Il Litorale • 8/2023
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S i m p o s i o
LIBERO INCONTRO ARTISTICO CULTURALE
ANZIO
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Pag. 26 Il Litorale ANNO XXIII - N° 8 - 16/30 APRILE 2023
Giuliana Bellorini
Coordinatrice corrispondente
del salotto sede del Simposio
FACCIAMO PACE
di Lello Agretti
I RACCONTI DAL FARO
IL “BAROMETRO”
DEL COMANDANTE FITZROY
EQUILIBRIO
L’eco si spande ancora tra una parete e l’altra. Onde sonore che si inseguono come cerchi nell’acqua da un sasso colpita.
Echi e onde destinate ad allargarsi, gli uni nell’aria, le altre nell’acqua. Voci rimbombanti, che ritornano da rumori, da suoni,
da parole. Tutto si confonde, alla fine, nel caos o nell’ordine. Risuonano voci disperate o zittite per sempre, voci sguaiate
provocatrici o inconsapevoli, voci pacate, accorate, meste, che entrano nel cuore degli uomini di buona volontà per diventare
pensiero e azione. Sono queste ultime che si affrontano per cercare l’equilibrio delle due forze contrastanti, nella loro eterna
coesistenza: la Guerra e la Pace. Mettiamoci d’accordo…
Avrà ragione il più forte? O il più armato? Desiderare un nuovo inizio costringe l’enorme sforzo di trovare l’equilibrio del-
l’accordo e ognuno dovrà rimettere in discussione le proprie convinzioni. L’umanità è progredita per mezzo della conoscenza
e la consapevolezza degli errori e delle sue faticose conquiste.
Giuliana
VITA E FORMAZIONE
CULTURALE
Elena Cassandra Tarabotti
Primogenita di un’agiata e
numerosa famiglia (11 fi-
gli),a 13 anni viene destina-
ta forzatamente al monaste-
ro di Sant’Anna, probabil-
mente per una zoppia eredi-
tata dal padre che non la
rendeva facilmente marita-
bile. Da quel convento, nel quale riceve la consacrazione
solo dodici anni più tardi, insieme al nome con cui si sareb-
be firmata per sempre, Suor Arcangela Tarabotti, non usci-
rà mai più.Ovvero, dopo un inizio di vita monacale tribola-
tissima (fughe ripetute dal monastero e rifiuto di indossare
l’abito talare), accetta l’imposizione inflittale, ma non sub-
isce la sua sorte in religioso silenzio, non rinuncia alla pro-
pria autonomia di pensiero e approfitta della sua posizione
per studiare da autodidatta e scrivere, partendo proprio dal-
la sua tragica esperienza di monaca forzata. Nonostante la
vita conventuale, Suor Arcangela riesce a sviluppare e
mantenere importanti contatti con la realtà culturale vene-
ziana.
PRODUZIONE LETTERARIA
Nelle sue prime opere Suor Arcangela con critica sferzante
e disincantata grida al mondo l’ingiustizia della sua infelice
[…] Ma come si fa a scrivere della pace… Forse, per scri-
vere della pace bisogna stare in pace “dentro”.
- Facciamo pace -. Si diceva così da piccoli, quando lo sta-
re di spalle del compagno, pesava molto. Troppo. Fosse
stato anche solo per dispetto quell’interruzione, quella ce-
sura prolungata oltre misura minacciava lo spirito ancora
troppo fragile. In calzoni corti e già in battaglia. Furono le
prime esperienze; senza capire ci si addestrava a sopravvi-
vere: schermaglie, musi lunghi, assenze, le prime offese...
E, me ne accorgo adesso, quelli furono anche i primi incon-
tri con la pace.
Si diceva facciamo pace poiché l’animo nostro, ancor ger-
moglio, mal sopportava i temporali fuori stagione; quella
tensione inquietava; di lì a poco poteva accadere qualcosa
di troppo grande cui, si era convintissimi, non si sarebbe
fatto fronte. D’altronde che pratica della vita si aveva, allo-
ra? Quale conoscenza? Le “armature” erano di là da venire.
