La storia di un movimento che avrebbe potuto cambiare l’Italia
Eclisse Stellare
Non c’è rivoluzione senza utopia perché l’utopia è l’essenza di ogni aspirazione ideale che i mezzi ordinari non permettono di realizzare. Nel caso di specie l’utopia aveva il suono dei Vaffa urlati nelle piazze e l’anima dello scontento diffuso per una politica arida e corrotta. “I have a dream” era l’utopia di Martin Luther King, “rivolteremo il parlamento” era quella di Beppe Grillo. Con il senno del poi il sogno di Beppe Grillo si è rivelatoun banalissimo movimento di dilettanti allo sbaraglio, che ha fatto danni paragonabili a quelli che si rilevano in una crisi post bellica. Beppe Grillo, dopo aver perso Casaleggio, l’ideologo della democrazia partecipativa, avrebbe dovuto prendere in mano il Movimento in senso operativo e proporsi a guidare il Paese, forte di un’adesione popolare altissima. Io c’ero quella sera al comizio fiume di San Giovanni, prima dellagrande vittoria delle elezionipolitiche del 2018, quando Grillo faceva tenerezza sul palco inneggiando al governo a guida M5s ed ipotizzando di affidare il ministero della salute al candidato infermiere, quello delle finanze al candidato ragioniere… non aveva un candidato che aveva fatto il militare a Cuneo a cui affidare il dicastero della difesa. Ma quella era la democrazia proposta: quella delle soluzioni condivise alla base, un comunismo “sui generis” da attuare negli anni di internet, una ipotesi che per funzionare avrebbe avuto bisogno, però, di un grande leader, di quella mente visionaria che fosse capace di mantenere vivo il gusto dell’utopia. Affidare un Movimento, composto da dilettanti della politica, infarcito di norme che, a livello locale, suonavano come leregole di una setta, senza una qualsivoglia struttura operativa, senza un programma politico oltre “onestà, onestà”, ad un improvvisato leader che fino al giorno prima vendeva bibite al San Paolo, è stato un errore letale. Giuseppe Conte è cicciato fuori perché non c’erano altri che avessero un minimo di background accettabile, in un mondo di ciechi chi ha un occhio è un padreterno ed il bibitaro di Avellino non era proponibile. Conte non era un “grillino” della prima ora, era un candidato spurio ma accettabile dal Capo dello Stato. Lasciare un movimento rivoluzionario nelle mani di un personaggio più vicino “Monsù Travet” che a “Che Guevara” ha decretato la pantofolizzazione di ogni velleità di cambiamento radicale trasformando l’utopia in un banale “tengo famiglia”, di un gruppo sempre più esiguo di persone che pur di mantenere i vantaggi di un lauto stipendio ripudiano oggi chi li ha creati come se Adamo ed Eva ripudiassero il Signore. Lo scontro fra Grillo e Conte fa tristezza perché è lo scontro fra un sogno e la sua banalizzazione. Gli insulti vanno insieme con contratti da 300.000 Euro annullati in una diatriba consumata sui social ma che non potrà non avere risvolti legali. L’esito “democratico” è plebiscitario e mette “il fondatore”alla porta come un appestato. Si rivedono Toninelli, Crimi, Fico ed altri fantasmi di un passato fallimentare pronti e riprendersi un posto al sole dopo l’abolizione del limite dei due mandati. Un esito tristissimo ma scontato che pone fine all’utopia delle 5 stelle con una sfida finale dai risvolti patetici. Un confronto fra colui che ha sognato una società diversa e colui che, per farlo, ha creduto bastasse regalare stipendi a chi, potendo lavorare, preferiva poltrire e convinto che fosse indispensabile restaurare case di privati benestanti con i soldi dei contribuenti: un’operazione che ha drogato l’economia per un anno ed ha penalizzato bilanci e servizi sociali per almeno un decennio. Che fine farà il partitino di Conteche, alle ultime elezioni viaggiava ai livelli del 3%? Probabilmente verrà fagocitato dal quel PD che aveva umiliato dopo la grande vittoria delle politiche. Non vedo quale possa essere la ragione di votare oggi quello che è diventato il M5S ma non credo che l’esito possa più rappresentare l’interesse del popolo che in massa aveva votato il MoVimento.
Sergio Franchi
Significativa manifestazione nell’aula consiliare di Nettuno con il gruppo Fuoricentro
Contro la violenza sulle donne
Promossa congiuntamente dal Comune di Nettuno e dal Gruppo Danza ADS “Fuoricentro” della maestra Simona Crivellone, nello splendido scenario, realizzato dal prof. Leonardi Leonardi e dalla signora Silvana Maltese, nell’Aula Consiliare del Comune di Nettuno, si è tenuta una significativa e partecipata riflessione, con apporti e contributi diversificati dei relatori di cui al programma allegato, impreziosita dalla proiezione del toccante cortometraggio “La verità” di Miranda Angeli, da suggestive esibizioni del Gruppo Danza ADS “Fuoricentro”, dalla lettura di monologhi a cura di Francesca De Francesco ed Ezio Braccioforte della Compagnia “Il Borgo”, con musica dal vivo di Rodolfo Siraco.
