La fine del commissariamento pone termine ad una provvisorietà imbarazzante
Il comune chiamato al riscatto
Se la democrazia è il tipo di governo in cui il potere viene esercitato da rappresentanti eletti liberamente dal popolo, possiamo affermare a cuor leggero che per un biennio la democrazia ad Anzio è stata sospesa. E’stata sospesa per comportamento indegno di coloro che il popolo aveva eletto.Così ha sentenziato il decreto di scioglimento e questa non è cosa da poco. Non so quanto i cittadini di Anzio abbiano compreso delle ragioni fattualine, tanto meno, quanto si sia fatto per ristabilire le condizioni di sanità democratica e quanta integrità etica il Comune di Anzio abbia recuperato dopo il trattamento commissariale. Lo scenario politico non sembra, però, essere mutato in modo significativo e non sembra che il nuovo, che sarebbe dovuto avanzare, sia in campo per riscattare l’onore ferito. Ma la Democrazia si è esprimecon i mezzi di cui dispone e con i limiti con cui essa viene costruita. Una percentuale di votanti bassissima, scarsissima o approssimativa informazione da parte dei candidati e troppi volti noti riproposti, anche se molti di loro non hanno ancora avuto occasione di esprimersi, con potere decisionale, nella politica locale. Ma speriamo che i fatti faranno giustizia dei dubbi e che Anzio possa tornare ad essere quella ridente cittadina che ha dato i natali a Nerone e che i romani e non solo loro, hanno da sempre eletto a luogo ameno in cui passare la vacanza. Il nome di Anzio,legato agli intrallazzi ed al traffico di droga,è un’immagine a cui tutti i suoi abitanti devono ribellarsi con vigore. Detto questo, non credo che la futura Giunta avrà vita facile anche perché alcuni problemi che si sarebbero potuti risolvere prima non sono stati risolti. Mi limito all’ambiente ed i tanti problemi aperti sul territorio, primo fra tutti quello che riguarda un contratto che rappresenta, in assoluto, l’impegno economico maggiore del comune di Anzio: quello della raccolta dei rifiuti solidi urbani.
Dalle notizie di cui si è a conoscenza sembra che si vada verso un contenzioso che ricorda quello con la Camassa, durato un’eternità e che ha trasformato Anzio in una pattumiera a cielo aperto. Non sono solo avvisaglie quelle che si rilevano nelle nostre strade, ormai mucchi di rifiuti abbandonati, sacchi di rifiuti verdi non prelevati, centri di raccolta chiusi sono aspetti di una situazione che non è stata gestita in modo adeguatose si è giunti ad un punto di divergenza così elevato. Il Comune di Anzio è socio della società che gestisce i rifiuti e, ove le condizioni non siano state compromesse in modo irrimediabile, una soluzione deve essere trovata ed a trovarla dovrà essere la prossima Giunta Comunale. Nell’ambito del controllo e della gestione del patrimonio arboreo la situazione lascia molto a desiderare, la pineta comunale di Lido dei Pini continua a registrare la morte di pini dovuti a ragioni fitopatologiche che il Prof Gonthier dell’Università di Torino ha stigmatizzato nel suo lavoro di osservazione. Nessun intervento fattivo a parte l’allontanamento degli alberi compromessi, è stato rilevato. L’arredo urbano resta carente specialmente nelle periferie, scarsa la cura ed il controllo delle responsabilità dei privati nella conduzione della loro proprietà. Il Comune di Anzio non dispone di una struttura per ospitare randagi e spende somme ingenti (un importo mai smentito parla di oltre e 200.000 Euro l’anno) per farli ospitare da una struttura che si trova a 35 chilometri di distanza; nessuna politica attiva è stata rivolta verso la realizzazione di una struttura comunale e la creazione di uno sportello comunale per gestire un’attività cosi significativa. Nella zona di Lavinio e di Sacida si continuano a rilevare condizioni dell’aria e cattivi odori che non hanno trovato un’adeguata attenzione da parte del Comune di Anzio. Nella zona un impianto per la trasformazione dei rifiuti organici in biogas è stato realizzato in deroga alle distanze di sicurezza con il