Solo una cosa era chiara come il giorno: bisognava fare
qualcosa; il silenzio dell’altro, le sue spalle voltate erano
insopportabili. Che altro c’era da capire? E via: il primo
passo era fatto; non si restava a domandarsi troppo, a girar-
sela tra le mani. Talvolta, pur avendo ragione, vi si rinun-
ciava; rasserenare l’animo era molto più importante e, dun-
que, si pronunciavano quelle due parole semplici e gran-
diose: facciamo pace, affermando così l’intenzione e la vo-
lontà di voler tornare alla quiete, al gioco, alla vita.
Facciamo pace?
È strana, anzi è proprio bizzarra questa esistenza! Tu vai
avanti negli anni e ti sembra che l’intelligenza possa sem-
pre meglio soccorrerti per vedere più chiaramente, per me-
glio comprendere, leggere i fatti e, invece, guarda: lenta-
mente, col tempo, quell’affermazione (di volontà) è mutata
in domanda. Pensaci un attimo e dimmi se non ho ragione.
Quella dichiarazione esplicita, nel tempo, è cambiata, è re-
gredita come un panno lavato male che si è ristretto, rim-
picciolito; è divenuta una domanda: facciamo pace? Segno
che un timore s’è fatto strada; adesso necessita più del sem-
plice passo verso l’altro; appare sempre più evidente che la
QUERELLE DES FEMMES
ELENA CASSANDRA TARABOTTI
(1604 - 652):
la terza “ribelle” veneziana, una monaca.
di Ivana Moser
SCRITTURA
AL FEMMINILE
Rubrica aperta a tutti
UN CAPITANO METEOROLOGO - Il Capitano Robert
FitzRoy (1805-1865, quarto erede al trono d’Inghilterra) è
ricordato, oltre che per il suo nobile lignaggio, anche per
aver comandato il brigantino HMS Beagle che ebbe a bor-
do il naturalista Charles Darwin in uno storico viaggio di
cinque anni (1831-1836) intorno mondo. Darwin, con i dati
raccolti nel corso del viaggio, avrebbe poi elaborato la sua
teoria della evoluzione biologica, esposta nel libro “Sull’O-
rigine delle Specie” del 1859. Ma torniamo a parlare del
Comandante FitzRoy, oggetto del nostro articolo. Naviga-
tore ed esploratore, personalità di grande carìsma, era
anch’egli un cultore della scienza: il suo interesse si volge-
va allo studio della meteorologia. Prima del viaggio darwi-
niano del 1831 aveva effettuato negli anni 1826-1830 - co-
me Luogotenente dell’HMS Adventure - una navigazione
scientifica di ricognizione topografica ed idrografica in Pa-
tagonia e nella Terra del Fuoco. Dai diari tenuti in ambedue
le esperienze trasse un’opera dal titolo “Narrazione dei
viaggi di topografia degli HMS Adventure e Beagle”
(1839). Nel 1843 fu nominato Governatore della Nuova
Zelanda, carica che ricoprì per cinque anni.
BOLLETTINI METEO - Lasciato il servizio attivo in
Marina per motivi di salute nel 1850, FitzRoy nel 1854 fu
nominato responsabile del nascente ufficio meteorologico
britannico e, in tale incarico, introdusse l’innovazione di
far pubblicare sui giornali quotidiani i bollettini di previsio-
ne meteorologica ad uso dei naviganti. Per le previsioni
meteo era utilizzato un barometro tradizionale che, su una
scala graduata a mercurio, indicava la misura della pressio-
ne atmosferica (se i valori della pressione erano più alti il
tempo tendeva al bello, se i valori erano più bassi tendeva
al peggioramento). Poiché, sin dall’epoca della sua introdu-
zione, tale strumento era sempre stato molto costoso, già
nel XVII secolo un anonimo inventore, per lo stesso scopo,
ne aveva sviluppato un altro, più artigianale ed economico
(chiamato “Storm Glass”), che il Capitano FitzRoy contri-
buì a rendere popolare a metà del 1800, avendolo utilizzato
nel citato viaggio del Beagle. E che, per quel fatto, da allo-
ra venne conosciuto anche come “Il Barometro di Fitz-
Roy”.
