ANZIO - Il centrodestra aveva denunciato brogli elettorali e chiesto nuove elezioni
Il Tar rigetta il ricorso
Anzio è stato per molti anni una roccaforte del centro-destra. In passato si sono fatti ballottaggi fra candidati della stessa parte politica. Poi la mazzata del commissariamento, il martellamento mediatico in TV, le dita puntate su coloro che condizionavano e coloro che venivano condizionati, poi le condanne dei condizionatori che trafficavano droga, nessuna condanna al momento per chi subiva il condizionamento; insomma un periodo brutto per l’immagine di Anzio che faceva prevedere una debacle elettorale per il centro-destra. Tutti sappiamo come è andata a finire: al ballottaggio votarono meno di un cittadino su tre e vinse il candidato del centro-sinistra o, forse sarebbe meglio affermare, considerando le scelte ed i comportamenti, che perse il candidato del centro-destra. Successivamente alle elezioni si parlò di brogli, o meglio di irregolarità, e non era solo fumo se il candidato perdente ed un gruppo di altri candidati, hanno fatto ricorso al TAR del Lazio. I ricorrenti denunciavano che “In esito all’istruttoria disposta e alla verificazione effettuata dalla Prefettura, è stata confermata la presenza in numerosissime sezioni delle gravi anomalie denunciate nel primo motivo di ricorso del tutto irreparabili, che non consentono in alcun modo di ritenere il voto valido. È stato certificato all’esito del nuovo conteggio che in numerosissime sezioni non vi è stata solo una scarsa dimestichezza degli operatori dei seggi, né vi è stata solo una erronea compilazione dei verbali, ma sussistono in concreto e sono effettive ed invalidanti le illegittimità denunziate nel ricorso. Invero, le diffuse incongruenze riscontrate, nei verbali degli uffici elettorali sezionali”. A questo si riferisce il ricorso n. 14290 e questo denuncia la memoria presentata per conto del gruppo di ricorrenti dall’avv Toni De Simone che offre una dettagliata descrizione seggio per seggio delle anomalie riscontrate. Come riportato nella memoria “la verificazione ha disvelato in ben 16 sezioni (1, 3, 4, 7, 9, 10, 11, 14, 16, 17, 21, 23, 24, 29, 30, 31), come effettivamente esistente il vizio denunciato nel ricorso. Il dato è gravemente allarmante se si considera che le sezioni in cui si è votato sono appena 38. Per di più, per quattro sezioni (31, 21, 14, 24), il verificatore ha persino sentito il bisogno di sottolineare che, nonostante i plurimi conteggi, oltre alla mancata corrispondenza tra il totale delle schede autenticate e la somma delle schede votate e delle schede, pure autenticate, ma non utilizzate, anche il totale delle schede consegnate (vidimante e non vidimante) non corrisponde al totale delle schede rinvenute. In realtà, anche nelle sezioni n. 4 e n. 17, il totale delle schede consegnate (vidimate e non vidimate) non corrisponde al totale delle schede rinvenute, oltre alla accertata mancata corrispondenza tra il totale delle schede autenticate e la somma delle schede votate e delle schede, pure autenticate, ma non utilizzate. Tutto ciò, costituisce elemento fortemente e gravemente indiziario (anzi probante), dell’utilizzo illecito di schede non bollate, anche nelle altre 10 sezioni, in cui, è stata comunque accertata la mancata corrispondenza tra il totale delle schede autenticate e la somma delle schede votate e delle schede, pure autenticate, ma non utilizzate.
E’ stata confermata la presenza non già, solo di errori nella compilazione dei verbali (come ritiene controparte), ma anche la effettiva lesione dei principi di genuinità e trasparenza dello stesso procedimento elettorale, in quanto, è stata accertata una alterazione sostanziale del voto (e, non già, solo nella compilazione dei verbali come sosteneva controparte), in quanto è stata accertata la fuoriuscita di schede e/o la sparizione di altre o l’attribuzione di più voti rispetto ai votanti”. Nelle 22 pagine, la memoria dell’avv. De Simone, produce una meticolosa disamina di ogni sezione, mettendo in evidenza tutte le anomalie e le irregolarità e conclude che “Alla luce di quanto dedotto, è conseguenza naturale la ripetizione delle intere elezioni; si evidenzia che, nel caso in cui dovesse essere disposta la ripetizione delle elezioni del primo turno solo in alcune sezioni, essa comunque determina la ripetizione del turno di ballottaggio. Invero, il procedimento elettorale è unico ed in ragione della ripetizione di una fase di esso, il conseguente mutamento dei relativi risultati elettorale determina la necessità che il procedimento elettorale riprenda il suo corso a partire dal momento in cui si è determinato tale mutamento, per poi proseguire nel suo corso sino alla sua conclusione”.
La legislazione che regola questa materia è molto chiara e sembra privilegiare la tesi per cui si annulla un’elezione o una parte di essa, per irregolarità o brogli, solo se questi siano stati tali da aver compromesso l’esito della consultazione elettorale e cioè che l’illecito accertato abbia un peso determinante sul risultato elettorale, anche se l’eventuale broglio potrà essere perseguito come reato penale. Questa è anche l’opinione del TAR del Lazio che respinge il ricorso proposto dalla parte attrice e la condanna al pagamento delle spese processuali in Euro 3000 e del compenso dei tre verificatori liquidato in Euro 7812. Esito per molti scontato, ed auspicato anche da una parte dei simpatizzanti dell’opposizione che avrebbero evitato volentieri un altro trauma elettorale. Questa città ha bisogno di continuità, ha bisogno di decisioni, ha bisogno di progresso e di un rilancio. Sono certo che ad Anzio resta una considerevole prevalenza di elettorato di centro destra ma credo sia giusto che ora continui a governare chi ha vinto le elezioni anche se non ha dato segni di decisioni brillanti e di un disegno chiaro ed ambizioso per la città. Non si sa se verrà presentato ricorso al CDS, che ritengo avrebbe scarsissime possibilità di cambiare il verdetto del TAR. Che la Giunta vada avanti e mostri ai cittadini di essere capace di cambiare le cose e di costruire una città migliore.
Sergio Franchi
“Non ho mai avuto dubbi sul fatto che il ricorso elettorale dell’opposizione fosse infondato, il Tar, dopo aver fatto ricontare tutte le schede, ha confermato che le elezioni sono state regolari. Continuiamo a governare, come abbiamo fatto in questi mesi, nell’interesse della città e nella piena legittimità”. Lo afferma il sindaco, Aurelio Lo Fazio, a seguito della sentenza del Tar che ha respinto il ricorso elettorale dell’opposizione.
“Ringrazio gli avvocati Carlo Contaldi La Grotteria e Paolo Pittori che ci hanno assistito – aggiunge – i quali sin dal primo momento hanno smontato la ricostruzione dei ricorrenti”.