SIMPOSIO
Giuliana Bellorini
Coordinatrice corrispondente
del salotto sede del Simposio
2023 - 2024
Quale bilancio, noi amici del simposio possiamo fare alla fine di questo anno. Nonostante il clima terribile che ci avvolge, noi siamo ugualmente felici di ritrovarci sempre insieme con il nostro entusiasmo e, nonostante le difficoltà di riuscire a continuare con lo spirito di essere parte di un’unica cosa. Strumenti indispensabili come in un’orchestra. Continuando nella tradizione con i fedeli vecchi amici stiamo allargando il nostro “organico” con voci nuove, contemporanee. I giovani ci stanno valutando e qualcuno azzarda a fare le sue proposte. Una poesia, un piccolo saggio… fantastico! Ma cosa potremmo realizzare senza l’aiuto di chi ci sostiene? Abbiamo sempre trovato estimatori e collaboratori. Troppo sarebbe nominarli tutti, ma ora che da tempo siamo ospitati in queste pagine de “Il Litorale” ci sembra giusto ringraziare Angelo Capriotti per la sua generosità e con lui tutta la Redazione, Fiorella in particolar modo che nonostante le difficoltà riesce sempre a contenere nelle pagine con equilibrato senso estetico tutto quanto inviamo non sempre rispettando la giusta “misura”.
Chiudiamo e apriamo un altro anno domandoci e promettendoci di migliorare ogni volta. Ma questa volta dovremo cercare di essere più coraggiosi. Affrontare con sincera convinzione le situazioni nuove che si pongono alla nostra coscienza come nel bell’esempio che ci viene offerto dalla Lettera di Silvia e Alessandro. Con loro mi unisco anch’io per i migliori auspici per il futuro che ci attende. AUGURI A TUTTI Giuliana
AUGURI
di fine 2023 e inizio 2024
di Silvia D’Augello e Alessandro Marini
In questo periodo dell’anno siamo soliti fare dei bilanci su come abbiamo speso i nostri ultimi dodici mesi. È giusto che questo sia un momento di riflessione sul passato e di proiezione nel futuro. Interroghiamoci su come abbiamo investito il nostro tempo e le nostre energie e se questo tempo e queste energie sono state rivolte al Bene, nostro e degli altri. Oggi parlare di “Bene” sembra demodé e si preferisce il termine “benessere”, che, a mio avviso, si discosta dal lessico filosofico-morale per apparentarsi con il lessico economico. Molte delle nostre forze sono dirette alla sopravvivenza, non per colpa nostra ma delle logiche economico politiche che regolano il Lavoro e che non tutelano il Bene di tutti, bensì il benessere di pochi. In tempo di bilanci, ci rendiamo conto che la cosa per noi più preziosa è il tempo che abbiamo a disposizione. Le logiche politico economiche imperanti nel mondo sono sempre meno inclini alle tutele dei lavoratori e invece proiettate allo sfruttamento degli stessi a vantaggio dei propri profitti. In questo clima sociale diventa difficile disporre di tempo da dedicare al Bene, al vero motivo per cui siamo vivi. Poco ne abbiamo e spesse volte, logorati dalla fatica, non riusciamo a utilizzare questo tempo nel migliore dei modi. L’augurio per questo nuovo anno è di valorizzare il tempo che abbiamo e orientarlo al Bene. Il concetto di “Bene” è un argomento centrale nella filosofia morale ed è un elemento propulsivo, qualcosa che muove il nostro animo e dunque contrario all’immobilità, alla stasi.
In questo nuovo anno cerchiamo di muovere le nostre coscienze verso fini buoni attraverso la sapienza, la fortezza e la temperanza. Dedichiamo il nostro tempo all’attuazione piena e consapevole delle nostre capacità ai fini di un’evoluzione intima, personale ma allo stesso tempo collettiva, condivisibile e utile alla società. Perseguiamo la nostra natura attraverso la virtù, educhiamoci ogni giorno al miglioramento della nostra interiorità e della nostra socialità.
Per questo nuovo anno impegniamoci nella sensibilizzazione di temi cruciali per l’evoluzione della società e cerchiamo ogni giorno di contribuire al miglioramento della stessa con piccoli gesti quotidiani. Interroghiamoci sul tema che ha travolto le nostre coscienze negli ultimi tempi e cioè sul preoccupante numero di femminicidi e sulla violenza sulle donne. Utilizziamo il nostro tempo per accorgerci di comportamenti anomali o patologici e interveniamo.