UN BAROMETRO “SUI GENERIS” - In realtà, lo stru-
mento “di FitzRoy” impropriamente è definito “barome-
tro”. Infatti, mentre con il barometro vero e proprio - come
dice lo stesso nome (dal greco classico, bàros = pressione
+ métron = misura) - le previsioni sono desunte dalla lettu-
ra della misura della pressione atmosferica, invece con il
secondo strumento la tendenza del tempo è dedotta “osser-
vandole mutazioni di aspetto di uno specifico liquido” si-
gillato in un contenitore di vetro, che muta al variare della
PATAGONIA:
La Porta dell’estremo Sud
del Mondo
Domenica 16 aprile - ore 16.30
Arch. Renzo Mastracci - www.renzomasttracci.com
Incontro in Via Venezia, 19 Lido di Cincinnato - Anzio
rinuncia dovrà essere più importante per essere accettata;
insomma è che la richiesta dell’altro ha cambiato registro,
ha preso forza e un nome: potere.
Che paradosso mi si sta presentando! Procedo nel tentativo
di dipanare la matassa, ma invece di venirne a capo ecco la
questione si complica: non basta più fare un passo, ora bi-
sogna mettere sul piatto della bilancia qualcosa di più pre-
zioso. Ma quanto siamo disposti a spendere per la pace?
Quanto vale, l’altro, per noi? Non solo: ma è disposto an-
che l’altro a rinunciare? E a cosa? A quanto? E di più: a
noi, chi ci risarcisce dell’afflizione, della perdita, del lut-
to?... […] Quanti sono dalla prima volta! Come si fa a con-
tarli?! Non c’è più spazio nel camposanto dell’anima; i
morti si ammassano e bisogna costruire alveari dove andare
a sistemare questi e quelli che verranno, prima della prossi-
ma tregua. 27 settembre 2002
temperatura e della pressione esterne. Di tale strumento più
semplice, anche se meno attendibile, FitzRoy ne fece invia-
re decine di esemplari ai villaggi costieri delle Isole Britan-
niche, affinché i pescatori potessero direttamente prenderne
visione prima di prendere il mare (ancora oggi alcuni sono
visibili in piccole località portuali).
Lo speciale liquido rivelatore del dispositivo di FitzRoy è
composto da una miscela di diversi ingredienti. I più comu-
ni sono: “acqua distillata, etanòlo, nitrato di potassio, clo-
ruro di ammonio, canfora”. Ricordo che, in alternativa, ne-
gli Anni Cinquanta un giornalino divulgativo suggeriva
elementi differenti, più facilmente reperibili in casa, con i
quali preparare tre soluzioni diverse anziché una sola: “La
prima, con 2 grammi di Salnitro in 3 cucchiaini di Acqua-
vite; la seconda, con 2 grammi di Canfora in 3 cucchiaini
di Acquavite; la terza, con 2 grammi di Sale ammoniaco
sempre in 3 cucchiaini di Acquavite”. Quelle tre soluzioni,
una volta scioltesi, andavano poi mescolate insieme e mes-
se in una provetta, che - agitata per ottenere un liquido
omogeneo - doveva essere chiusa con un sughero e sigillata
con la ceralacca.
Esempi di Previsioni del tempo: “Se il liquido è limpido,
il tempo permane bello; se il liquido è tòrbido, si prevedo-
no nuvole o anche pioggia; piccoli puntini nel liquido se-
gnalano umidità o nebbia; piccoli cristalli in Estate annun-
ciano temporali; cristalli sul fondo del liquido indicano ge-
lo; in zone temperate, la presenza di grandi cristalli indica
nuvolosità in arrivo; in Inverno, a latitudini medie, dei
punti bianchi indicano freddo e neve; parti filamentose
bianche in alto nella provetta indicano vento forte in arri-
vo”.
Il Guardiano del Faro
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