Pomezia si è mobilitata sabato 18 ottobre con una manifestazione a Campo Ascolano nei pressi dell’abitazione del giornalista
L’attentato a Sigfrido Ranucci
Giovedì 16 ottobre alle 22.17 una grossa bomba è esplosa nel vialetto della villetta del giornalista Sigfrido Ranucci in via Po a Campo Ascolano. La bomba attivata con una miccia, un chilo di polvere da sparo compressa, ha danneggiato gravemente l’Opel Adam del figlio e la Ford Ka della figlia, il cancello e il muro esterno della villetta.
Il giornalista mancava da casa da alcuni giorni e si ha il sospetto che giovedì sera Ranucci sarebbe stato seguito da Roma. Quando poi la scorta all’incirca alle 21.40 lo ha fatto scendere dall’auto davanti al cancello della villetta, uno o più attentatori si erano probabilmente nascosti nella pineta di fronte casa pronti ad intervenire.
L’azione è stata momentaneamente interrotta per l’arrivo della figlia Michela, ma appena lei è entrata in casa hanno agito posizionando la bomba nel vialetto azionata dalla classica miccia, concedendosi il tempo necessario per scappare.
E’ stato accertato che l’esplosione è avvenuta alle 22.17 e la violenta detonazione si è sentita in tutto il quartiere.
Si sospetta che il giornalista fosse pedinato da giorni e addirittura vi fossero state prove generali dell’attentato, infatti dalle dichiarazioni dei residenti sembrerebbe che precedentemente fossero state avvertite altre esplosioni nel quartiere probabilmente, dice un residente, per saggiare i tempi di intervento delle forze dell’ordine.
Non è la prima volta che Ranucci viene minacciato. L’autorità giudiziaria già lavora su una decina di intimidazioni tra cui due proiettili trovati nel 2024 davanti casa. Ora dopo l’attentato il livello di protezione a Ranucci è stato innalzato con la dotazione anche di auto blindata.
Gli inquirenti considerano l’attentato di giovedì un’intimidazione legata al lavoro di Ranucci e della squadra di Report, riconducibile a servizi da loro realizzati di recente, o forse a inchieste ancora inedite, per la nuova edizione del programma.
Siamo Noi la scorta di
Sigfrido Ranucci
L’attentato al giornalista Sigfrido Ranucci ha avuto un eco non solo nazionale, con gli interventi del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e di tutte le massime cariche dello Stato che hanno espresso la loro solidarietà a Ranucci. Anche la nostra città si è mobilitata con tanti attestati di solidarietà del sindaco e di ogni parte politica. Al grido “Siamo Noi la scorta di Sigfrido Ranucci” si è svolta sabato 18 ottobre a partire dalle ore 11 la manifestazione a Campo Ascolano nei pressi della sua abitazione, a sostegno del giornalista Sigfrido Ranucci. Centinaia le persone vi hanno partecipato tra cui il sindaco di Pomezia Veronica Felici e quello di Anzio Aurelio Lo Fazio, il consigliere regionale Adriano Zuccalà, consiglieri comunali, esponenti politici di tutti i partiti, associazioni e soprattutto tanti cittadini che hanno voluto manifestare la loro solidarietà e il loro sostegno a Sigfrido Ranucci. Il giornalista è sceso in mezzo ai manifestanti mostrandosi visibilmente colpito da quella grande manifestazione a sostegno del suo lavoro e della sua persona, ha ringraziato tutti non dimenticando le difficoltà del suo lavoro e di quello di tanti suoi colleghi che in ogni parte del mondo rischiano quotidianamente la vita. Lo ringraziamo per la sua attenzione e solidarietà anche per il lavoro che quotidianamente svolgono i giornali e i giornalisti locali che come Ranucci ha ribadito, fanno un lavoro oscuro e difficile, ma essenziale per l’informazione libera e democratica.
Sigfrido e Pomezia
Sigfrido e la moglie Marina, appena sposati nel 1995, decisero di abitare nella villetta di Campo Ascolano inserendosi subito nella vita locale. I loro tre figli Giordano, Michela ed Emanuele hanno frequentato le nostre scuole ed hanno svolto a Pomezia la vita e le attività dei loro coetanei. Ho conosciuto e sostenuto, attraverso il Pontino, Sigfrido, credo nei primi anni 2000, quando si era impegnato nel quartiere contro l’abuso di antenne dei trasmettitori telefonici e le relative emissioni elettromagnetiche. Sapevo che era un giornalista di inchiesta e quindi fui contento quando nel 2017 diventò il conduttore di Report, celebre programma Rai. Ci siamo poi incontrati in qualche iniziativa locale. In quegli incontri, malgrado già fosse un importante giornalista, si comportava con umiltà e rispetto, soprattutto nei confronti di noi giornalisti locali.
Nel marzo del 2021 fui tra i promotori, insieme al presidente della Pro Loco Claudio Mazza, nell’ assegnargli il premio “Il Coraggio di Fare”. In quella occasione Sigfrido fu veramente contento di quel riconoscimento della Pro Loco. Abbiamo sempre dato notizia sul Pontino dei premi che riceveva per il suo straordinario lavoro di giornalista di inchiesta e mi dicono che ci legge. La Pro Loco di Pomezia stava cercando di organizzare un incontro con Sigfrido in cui presentare il suo Libro “La Scelta” e poi passare una serata insieme. Probabilmente ora sarà più complicato realizzarlo, ma noi ci speriamo.
A.S.