Il Litorale • 8/2023
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ANNO XXIII - N° 8 - 16/30 APRILE 2023 Il Litorale Pag. 27
S i m p o s i o
LIBERO INCONTRO ARTISTICO CULTURALE
CURIOSITÀ NELLA POESIA/29
di Sergio Bedeschi
MODI D’INTERPRETARE
I LAVORI DEL PASSATO.
Le tre più importanti categorie a tal proposito sono:
arrangiamento, allusione e omaggio.
L’arrangiamento cerca di preservare le più importanti ca-
ratteristiche di un lavoro preesistente modificando certi
aspetti per una rielaborazione strumentale ed una nuova
esecuzione.
L’allusione è l’uso breve e talvolta sottile di materiali mu-
sicali preesistenti in un lavoro più ampio. Tale allusione, di
solito, non ha un’importanza centrale per la struttura com-
plessiva del lavoro. A volte un compositore intende far
emergere per scelta tale allusione mentre in altri casi il
pubblico percepisce allusioni laddove non sono espresse
chiaramente. Le allusioni di solito non sono menzionate nel
titolo del lavoro.
L’omaggio è usato per descrivere una composizione che,
appunto, renda consapevolmente omaggio alla musica del
passato. Esso implica onore o rispetto speciale per un parti-
colare compositore o per un brano, celebrandolo e citando
materiali musicali o tecniche compositive in qualche modo
associati a quel compositore. L’uso dell’omaggio esiste da
centinaia di anni, ma è aumentato di frequenza verso la fine
del XIX e inizio del XX secolo. In questo contesto userò
“omaggio” per descrivere opere che in qualche modo han-
no una somiglianza compositiva intenzionale con le opere
di un altro compositore, di solito chiarito con riferimento al
titolo.
La “dedizione”, è diversa dall’omaggio, perché un lavoro
può essere dedicato ad un non-musicista. Il liutista rinasci-
mentale John Dowland, ad esempio, ha dedicato opere alla
regina Elisabetta, ma non ha imitato il suo stile compositi-
vo perché lei non era un compositore.
Omaggi per chitarra solista nel XX e XXI secolo
Due esempi sono l’Homenaje di Manuel de Falla Pour Le
Tombeau de Claude Debussy (1920), che contiene elementi
di La soirée dans Grenade di Debussy, e Invocación y dan-
za di Joaquín Rodrigo (1961), scritto come omaggio a de
Falla. Manuel Ponce (1882-1948), il compositore messica-
no sottotitolò due delle sue sonate per chitarra come omag-
gi: Sonata Romantica: Hommage à Franz Schubert e Sona-
ta Clásica: Hommage à Fernando Sor.
Mario Castelnuovo-Tedesco (1895-1968), italo-americano,
ha scritto omaggi di chitarra solista a musicisti precedenti,
ad esempio, Capriccio Diabolico, Ommagio a Paganini e
Sonata, Ommagio a Boccherini (1935). I compositori dei
primi anni del XXI secolo continuano a comporre omaggi,
tra cui alcuni scritti per chitarra solista.
Roland Dyens chitarrista e compositore francese ha specifi-
cato che molte delle sue opere per chitarra solista sono
omaggi: Hommage à Villa- Lobos, Saudade No. 2, E?loge
de Léo Brouwer, Hommage à Frank Zappa, L.B. Storia,
Deux Hommages à Marcel Dadi, Ville d’Avril (Hommage à
Boris Vian), L’Allusive, Triaela e alcune delle 20 lettere.
Roland Dyens usa citazioni musicali poco frequenti e bre-
vi, preferisce rendere omaggio prendendo in prestito ele-
menti stilistici di un altro compositore. Non vuole fare una
brutta imitazione ma “lanciare occhiate” all’altro composi-
tore. Il prestito di Dyens si rifà all’approccio ricorrente dei
compositori del XXI e spesso proviene da spunti della mu-
sica popolare. Dyens, come altri compositori prima di lui,
trova un equilibrio dal tributo al passato attraverso la crea-
zione di qualcosa di nuovo.
YOUNG SOPHIA
Il pensiero dei giovani
LA MIA PASSIONE
PER LA CHITARRA CLASSICA
di Roberto Cardinali
La Storia dell'omaggio musicale/4
CONFERENZA CONCERTO
Domenica 23 aprile - ore 16.30
Via Venezia 19 - Lido di Cincinnato - Anzio
a cura di
Francesco Bonanni e Antonio D’Augello
Partecipano i giovani musicisti
Luca Maoli,
Lorenzo Martinelli,
Giovanni Periconi,
Daniele Sauchelli,
Lucia Setaro.
LA PIATTAFORMA INERZIALE
Parliamo ancora di Scienza. E Tecnologia. Come promes-
so.