placet del Comune in fase di Conferenza di Servizi; tale impianto resta un rischio per gli abitanti. Un aspetto rilevante ma del tutto trascurato dell’inquinamento ambientale è diventato quello, subdolo perché non rilevato immediatamente con manifestazioni esteriori, causato dall’azione dei campi elettromagnetici che si creano per l’avvento dei ponti ripetitori telefonici e non solo. Pur restando in ambito ARPA la responsabilità della rilevazione e della misurazione delle emissioni e la valutazione dei rischi, il Sindaco resta il responsabile della dislocazione delle fonti di inquinamento e dell’applicazione delle norme di prevenzione. Resta del tutto inattuata una pratica virtuosa che origina risparmio e coinvolgimento dell’utenza e cioè il compostaggio domestico per il quale, pur con solleciti continui, pur con inviti anche a livello istituzionale, pur dopo l’acquisto di 2000 compostiere con il contratto AET, resta solo l’iniziativa di cittadini lasciati completamente senza alcun supporto e con scarse possibilità di sviluppo. Il rapporto con il Consorzio di Lavinio ed alcune considerazioni legali hanno originato la decisione da parte dell’Autorità Commissariale di dare incarico a tecnici ed esperti comunali di definire quale sia l’assetto proprietario delle strade che ricadono in ambito consortile. La decisione ha un forte valore sostanziale in quanto l’attività preponderante svolta dal Consorzio è rimasta quella della manutenzione delle pavimentazioni stradali. La nuova Giunta dovrà verificare che l’incarico sia svolto celermente, che i risultati siano resi disponibili e che essi siano congrui con il quesito. In ambito rifiuti l’ultimo accesso agli atti rilevava che poco più di un cittadino su due paga regolarmente la TARI originando una situazione non solo insostenibile sul piano economico ma ridicola sul piano istituzionale. Insomma tanti problemi da risolvere ed i cittadini, tutti, aspettano che il nuovo governo di Anzio li risolva e faccia in modo che il distacco crescente, fra politica e cittadini. venga sanato e lo faccia con azioni forti, coraggiose e significative.
Sergio Franchi
La profezia di Oriana Fallaci sta diventando sempre più triste realtà
Troia brucia
Alle situazioni abnormi ci si abitua con estrema facilità: basta abbassare lentamente l’asticella della logica e del buon senso e, piano piano, si accetta di tutto. Quello a cui stiamo assistendo in questo periodo non è la solita espressione del dissenso, che per una categoria di persone persisterebbe anche nel giardino dell’Eden, ma è una ben articolata modalità di guerrigliare allo scopo di corrodere il sistema democratico. Niente è improvvisato ma tutto risponde ad un dettato fondamentale teorizzato in decine di convegni e stigmatizzato da tanti studiosi dell’Islam e cioè la conquista del mondo cristiano, debilitato da scandali e da lassismo religioso, dal di dentro e con la demografia; si con la demografia e cioè con la graduale ed inarrestabile infusione di giovani musulmani, che arrivano come clandestini e poi seguiti dai loro fratelli e sorelle, genitori e zii. Per chi, drogato da una suicida ideologia dell’accoglienza, abbia dubbi su questa affermazione, basta che si rechi nei quartieri delle varie città in cui la concentrazione islamica è già prevalente su quella non islamica e cerchi di ricordare come era quel quartiere 20 anni fa. Esistono in Francia, Belgio ed Inghilterra e non solo quartieri in cui un cristiano, tanto meno un ebreo, meglio non metta piede. Quello che è accaduto ad Amsterdam segna il livello di violenta arroganza con cui la civiltà occidentale non può evitare di confrontarsi. La scusa era quella della partita di calcio con cittadini israeliani o tifosi della squadra israeliana del Maccabi che sono stati fatti oggetto di assalti e violenze. Nella patria di Anna Frank, il giorno che ricorda la notte dei cristalli, la più grande caccia all’ebreo della storia, nel 2024ad Amsterdam, centinaia di belve scatenate hanno inseguito, rincorso e scovato ebreiper picchiarli a sangue.
