Seconda puntata di “Nettuno e le sue Priore”, alla vigilia della Festa di Maggio 2023
Cosa significa essere Priora
La realtà ci torna alla memoria, ogni volta che si avvicina la festa della Madonna delle Grazie e ci porta a ricordare quale delle tante ragazze che hanno indossato l’abito della priora abbiamo maggiormente ammirato. Dei tempi passati i ricordi vanno a Maria Pigliucci, Cristina Della Bella, Annetta Combi, Lea Mariola; quelle degli anni ’50 a Ester Martufi, Maria Ludovisi, Angela Donati; degli anni ’60 a Bruna Bongarzoni, Gabriella Ludovisi, degli anni ’70 a Danila Macciocchi, Carla Verlezza, Marina De Franceschi: degli anni ’80 a Eloisa Amati, Anna Rita Centi, Cristina Vasconi, Laura Caranzetti, Stefania Cancelli, Paola De Franceschi; degli anni ’90 a Maria Cristina Cipriani, Lavinia Placidi, Veronica Tartaglia e quelle più moderne a Francesca Vinciguerra, Francesca Cibati, Moira Di Giulio, Antonella Martino, Barbara Ori, Viviana Ottolini; insieme a loro, tante altre, che altri ricorderanno in questa memoria tramandata dalla collettività attraverso documenti e racconti orali.
In questa ricostruzione del passato, di quello personale, ma ancora di più sullo sfondo che fa da paesaggio alla vita quotidiana, diamo forma al presente con le nuove protagoniste che cattureranno la nostra attenzione durante la processione in onore della Madonna delle Grazie che si svolgerà il 6 maggio prossimo. I nomi, li ricordiamo, sono: Francesca Calabrese, Giorgia Guida, Rebecca Mastracci, Aurora Miozzi, Dalila Combi, Giulia D’Antuono, Erika De Parolis, Lucrezia Mancini, Giorgia Ferraioli, Aurora Vicario, Linda Correnti, Eleonora Onori e Vittoria Venditti.
Da oltre un secolo queste giovani donne nettunesi hanno in comune l’aver rappresentato un simbolo storico della tradizione locale: essere state priore, l’aver condotto, in questa veste, la processione di Nostra Signora delle Grazie.
Nel cuore di queste ragazze emergeranno frammenti di emozioni, sfileranno sotto gli occhi di migliaia di persone affascinati dai loro stupendi costumi color rosso scarlatto, indossati con orgoglio e con un portamento da regine; spargeranno sorrisi contenuti – come si addice alla religiosità del momento – facendo riaffiorare memorie antiche, di saraceni, che qui hanno lasciato le loro tracce.
Dalle foto simbolo, passeranno all’immagine viva, e dietro gli sguardi, i sorrisi accennati, le mani in posa, attraverso la presenza, che sarà immortalata dalla fotografia, potranno capire le gioie, le ansie, le emozioni legate all’essere priora, che non significa semplicemente indossare il costume.
La figura della Priora è da sempre legata alla storia della nostra città. Nei tempi antichi le Priore che intervenivano alla processione di maggio erano donne sposate; avevano il proprio abito lasciato dalla madre o cucito personalmente che indossavano, a volte, anche per il loro matrimonio. Così, nel 1887 Antonia Monaco indossò l’abito della Priora per il suo matrimonio con Giovanni Cibati.
Non resta perciò che prendere il posto in prima fila, lungo il percorso della processione, per vederle da vicino.
Silvano Casaldi