L’incontro, cui hanno presenziato anche i candidati a Sindaco, Domenico Maggiore e Nicola Burrini, ha costituito una sorta di “stati generali” su un fenomeno che, come unanimemente emerso, affonda le sue radici nella perdurante dimensione patriarcale, su un’idea distorta del possesso, del controllo e del consenso della donna, a secondo dei casi maltrattata, mortificata, brutalizzata, violentata e, purtroppo, anche uccisa (quest’anno 100 le donne che hanno perso la vita per mano di mariti, compagni, conviventi).
Un omicidio relazionale, spesso originato da conflitti intra-famigliari, con l’uomo che non sa controllare le proprie pulsioni o attivare i freni inibitori, che non sa fare i conti con la libertà degli altri, affetto da analfabetismo emotivo e sentimentale, debole, fragile, incapace di relazionarsi e confrontarsi, rientrabile, secondo esperti, in categorie varie: narcisi, istrionici, paranoici, anaffettivi.
Si è preso anche atto che, se i morti per mano del marito o del compagno sono diminuiti negli anni (nel 2013 erano 179, nel 2014 152, nel 2015 141), la violenza fisica morale, sessuale, psicologica, economica, sarebbe in forte aumento e ciò richiama ciascuno ad una responsabilità sociale, collettiva, aldilà di sociologismi e giustizialismi e tenuto conto che l’utilizzo enorme dei social avrebbe reso, secondo esperti, più comuni condotte violente, aggressività, prevaricazione.
Piena condivisione, oltre che sulla costituzione di un tavolo permanente, alla luce degli interventi importanti ed essenziali dei Rappresentanti delle Forze dell’Ordine e delle Associazioni che operano in questo delicato contesto, con solide esperienze maturate sul campo, la necessità di allargare e potenziare la fase della prevenzione, con centri di ascolto con persone debitamente formate, nel contesto di una rete/alleanza, che vede fattivamente coinvolte Scuola, Comune, Forze dell’Ordine, Associazioni, Famiglie ed anche Cittadini che possano essere valide sentinelle sul territorio, per segnalare, tempestivamente, situazioni meritevoli di attenzione prima che arrivi l’irreparabile, tenuto conto che siamo in presenza di un fenomeno sommerso, invisibile, pervasivo, trasversale a classi sociali e di età, che negli ultimi tempi ha visto protagonisti di atti di violenza sempre più frequentemente appartenenti alle fasce giovanili.
Emerso, forte e vivo, dagli autorevoli relatori, l’auspicio di realizzare una rete di prevenzione sempre più a maglie strette, in grado di riconoscere i segnali pericolosi di violenza, una giustizia sempre più celere e tempestiva, un’assistenza medico-psicologico-legale più robusta, un miglioramento ed un aumento dei centri di ascolto e di accoglienza.
La Commissione Straordinaria
Giallongo, Reppucci, Infantino
Cerimonia per le vittime della strada
Nella mattinata del 16 novembre, promossa dal Corpo della Polizia Locale di Nettuno, si è svolta una cerimonia religiosa per ricordare le Vittime di incidenti stradali. L’evento, officiato da don Fabrizio Pianozza, ha avuto inizio alle 10:30 presso la Collegiata di San Giovanni.
Sono stati presenti rappresentanti delle Forze dell’Ordine, organismi militari, APS e associazioni culturali e sociali, tra cui i signori Delle Cave e Bonomi, esponenti autorevoli di sodalizi impegnati nella sensibilizzazione su un fenomeno che, a causa di imprudenza, imperizia e negligenza di alcuni, colpisce gravemente le famiglie, causando lutti, dolore e sofferenza per la perdita di una persona cara.
Successivamente è stata deposta una corona davanti alla targa posizionata nella rotatoria antistante la stazione ferroviaria, in memoria delle Vittime della strada.
Durante l’omelia, don Fabrizio ha sottolineato l’importanza di preservare la vita umana, un bene preziosissimo, attraverso comportamenti improntati al buon senso, all’equilibrio e al rispetto delle norme che regolano la circolazione stradale.
Il Commissario Reppucci, nel suo intervento, ha rinnovato la vicinanza della città alle famiglie Bernardi e Spallotta per le gravi perdite di Sabrina e Santiago. Ha espresso vivo apprezzamento per il lavoro delle Forze di Polizia del territorio, che ogni giorno tutelano la tranquillità sociale e la libertà dei cittadini, assicurando il pacifico svolgimento della vita cittadina e delle relative attività.
Ha anche manifestato al personale del Corpo della Polizia Locale un forte plauso per l’operato svolto nel contrastare episodi di mancato rispetto delle norme del codice della strada, abusi edilizi e commerciali, vandalismi e teppismi, oltre ad attività di polizia giudiziaria, rilevazione di incidenti stradali e risoluzione di dissidi privati.
La Commissione Straordinaria
Giallongo, Reppucci, Infantino