Un dibattito che nasconde una violenza atavica contro le donne
Madri a pagamento
Ritengo si tratti di un vero e proprio crimine contro l’umanità, almeno contro quella metà di umanità a cui è demandata la sacralità della riproduzione della specie. Lo chiamano utero in affitto ma siccome suona troppo crudo, meglio definirlo maternità surrogata o meglio ancora ammorbidirlo in “gestazione per altri”, così sembra la gentilezza che ti fa la vicina di casa se ti tiene in gatto per un paio di giorni. Ma non è così: è una grande mistificazione, dell’etica e della natura per soddisfare l’egoismo di chi pretende di chiamarlo diritto, perpetrata da ricchi contro la donna e difesa da coloro che politicamente non dovrebbero difendere i ricchi, ma gli ultimi e le donne. La lotta intrapresa dalla sinistra, o almeno da una parte di questa, in difesa della registrazione automatica in Italia di un figlio concepito all’estero con la surrogazione e cioè a seguito della fecondazione e la gestazione di una donna, sempre dietro un compenso economico, sta dando un significato distorto alla difesa dei diritti. Una narrazione ipocrita racconta che questa è una battaglia in difesa dei bambini in un paese in cui non esiste un bambino che, a livello legale, non goda dei diritti di cui godono tutti gli altri bambini; in un paese in cui il padre che ha “commissionato” la surrogazione può facilmente riconoscere il bimbo concepito da una donna che magari lavora per una clinica negli Stati Uniti, oppure ingaggiata da qualche associazione in Ucraina, tra le ragazze più povere di quel paese. Perché meglio chiarire anche un’altra falsità: non è vero che lo “fanno ovunque meno che in Italia”: nell’Unione Europea la maternità surrogata è legale solo in 3 paesi su 27 e cioè in Grecia, Olanda e Polonia.
Le manifestazioni che si sono avute di recente quindi non sono in difesa di qualche diritto negato ma, insieme alla rivendicazione di un riconoscimento di genitorialità automatico, vogliono ribadire il diritto a pseudo-diritti, senza se e senza ma e senza nemmeno una logica condivisa che dovrebbe costituire elemento essenziale di ogni diritto. Una campana stonata che risuona in modo ricorrente in un’area politica che la spaccia per difesa dei diritti. Ho condotto un’indagine presso alcune cliniche della California dove si “servono” i vip italiani. Tra le migliori la “Global Surrogacy Services LLC” e la “West Coast Surrogacy” ma quella a 5 stelle è la “ISC - International Surrogacy Center”. Si trova a Murrieta una cittadina a metà strada fra Los Angeles e San Diego in un fabbricato che sembra più un centro commerciale che una clinica. Offre servizi di primissima qualità. E’ una società il cui presidente si chiama Jason Lutton ma la responsabile operativa del centro è Maria Valencia, una giovane ed intraprendente signora di origine messicana. La si può contattare al n. 001 619 505 0844 è una persona molto gentile. Mi sono rivolto alla ISC dopo aver letto le “recensioni” entusiastiche di clienti soddisfatti e sono venuto a conoscenza che concepire un figlio può diventare una vera e complessa transazione commerciale che ha inizio con la scelta della razza della “surrogante”e poi la scelta di quella che più ci piace tra un gruppo di ragazze di varie estrazioni etniche.
