S i m p o s i o
LIBERO INCONTRO ARTISTICO CULTURALE
ANZIO
E-mail: simposioxx@gmail.com .•...... amici del simposio di Lavinio..•...... il simposio incontri culturali
Giuliana Bellorini
Coordinatrice corrispondente
del salotto sede del Simposio
AVVENTO 2024
Il presepio è già pronto e la culla vuota attende il bimbo che sta per nascere.
Canti di gioia lo accoglieranno, ma anche voci timorose. Voci apprensive, memori di un passato sofferto e lontano, fatte da chi non è più giovane e maturate dopo l’esperienza terribile della guerra e della miseria. Voci più o meno fiduciose nella capacità dell’essere umano di fare della terra un giardino accogliente. Penso alle parole di Tagore (Calcutta 1861-1941) a pochi mesi dalla sua morte: Guardandomi intorno vedo le rovine di una superba civiltà che si disgregano, disseminate come un cumulo gigantesco di vanità. Ma, nonostante questo, non mi macchierò della grave colpa di perdere la mia fede nell’uomo. Preferisco piuttosto contemplare il nuovo capitolo di questa storia, quando la tragedia sarà conclusa e l’aria sarà resa nuovamente limpida dallo spirito di dovere e dal sacrificio. Da “Crisi di civiltà”, 1941.
E, l’amica Vittoria in un Simposio del novembre 2004 commentò queste parole con una bellissima considerazione:
«Riguardo […] la volontà di Tagore di non perdere la fede nell’uomo, nonostante veda intorno a sé solo rovine, sono arrivata alla conclusione che sia sbagliato pensare (come sento dire continuamente intorno a me) che in passato ci siano state epoche più felici e in cui era più facile vivere che non in quella attuale, e che adesso ci stiamo avvicinando sempre più all’orlo di un abisso. Credo che questo sia falso storicamente e sia pericoloso, soprattutto per i giovani (e in particolare per quelli che leggono poco e che non conoscono l’importanza della memoria storica) perché toglie la speranza, la fiducia nel futuro e negli altri, la voglia di lottare e di costruire comunque, e fornisce, inoltre, un alibi a coloro che nella vita cercano facili scorciatoie».
Giuliana
Domenica 1° dicembre 2024 – ore 16.00
SIAMO SOLI
NELL’UNIVERSO?
4° incontro con
Domenico D’Amato
VIVERE LO SPAZIO
L’ultimo appuntamento è dedicato alle difficolta fisiche che gli astronauti affrontano ogniqualvolta escono dall’atmosfera terrestre ed affrontano le condizioni ambientali dell’ambiente esterno.mLa maggior parte dell’attività è svolta comunque entro la magnetosfera della terra che scherma la maggior parte delle radiazioni cosmiche proveniente dal Sole e dalle stelle.
Ma cosa succede andare oltre?
Già tornare sulla Luna (per rimanerci) costituisce un primo grosso salto. È vero che ci siamo già stati ma solo per un tempo limitato a pochi giorni. Ma stare dei mesi in un ambiente senza protezione cosa comporta?
E se vogliamo (à solo questione di quando) andare su Marte o qualche asteroide, per affrontare un viaggio di diversi anni completamente esposti all’ambiente interplanetario, come difenderci?
Ma non esiste solo il problema dell’ambiente fisico deleterio per gli astronauti, esiste anche la convivenza per periodi prolungati in ambiente ristretto e soprattutto: l’isolamento totale da qualsiasi aiuto possibile dal pianeta madre.
Simposio in Via Venezia, 19 – Lido di Cincinnato
ANZIO
“Inseguendo i tramonti…
i nostri sogni e
la felicità”
di Maria Grazia Vasta
Il mare è un elemento molto amato, ma è anche uno dei simboli più affascinanti dell’ignoto e dell’incontrollabile. Ci sgomenta mentre riflettiamo sulla sua profondità, ma è altresì certa la sua azione rilassante e attrattiva, per il ripetitivo movimento delle onde che placa la mente e l’anima. Ci andiamo quasi in pellegrinaggio, già solo per poterlo guardare, e ci fa perdere, a volte terapeuticamente, il contatto con la realtà. Il cielo a sua volta è la destinazione del nostro sguardo quando desideriamo qualcosa o qualcuno o ne sentiamo la mancanza. Ci protegge come volta celeste o manto stellato o coltre di nuvole che si susseguono e, similmente almotodelle onde che con il loro sonoro “mantra” guadagnano la riva, fa da contrappunto al flusso dei nostri pensieri. Invece la terra, così stabile e solida, anche se a volte matrigna, dà un senso di appartenenza, di concretezza e di controllo, ma di rado provoca straniamento, forse perché si può calpestare e sovrastare.
