etc….), si può ricorrere alla vasta casistica offerta dalla giurisprudenza civile. Gli esempi non mancano: troviamo la zia condannata dal Tribunale di Rieti a rimuovere le immagini dei nipoti pubblicate senza il consenso del padre ed a risarcire il danno, troviamo il figlio adolescente che chiede di completare gli studi superiori all’estero per sottrarsi alla negativa pubblicità cui la madre lo aveva sottoposto con le sue pubblicazioni in Italia, troviamo anche la madre cui il Tribunale di Roma ha inibito la possibilità di pubblicare immagini ed informazioni di ogni tipo relative al figlio ed ordinato di rimuovere tutte quelle già pubblicate. Anche gli amici di famiglia devono ottenere il consenso di entrambi i genitori per pubblicare le foto di minori sul web, come ci ricorda il Tribunale di Roma in una sentenza del 2021. In conclusione, è necessario riflettere ed informarsi prima di pubblicare contenuti che ritraggono bambini e, se proprio non si vuol rinunciare a questa pratica, sarebbe opportuno seguire i suggerimenti del GPDP, che ricordiamo a beneficio di tutti: rendere irriconoscibile il volto del minore, limitare le impostazioni di visibilità delle immagine sui social network, evitare di creare account social dedicati ai minori, leggere bene le informazioni sulla privacy dei social network sui quali si caricano le immagini.
Avv. Alessandra Lupi
Per chiarimenti, domande e consulenze, l’Avv. Alessandra Lupi riceve a Lido dei Pini e Roma, previo appuntamento da fissarsi telefonicamente ai numeri 06.9178201/ 3496358027 o tramite mail all’indirizzo studiolegaleal@virgilio.it