Proviamo ad avere cura del Bene altrui interessandoci all’altro, mettendo in discussione le nostre certezze ma soprattutto dedicando concretamente il nostro tempo a risolvere una buona causa. Abbiamo bisogno di riflessione (il Pensiero) ma quest’ultima da sola non basta, ci vuole l’azione, concreta, coraggiosa. Il mito del benessere individuale che pervade i nostri schermi e conseguentemente le nostre sinapsi sta modificando radicalmente il nostro modo di vivere e le nostre priorità.
L’augurio per l’anno nuovo è che tutti possiamo avere il tempo per produrre pensiero e azione orientati al Bene.
Ché la realizzazione piena della nostra natura e dei nostri desideri sia interconnessa agli altri, al loro Bene. Solo così la nostra felicità sarà compiuta e reale.
Silvia e Alessandro
YOUNG SOPHIA
Il pensiero dei giovani
L’architettura agisce come un linguaggio tangibile che comunica e riflette i valori, le aspirazioni e le sfide della nostra epoca; in un mondo sempre più interconnesso, essa, deve andare oltre la semplice funzionalità, abbracciando la sostenibilità, l'innovazione e l'inclusività; non è solo il risultato del lavoro di architetti famosi, ma è plasmata anche dalle decisioni quotidiane dei cittadini che hanno il potere di influenzare attivamente la progettazione degli spazi urbani, contribuendo a definire il tessuto della loro comunità. Ciò che scegliamo di costruire riflette le nostre priorità culturali e sociali. In tal senso, tutti siamo co-autori della nostra storia.
Ma a cosa serve oggi l'architettura e quale ruolo gioca la figura dell'architetto?
L’architetto non è solo un progettista, ma un custode della nostra eredità architettonica.
I libri, come "L'architettura della città" di Aldo Rossi, e le mostre che esplorano il lavoro di architetti visionari, sono fonti di ispirazione. I film, come "My Architect" di Nathaniel Kahn, ci immergono nella mente creativa degli architetti, rivelando il lato umano dietro le facciate imponente. In un'epoca in cui la partecipazione civica è sempre più valorizzata, i cittadini hanno un ruolo fondamentale nella definizione degli spazi che abitano e l'invito per questi ultimi, è quello di partecipare attivamente alla creazione dello spazio che condividiamo. Promuovere la conservazione, sostenere progetti innovativi e abbracciare l'arte architettonica in tutte le sue forme. Insieme possiamo trasformare l'architettura da semplice struttura a una dichiarazione condivisa della nostra identità e del nostro futuro. Nonostante l'avvento di strumenti tecnologici avanzati, la presenza degli architetti rimane essenziale, sono professionisti in grado di bilanciare la funzionalità, l'estetica e la sostenibilità nei loro progetti. Guardando alla storia, l'architettura è sempre stata più di una questione di mattoni e malta, ha riflesso le identità culturali, le ideologie dominanti e le aspirazioni collettive di un'epoca.
Oggi, ci troviamo di fronte a sfide globali come la sostenibilità ambientale, l'urbanizzazione rapida e la creazione di spazi inclusivi.
Iniziative di pianificazione urbana partecipata, come quelle descritte in "Walkable City" di Jeff Speck, evidenziano come le comunità possono plasmare attivamente la loro infrastruttura urbana. L'architettura può aiutare a creare comunità più inclusive e sostenibili, migliorando la qualità della vita delle persone, può anche contribuire alla riqualificazione di aree urbane degradate, trasformandole in luoghi accoglienti e stimolanti. Progetti che promuovono la connessione sociale, l'efficienza energetica e l'utilizzo di materiali ecologici stanno diventando sempre più importanti. La partecipazione attiva nei processi decisionali riguardanti lo sviluppo urbano può contribuire a garantire che gli spazi riflettano veramente le esigenze della comunità. Possiamo promuovere la sostenibilità e l'efficienza energetica nelle nostre abitazioni, adottando soluzioni come l'uso di energie rinnovabili, l'isolamento termico e la raccolta dell'acqua piovana. Inoltre, possiamo sostenere progetti di rigenerazione urbana che mirano a trasformare spazi inutilizzati in parchi, giardini comunitari o strutture culturali.
In sintesi, l'architettura oggi serve come un'arte sociale in continua evoluzione, formando la nostra esperienza quotidiana e rispondendo alle sfide del nostro tempo. L'architetto, con la sua creatività e visione, rimane un attore chiave nella trasformazione del nostro ambiente costruito. Guardando al futuro, la sfida è coltivare una connessione più profonda tra l'architettura e le esigenze della società, garantendo che gli spazi che creiamo riflettano il meglio di chi siamo e chi vogliamo diventare.