Come le opere letterarie complesse si prestano a diversi livelli di lettura, così il mare, il cielo, la terra e anche il fuoco, ovviamente, si offrono in modo variegato agli interrogativi degli uomini, secondo le diverse sensibilità, diventando lo specchio delle loro inquietudini o conquiste esistenziali e psicologiche. Gli elementi che ci circondano costituiscono il nutrimento principale degli artisti e dei sognatori, insieme all’amore, invocati spesso quando di amore c’è mancanza o tempesta. E la famosa frase “Per sempre inseguendo i tramonti” (Forever Chasing Sunsets) può voler dire calarsi interamente nel viaggio della vita,seguire i propri sogni, apprezzare le cose belle, più che raggiungere un’unica meta, perché questa si sposta al girar della terra e allo svolgersi dell’esistenza, diventando una probabile o utopistica possibilità; e rischiamo di perdere l’essenza del nostro presente e le persone che lo popolano, se puntiamo solo ed esclusivamente a quella meta: sarebbe importante anche saper vivere e agire e pensare hic et nunc, qui e ora, in un oggi vissuto con la dovuta consapevolezza, nel bene o nel male.
Tra uno, dieci o vent’anni potremmo inoltre non essere più gli stessi, perdendo interesse per gli scopi che ci eravamo prefissi, concentrandoci su nuovi obiettivi (l’intelligente dalla mente aperta può cambiare idea o avere dubbi), mentre i più caparbi avranno sicuramente successo: il mondo è tenuto in pugno da coloro che hanno un progetto ben definito (a volte benefico, spesso egoistico), e che sgomitano senza scrupoli, non andando per il sottile, frequentemente calpestando coloro che non riescono ad avere tale determinazione, pur dipercorrere la loro strada, assumendo le sembianze di“carri armati”. Ma il valore degli esseri umani si deve misurare solo con questa scala di “forza”? Con quella del successo a tutti i costi, degli status symbol, del denaro e dei follower? Oppure ha ancora un senso quello che negli anni Settanta chiamavamo “Ideale” (politico, filosofico o religioso che fosse) o “Amore universale” o “Fratellanza” o “Bellezza”?
L’impressione è che oggi i partiti politici, i vari gruppi di “tuttologi” e la casta dei leader, che danno vita a correnti di pensiero, non siano che grandi assembramenti di trasformisti, che poco nettamente si distinguono tra di loro, a differenza che in passato, e ciò provoca una strisciante omologazione che nuoce alla libertà e alla dignità dell’individuo e delle minoranzee inficia la possibilità per un movimento idealista o non integrato di essere incisivo nella realtà sociale moderna, inquadrata e a volte alienante. Può una persona non perfettamente allineata arrivare alla propria realizzazione e alla felicità, in una società globalizzata e tecnocratica? E per questo scopo deve uniformarsi alla massa, adottandone gli standard consumistici nei costumi e l’appiattimento mentale nelle opinioni? Ai posteri… o ai coraggiosi e credenti nel positivo cambiamento l’ardua sentenza…
YOUNG SOPHIA
Il pensiero dei giovani
Anzio diventa teatro di un mistero oscuro e di un viaggio interiore carico di emozioni contrastanti in questo romanzo assolutamente da leggere
“Angelita è mia sorella”
L’estrosa penna dell’autrice Marina Murphy nel suo thriller psicologico intitolato “Angelita è mia sorella”, disponibile su Amazon, ci proietterà in una intensa storia ambientata ad Anzio. L’apparente tranquilla cittadina del litorale laziale, si troverà immersa in uno scenario delittuoso, sospesa tra le sfumature del gotico e del romance. L’autrice farà riemergere dal mare la leggenda della piccola Angelita, figura mai naufragata nella memoria degli anziati.
Una libreria affacciata sul porto illuminerà come un occhio di bue la scena dei tre amici protagonisti che si ritroveranno coinvolti in un omicidio. Ognuno di loro metterà in discussione se stesso e la propria intera esistenza. Il lettore tratterrà il fiato rapito dai repentini colpi di scena, il tutto condensato da intense descrizioni dove il mare di Anzio farà da sfondo alla narrazione, così come il fantasma di Angelita rieccheggerà tra le pagine eterea come unonda impetuosa in cerca di una verità sommersa.
Urge in me l’esigenza emotiva dopo aver concluso la lettura di questo romanzo, tra suggestione e intensa inquietudine, citare una frase del maestro per eccellenza del gotico, Edgar Allan Poe, il quale scrisse “La morte di una giovane e bella donna è incontestabilmente il tema più poetico del mondo”. In questa lettura la memoria apparirà come una dea marina e rivivrà in una narrazione coinvolgente, a tratti poetica, che trasporterà il lettore in una tempesta emotiva sorprendente, a ritmo dello stesso palpito del mare.
A voi lettori lasciarvi sorprendere da esso.
Gloria Sannino