Sapete cos’è una piattaforma inerziale I.N.S, Inertial Navi-
gation System? È un sistema elettrico-elettronico che usa-
vamo fin dai primi anni ’70 sia negli aeroplani da caccia
come lo Starfighter F-104 sia sui Jumbo Jet Boing 747 per
la navigazione aerea. E non aveva bisogno di segnali elet-
tromagnetici provenienti da stazioni satellitari orbitanti at-
torno alla Terra, come invece avviene per il vostro GPS con
cui girate per strada. Faceva tutto da sola basandosi su un
sistema giroscopico che permette, in qualche modo, di indi-
carvi da dove siete partiti, che strada state percorrendo e in-
fine qual è la vostra destinazione. La piattaforma inerziale
è un sistema delicato e costoso. E di sicuro è precisissimo.
AI TEMPI IN CUI VOLAVO
Per un caccia militare, l’I.N.S. è adatto per puntare sull’ob-
biettivo anche a bassissima quota, di notte o dentro le nu-
vole. Per un aereo civile indica istante per istante la giusta
rotta senza tanta fatica essendo capace, una volta program-
mato, di cavarsela meglio del pilota stesso. Senza che ov-
viamente tu perda di vista che si tratta sempre di una “mac-
china” e che quindi va sempre controllata e vigilata. Ecco,
in questa composizione sono io che racconto dei miei lun-
ghi (e monotoni) voli sui Jumbo Jet in compagnia di questa
nuova, strana e preziosa compagna, piena di piccole luci di
comando e di avviso. E non sorprenda più di tanto quella
un po’ maliziosa “erezione” finale riferita all’asse verticale
MUSICHE PER CHITARRA
DI PRIMO ‘800 di
Ferdinando Carulli (1770-1841)
Mauro Giuliani (1781 1829)
prigionia e mette a nudo il potere maschile e le sue vesti
ipocrite assunte persino nella laica e liberale Venezia.
LA TIRANNIA PATERNA è il suo primo libro, firmato
con il quasi anagramma di Galerana Baratotti, nel quale
suor Arcangela denuncia non solo i padri che ingannano le
figlie per farle entrare in monastero, ma anche la società
veneziana e la stessa Repubblica che permettono questa
pratica odiosa, oltre che le autorità ecclesiastiche accusate
di superficialità e complicità. Quest’opera, pubblicata po-
stuma (1660) con il titolo “La semplicità ingannata”, vie-
ne messa all’Indice dei libri proibiti, un anno dopo la pub-
blicazione, poiché ritenuta «offensiva, blasfema e quasi
eretica, irrispettosa verso la Chiesa, il Concilio Tridentino e
lo stesso Pontefice». Fra l’altro quest’opera contiene un ri-
ferimento alle ragazze monacate forzatamente:
Quivi incarcerate non arrivano al porto della destinata
gloria, ma restan sommerse fra le disperationi cagionatale
dai padri sceleratissimi, et in vecce d’immendarsi di quelle
poche legerezze comesse nella pueritia, avanzandosi nei
maneggi e traffichi del mondo, diventan peggiori e s’inca-
minano nell’offesa del loro mal volentieri accetato Sposo.
Il tema viene ripreso nella sua seconda opera “L’infero
monacale” dove l’accusa è sì soprattutto nei confronti del
padre e più in generale dei padri, ma qui il suo pensiero va
oltre giungendo a una rivendicazione della dignità della
donna e alla condanna delle disuguaglianze di genere. Scri-
ve suor Angela: «Se il padre ponesse maschi e femmine
sullo stesso piano, queste ultime potrebbero dimostrare di
non essere in nulla inferiori ai fratelli. Ma ciò non avviene
e ciò che alle figlie viene negato per prima è l’educazione.
Lo studio. La conoscenza».
In questo testo, come in altri, si teorizza sulla libertà delle
donne di essere padrone del proprio destino, di avere diritto
allo studio come arma di emancipazione e di difesa e so-
prattutto di essere state create uguali agli uomini e come lo-
ro dotate di libero arbitrio. Suor Arcangela leva forte e
chiara la sua voce contro famiglie e istituzioni, che negano
alle donne una libera scelta di vita, e questo in difesa di tut-
to l’universo femminile, nubili, sposate, suore, cui una so-
cietà patriarcale e misogina nega la possibilità di attingere
alla consapevolezza di sé e del proprio ruolo nel mondo.
“Antisatira” del 1644 redatta per diffendere il mio sesso a
torto oltraggiato. Si tratta di una risentita e piccata risposta
alla tradizionale lettura misogina del lusso femminile. Que-
st’opera, inoltre reagisce alla Satira “Lusso donnesco” di
Francesco Buoninsegni, in cui l’intellettuale senese aveva
preso di mira la moda femminile e con essa le donne. Oltre
a schierarsi per la libertà delle donne di seguire la moda,
l’autrice denuncia come questa riguardi parimenti gli uomi-
ni, insistendo particolarmente nel descrivere la vanità ma-
schile.
