Per i danni provocati dai figli pagano mamma e papà
Educare i propri figli
I genitori hanno l’obbligo di educare i propri figli. Non si tratta solo di un dovere morale ma anche, e soprattutto, di un obbligo giuridico da cui discendono, in caso di violazione, delle conseguenze in capo ai genitori che non abbiano impartito la giusta educazione alla prole.
Mi riferisco nello specifico alla norma contenuta nell’art. 2048 del codice civile, secondo la quale il comportamento antigiuridico di un figlio minore convivente, che cagioni ad altri un danno ingiusto, obbliga i genitori al risarcimento di quel danno. La responsabilità dei genitori consiste proprio nel non aver impedito il fatto dannoso mediante un idoneo comportamento educativo e di sorveglianza (Cass, 4303/2023);sono quindi direttamente responsabili della (mal) educazione dei loro figli e di quanto da essa discende.
Per liberarsi da tale responsabilità e dalle conseguenze risarcitorie connesse, i genitori dovranno quindi dimostrare di aver impartito al figlio una buona educazione e di aver esercitato su di lui una vigilanza adeguata, il tutto in conformità alle condizioni sociali, familiari, all’età, al carattere e all’indole del minore.E’intuitiva la difficoltà di questa prova liberatoria, soprattutto nel caso in cui dal comportamento del figlio, per la sua gravità e per le particolari modalità in cui si è svolto, si possa desumerel’assenza di un’educazione adeguata, deduzione che è sempre lecita in assenza di prova contraria (Trib. Trento sent. 361/2023).
La casistica che possiamo trarre dalla giurisprudenza è varia ed articolata: minori responsabili di stupri, di atti di bullismo, di stalking, di lesioni, etc., tutti comportamenti illeciti produttivi di danni la cui responsabilità risarcitoria può ricadere sui genitori.
L’uso diffuso della rete telematica incrementa la possibilità di comportamenti illeciti da parte dei figli minori e rende quindi necessario un impegno educativo rafforzato in capo ai genitori, che dovrannoanzitutto educarli ad un corretto utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione e dovranno altresì vigilare sull’uso che effettivamente i figli ne fanno. L’obiettivo perseguito è duplice: da un lato tutelare la prole da un uso improprio e pericoloso della rete, prevenendo ogni possibile effetto nocivo possa loro derivare da questo strumento, dall’altro, per quanto qui interessa, evitare che i figli possano utilizzare i social e la rete per danneggiare gli altri. A seconda dei casi, il dovere di educazione edi vigilanza dei genitori può sostanziarsi in una limitazione quantitativa e qualitativa dell’accesso alla rete, l’utilizzo di filtri, la supervisione delle attività svolte etc..
Ai genitori viene chiesto di adeguarsi ai tempi, dotandosi di strumenti con cui intervenire proprio su quelle tecnologie largamente utilizzate dai loro figli. Questo delicato compito è oggettodell’art. 13 del D.L. 123/2023 ( convertito con L 159/2023),che vorrebbe proprio creare uno spazio digitale sicuro per i minori, attraverso un più diffuso “controllo parentale”, definito come “la possibilità di limitare e controllare, da parte dei genitori o di coloro che esercitano la responsabilità genitoriale, l’accesso ai contenuti e/o alla rete da parte dei minori, mediante la scelta degli spazi digitali e dei tempi di utilizzo”. Questa modalità di vigilanza viene resa disponibile gratuitamente su tutti i dispositivi (smartphone, computer, tablet e, ove compatibili, consolle di videogiochi e altri possibili oggetti connessi che consentano l’accesso ai browser, come televisioni, orologi, assistenti vocali, sistemi di domotica e di “Internet delle cose” ).
La norma ribadiscequindi l’importanza di educare i propri figli all’uso consapevole e sicuro dei nuovi mezzi di comunicazione e di vigilare sull’uso che effettivamente ne viene fatto, agevolando tale condotta. Ritengo sia ragionevole pensare che, per quanto concerne la responsabilità dei genitori regolata dall’art. 2048 cc di cui discorro in questo spazio, una condotta genitoriale conforme, che utilizzi tutti gli strumenti di controllo garantendone il funzionamento, potrebbe essere un argomento valutabile ai fini della prova liberatoria, almeno per i fatti verificati mediante mezzi di comunicazione.
L’Avv. Alessandra Lupi riceve a Lido dei Pini e Roma, previo appuntamento telefonico ai numeri 06.9178201-349.6358027.
(Su Instagram @alessandralupiavv #iltaccuinogiuridicodellavvalessandralupi)
Grazie al contributo della Banca di Credito Cooperativo di Nettuno
Lavori alla scuola Loricina
Il Comune di Nettuno ha chiesto alla locale Banca di Credito Cooperativo di Nettuno di valutare la possibilità di erogare un contributo finalizzato alla realizzazione dei necessari lavori di sistemazione delle aree esterne della scuola dell’infanzia Loricina, situata a Nettuno in via Firenze, per un importo complessivo di Euro 38.513,00.
Il citato Istituto di Credito con nota del 24 gennaio ha comunicato di aver raccolto la richiesta comunale elargendo il contributo che renderà possibile eseguire i lavori per sistemare l’area in maniera gradevole ed accogliente per la popolazione scolastica.
La Commissione Straordinaria, a nome della comunità, ringrazia vivamente gli organi rappresentativi e dirigenziali della BCC per l’ulteriore testimonianza di forte vicinanza al territorio.
La Commissione Straordinaria
Giallongo, Reppucci, Infantino