Le condizioni di età ed estetiche della prescelta concorrono alla formazione del prezzo finale. Poi si passa alla scelta del sesso del nascituro e si formula il contratto di surrogazione che è composto da circa 30 pagine e prevede di tutto, inclusi interventi di interruzione strumentale della gravidanza. Prevede anche che il nascituro che verrà consegnato sarà senza imperfezioni e mi chiedo che cosa possa accadere ad un bambino che nasce con qualche malformazione. Poi c’è un menu di prestazioni correlate che spaziano dall’ambito medico, a quello legale, da quello amministrativo a quello turistico. Insomma una clinica di lusso in cui ci si riferisce alla donna come alla “egg provider”, in cui la riproduzione della vita viene codificata e remunerata tanto a servizio. Ma si può spendere molto meno, basta rivolgersi ad una clinica in Canada, come la Canadian Medical Care, che è anche contattabile col numero di Roma 0694803820 dove la signora Roxana Bernar vi proporrà lo sconto del giorno secondo il vecchio concetto consumistico del prendi tre e paghi due. Come in ogni mercato si passa dalla qualità elevata a quella infima e in questo caso dalla clinica ISC, alle modeste cliniche in Nepal o in India dove la povertà delle donne induce molte giovani a prestare un anno della propria vita ed a subire un trauma psicologico ed esistenziale per qualche migliaio di dollari. Preferisco non entrare nel merito delle modalità e dei rischi. Un preventivo di un “full service” presso la ISC tocca i 200 mila Dollari ed oltre, di cui solo circa 30-35 mila vanno alla egg provider mentre il resto è “business as usual”.
La soluzione Canadese offre meno amenità di quella californiana e può costare meno della metà mentre le soluzioni in Ucraina scendono a 50-60 mila dollari e per quelle in India e Nepal si scende fino a 30 mila dollari. Al di sotto di queste pratiche normali ed assistite esistono anche accordi artigianali diretti in una forma di fai da te che espongono la donna ad ulteriori grossi rischi fisici. Sì, perché il problema non sono i bambini nati da gestazioni surrogate che, in Italia, può consistere in minori aspetti burocratici ma non legali da risolvere; il problema mastodontico è quello del ritorno della donna al ruolo di riproduttrice, a locatrice del proprio corpo, con tutte le conseguenze fisiche e psicosomatiche, per necessità economiche e spessissimo per povertà assoluta. Non solo, ma a farlo magari per soddisfare il desiderio di maternità di due benestanti giovanotti occidentali.
Confesso che non riesco nemmeno a comprendere la ricerca della surrogazione da parte di una coppia etero, che segue la procedura di riconoscimento e dell’adozione, perché il desiderio di genitorialità, che è lecito e comprensibile, può essere sempre soddisfatto anche dando una famiglia ad uno dei tanti bambini abbandonati e senza futuro. Sembra che la natura sia diventata un optional al servizio delle ideologie, sembra che il desiderio sia diventato un diritto e sembra che l’egoismo e l’arroganza debbano prevalere sul diritto della donna di scegliere solo di procreare un proprio figlio senza dovere, per necessità, essere costretta ad affittare il proprio corpo. E non è irrilevante che tutti i padri desiderosi di maternità si trovino nella parte più ricca del globo, mentre la stragrande maggioranza delle “egg provider” si trovino o provengano da quella più povera.
Sergio Franchi
Borse di studio
A breve sarà online l’Avviso per le Borse di Studio in favore degli orfani per crimini domestici e degli orfani di madre a seguito del delitto ex artt. 575 e 576, primo comma n.5.1. c.p. ovvero per omicidio a seguito dei delitti di cui agli articoli 609 bis e 609 octies c.p.- ANNI 2022 - 2023. Dal 31 marzo 2022 al 28 febbraio 2024 è possibile presentare istanza alla Prefettura della provincia di residenza per ottenere l’erogazione della borsa di studio prevista dalla normativa per gli anni 2023 - 2024. Link con tutte le informazioni: http://www.prefettura.it/roma/contenuti/Vittime_dei_reati_intenzionali_violenti_orfani_di_crimini_domestici_e_violenza_di_genere-6783521.htm
Per ogni eventualità gli Uffici dei Segretariato Sociale – PUA sono a disposizione della cittadinanza presso le seguenti sedi – dal lunedì al venerdì, dalle ore 09,00 alle ore 12,00 ed il martedì ed il giovedì anche dalle 15,00 alle 17,00:
- Servizi Sociali Comune di Anzio – Villa Adele - I° piano – tel. 06.98499419;
- Servizi Sociali Comune di Nettuno – Viale della Vittoria, 2 – tel.06.98889555;
- Asl Roma 6.6 - Via Aldobrandini n.32 – Villa Albani – Padiglione Sabatucci – stanza 5 – tel.06.93276457 – e.mail: pua.dh6@aslroma6.it
Comune di Anzio