«Che le donne siano della stessa spetie degli huomini - Di-
fesa delle donne» (1651), ultimo scritto di Suor Arcangela,
in risposta al trattato Disputatio nova contra mulieres, qua
probatur eas homines non esse (Nuovo argomento contro
le donne, che dimostra che non sono esseri umani), pubbli-
cato in forma anonima nel 1595, nel quale si sosteneva che
le donne non avessero un’anima. Con questo testo Suor Ar-
cangela, tesa a dimostrare la parità fra donna e uomo da-
vanti a Dio, demolisce il trattato punto per punto, citando le
Sacre Scritture. Altre opere, di cui si conoscono i soli titoli,
sono andate perdute: circolavano soprattutto in forma ma-
noscritta, poiché trattando di argomenti “sospetti” non era-
no facili a pubblicarsi.
Esiste anche un “Epistolario”(1650), che testimonia gli
scambi intellettuali che la monaca veneziana ebbe con i
maggiori pensatori e pensatrici dell’epoca.
del sistema inerziale che deve sempre essere allineato verso
la Stella Polare.
Alienazione I.N.S.
Sei sempre supina e docile alle mie dita
quando di notte nei lunghi silenzi
sui grandi mari compagna fedele
mi parli rispondendo con le tue luci.
E come antica ancella mai t’inquieti
per la monotonia del mio parlare,
che pretende risposte uguali
a domande uguali a quelle di sempre.
E in confuse veglie amorosamente
corrispondo con te, lasciandomi narrare
con la voce che sai di ogni luogo del mondo,
di tutte le remote contrade, del soffiar dei venti
e del tempo che corre verso la fine di ogni cosa.
Conosci di me stesso ogni movenza,
ogni segreto, pronta a cambiare
le strade della mia vita solo che io lo chieda.
Ho fede in te che non tradisci mai
senza avvisare con battito di ciglia
o timido rossor di gote.
Vera amante dei cieli che disponi ogni cosa
per i nostri banchetti fino alla nostra erezione
verso spazi infiniti ove regna la stella
dei nauti antichi.
LE CONICHE
Ed ora dalla moderna tecnologia alla Matematica pura. Ma
che dico? Alla Geometria! E quale Geometria! La Geome-
tria Analitica delle Coniche, che sono le curve di secondo
grado prescelte dalla Natura (e dagli Dei?). È fatta di cir-
conferenze, ellissi, parabole e iperboli, punti isolati e linee
rette: la semplicità e la purezza assoluta rispetto a tutto il
resto che è fatto di equazioni e linee complicate. Un mio
amico, Raffaele Nigro, uomo del sud, poeta, scrittore e
giornalista (e molto altro) ha scritto anni fa questo “pezzo
unico”, inimitabile, irripetibile e stravagante che per gli ap-
passionati di Scienza è davvero una leccornia da conserva-
re. Leggetelo piano, studiatevi bene gli estrosi simboli, uti-
lizzate la mia parafrasi (necessaria in questo caso) e poi la-
sciatevi andare come sempre si dovrebbe fare con la poesia
e con il canto.
LA GRANDE DOMANDA
D'altronde l’argomento trattato è grandioso, è la grande do-
manda che sempre ci accompagna (Dio è una conica?),
l’alfa e l’omega e, in fondo, una preghiera. Mica poco!
Od& al Dyo X
Data un’&llyss& x
un’&lliss& x k& poy &’ dyo.
Dyo &’ un’&lliss&?
Sy, n&l kaso dy dyo = x.
Un dyo &lliss& my sta b&n&,
magary my wa ank& y = braccyo d&stro dy dyo:
(dyo ha un solo braccyo d&stro?
dyo ha y g&nytaly?).
G&nytaly dy dyo = z, ond&:
x = y + z + n + a + m…
dyo?
Sy, ynsomma, dyo &’ tutto qu&sto.
Oh dyo (x + y + z +a + m + b…) n
Oh dyo, s&rye ynphynyta m&no uno
ynt&gral& dy bas& polv&r&
& lymatura dy ph&rro
dagly ynph&rny dy phuoko
& gly stampy allyn&aty.
Dyo, d&rywata dy acydy & radyazyony
da paradysy proybyty
& phor&st& dy uman& pr&ghy&re
all’&n&rgon.
Santo &d Et&rno &n&rgon prot&ggycy!
Santo ynphynyto x ayutacy!
Ode al Dio X
Data un’ellisse x
un’ellisse x che poi è dio.
Dio è un’ellisse?
Sì, nel caso di dio = x.
Un dio ellisse mi sta bene,
magari mi va anche y = braccio destro di dio:
(dio ha un solo braccio destro?
dio ha i genitali?).
Genitali di dio = z, onde:
x = y + z + n + a + m…
dyo?
Sì, insomma, dio è tutto questo.
Oh dio (x + y + z + a + m + b…) n
Oh dio, serie infinita meno uno,
integrale di base polvere
e limatura di ferro
dagli inferni di fuoco
e gli stampi allineati.
Dio, derivata di acidi e radiazioni
da paradisi proibiti
e foreste di umane preghiere
all’ènergon.
Santo ed Eterno ènergon proteggici!
Santo infinito x aiutaci!
Pazzesca! Una poesia così di certo non la ritroverete mai
più!
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