Quelli che davano la caccia all’ebreo non erano olandesi, o forse lo erano in piccola parte, essi erano musulmani; giovani musulmani, che la sindaca di Amsterdam definisce “criminali in scooter”, ai quali la ricca Olanda ha dato una casa ed un futuro, che esercitavano la violenza contro cittadini dell’odiata religione ebraica. “Troia brucia” urlò Oriana Fallaci prevedendo la deriva causata dal mancato controllo dell’immigrazione islamica sia clandestinache legale. In Italia il fenomeno è limitato, si fa per dire, alla violenza contro la Polizia in una drammatica inversione di ruoli in cui chi ha l’incarico di imporre l’ordine subisce il disordine e lo subisce perché la nostra è una democrazia sgangherata in cui difendere l’ordine equivale all’ apologia del Fascismo. I motivi accampatiper questa azione reiterata, ieri un corteo di fascistoidi a Bologna, peraltro regolarmente autorizzato, oggi l’anti-Meloni day, domani un corteo contro lamanovra finanziaria, non hanno nessun vero contenuto rivendicativo ma solo quello di “essere contro il sistema democratico”. Con armi ricavate da pali e sanpietrini, e di recente anche con ordigni esplosivi, per rivendicare il giusto diritto al dissenso contro il Governo o qualche suo provvedimento? Per sventolare le vecchie e tanto amate bandiere rosse con la falce e martello dell’utopia comunista? Per rivendicare il diritto, anch’esso sacrosanto, dell’abolizione dello Stato per una gestione diretta della società? Certamente no! Che c’entrano le bandiere della Palestina in una rivendicazione contro la manovra finanziaria? Che senso ha inneggiare all’assassino terrorista Yahya Sinwar, il cui scopo era quello di liberare la Palestina eliminando il popolo israeliano e che ha massacrato donne, giovani, bambini vecchi inermi il 7 ottobre di un anno fa, e che lo ha fatto per scatenare la reazione di Israele per “versare tanto sangue palestinese di cui c’è tanto bisogno alla causa di questo popolo”.
Che c’entra Hamas ed i suoi operatori del terrore con la causa palestinese? Hamas non vuole una casa per i palestinesi, Hamas vuole l’annientamento di Israele in cui, ricordiamolo, vivono tanti palestinesi quanti ne vivono nella striscia di Gaza e sono gli unici palestinesi che godono dei diritti democratici. Un islamismo subdolo che penetra lentamente nelle scuole, nelle istituzioni, conquista zone di periferia e si allena alla guerriglia urbana alleandosi con le frange antagoniste per trasformare le piazze in luoghi in cui insultare e colpire una polizia democratica con le mani legate. Posso comunque comprendere che a difendere questa causa siano i tanti islamici che ormai vivono nelle nostre città, posso anche comprendere che essi sputino sulla nostra bandiera e la sostituiscano con quella di Hamase che brucino le immagini di chi ci governa; condanno, però, senza nessuna attenuante, i centri sociali ed il loro comportamento fascista e sfascista perché essi costituiscono il brodo di coltura di questa rivoluzione strisciante che ha solo intenti anti-italiani e che tende solo a dare forza e radici alla penetrazione islamica nel nostro Paese. Mentre la lenta ed inesorabile invasione, in gran parte islamica, continua con la complicità di una magistratura addomesticata all’ideologia di un mondo senza confini; mentre le donne islamiche sono le uniche che crescono e si moltiplicano nel nostro Paese, le frange operative continuano nelle piazze a cercare di disgregare il sistema democratico. “Troia brucia” e continuerà a bruciare finché una reazione forte e democratica non tenterà di ristabilire la forza dei valori giudaico-cristiani che sono all’origine della civiltà occidentale e di cui Israele è parte integrante.
Sergio Franchi