Alicandri si è visto negare l’accesso agli atti sul Natale nettunese come se ci fosse un segreto di Stato. La Commissione prefettizia intervenga e faccia chiarezza
Negata la trasparenza a Nettuno
Qualche giorno fa, dopo un mese e mezzo dalla mia richiesta di accesso agli atti riguardo i progetti presentati da alcune associazioni riguardo all’avviso per il Natale nettunese, e dopo un ulteriore sollecito, ho ricevuto, da parte del Comune, una risposta negativa e lungamente motivata. Eppure all’interno del perfetto e dotto burocratese con la quale una nuova dirigente mi spiega, ex cathedra, con dovizia di termini giuridici, perché, secondo lei, non mi sarebbe permesso di vedere i progetti, soffermandosi sul fatto che dalla visione di questi potrei carpire il “know how” e i segreti tecnici e commerciali e sul fatto che non sarebbe possibile un generalizzato controllo sull’operato dell’amministrazione, nonostante tutto, non riesco a capire quali di queste cause ostative potrebbero effettivamente essere riferibili alla mia richiesta, che era volta semplicemente a comprendere perché alcuni progetti per il Natale venivano finanziati ed altri no e soprattutto perché non fosse possibile trovare un modo perché tutti e tre i progetti presentati fossero armonizzati, visto che il totale delle richieste era di poco superiore al budget previsto. Durante tutta la mia lunghissima ed ultraventennale attività politica, nonostante mi sia trovato spesso di fronte a compagini a me avverse in consiglio comunale, non mi era mai capitato di veder respinta, in questo modo, una mia richiesta di accesso agli atti. Eppure chi mi conosce sa quanto io possa essere ostico nel confronto politico, e se lo ricordano sicuramente bene gli assessori della giunta di Sandro Coppola. Certo, qualora ci si potesse trovare in determinate situazioni, era evidente l’obbligo di riservatezza, che ovviamente ho sempre rispettato, e quindi mi si sarebbe potuto dire che alcuni dati non mi sarebbero stati forniti, ma mai, e ripeto mai, mi era stata totalmente negata prima d’oggi una possibilità di verifica e controllo sugli atti. Non voglio poi entrare nel merito dei riferimenti legislativi che vengono citati nel diniego, perché potrebbero essere considerati ridondanti rispetto alla richiesta che avevo fatto e comunque smentiti dal Consiglio di Stato (adunanza plenaria n. 10 del 2020). Comunque, all’interno dei progetti per il Natale non si sarebbero potuti carpire né il terzo segreto di Fatima né la ricetta della Coca Cola, eppure, lo devo dire, mai avrei potuto immaginare che il palazzo di vetro, del Comune, soprattutto durante il periodo di commissariamento per infiltrazioni della malavita, a seguito di una mia innocua richiesta di controllo sulle proposte dove mettere un alberello, alcune luci e un babbo Natale o cose comunque di questo tipo, mi desse una risposta negativa così netta, totale e perentoria. Non si può, a mio avviso, auspicare che le forze politiche e sociali sane del territorio tornino a voler prendere le redini della città e poi però sbarrare le porte quando queste vogliono capire le regioni per le quali vengono prese determinate scelte. Anche perché, come già detto, il Consiglio di Stato, circa la richiesta di accesso agli atti, afferma che questo deve essere inteso come il diritto di chiunque, non sottoposto ad alcun limite e senza alcun onere di motivazione circa l’interesse alla conoscenza, per consentire forme diffuse di controllo e promuovere il dibattito pubblico.
Roberto Alicandri