Il 22 dicembre 2022 ci ha lasciati il calciatore nettunese, tra i più acclamati attaccanti del Nettuno
L’addio di Giancarlo Ludovisi, il bomber gentiluomo
Nel nostro campionato di calcio dilettantistico (quello dell’Eccellenza o Serie D di una volta, o Promozione e 1a Categoria), c’è stato sicuramente un giocatore in cui erano riassunti gli elementi positivi, nel suo stile di gioco fedelmente ancorato alla più tradizionale scuola italiana. Giancarlo Ludovisi ha espresso il giocatore che meglio ha interpretato il suo ruolo di attaccante. Il suo esordio nelle file del Nettuno avvenne nelle partite amichevoli durante il campionato 1958 – 1959. Poi il tecnico Alfredo Lauri lo mandò a farsi le ossa a Velletri dove è rimasto due anni.
Tornato al Nettuno, nel campionato 1961-1962, Ludovisi è stato impiegato all’ala destra, chiuso nel ruolo di centravanti dal più esperto Ferrante, il giocatore prelevato dall’OMI. Essendo impensabile uno spostamento dal ruolo di centravanti di Ferrante, l’allenatore Clauiano utilizzò il ragazzo all’ala destra. E Giancarlo Ludovisi ebbe una spavalda partenza segnando al 52’ il gol della vittoria 2-1 contro la squadra di Rocca di Papa dopo le reti di Sergio Paccariè per il Nettuno e il pareggio di Alfieri per il Rocca di Papa. Tuttavia malgrado Ludovisi denunciò impaccio, impreparazione, scarsa attitudine al ruolo esterno, perché non tutti i centravanti si adattano facilmente a giocare all’ala, il ruolo non gli impedì di seguire senza preoccupazione il proprio istinto e non concedere all’avversario le sue mosse: lo scatto bruciante in area avversaria e l’impetuosa proiezione offensiva. Nove gol segnati in quel campionato in cui spicca il gol al 55’ dell’1 a 0 vittorioso contro l’Anzio giocata al Grisetti di Anzio. In questa partita Giancarlo Ludovisi giocò nel ruolo di centravanti per indisponibilità di Ferrante. Il ruolo di centravanti tornò ad essere suo nel campionato successivo 1962-1963. I suoi gol sono stati dieci; tra questi il gol della vittoria 1-0 contro la Stefer, segnato al 53’ nella partita d’esordio - 5 maggio 1963 - nel nuovo Stadio Comunale di calcio di via S. Borghese.
Poi a Nettuno subentrarono le Fiamme Oro e Giancarlo Ludovisi approdò a Latina, squadra allenata da Biti, uno dei più importanti allenatori nel campo dilettantistico. Due anni a Latina e Giancarlo Ludovisi passò alla Viterbese dove conquistò la Serie D. Un altro anno a Viterbo e poi al Nettuno nel campionato 1968-1969, dopo la parentesi delle Fiamme Oro e l’entrata in campo come presidente di Umberto Leggieri che mise su uno squadrone. Giancarlo Ludovisi in quel campionato segnò 18 gol. Quindi di nuovo 2 campionati con il Velletri e tre con l’Anzio dal 1971 al 1974. In quel periodo all’Anzio ci andò anche il giovanissimo Bruno Conti che aveva giocato negli Allievi del Nettuno; in quegli anni però il Nettuno non partecipava più ai campionati giovanili.
Una nota di colore per raccontare Giancarlo Ludovisi, l’uomo, un campione anche al di fuori del rettangolo di gioco: «Mister fai giocare il ragazzino, è forte», disse Giancarlo Ludovisi all’allenatore dell’Anzio che era Tirillò. «Se faccio giocare lui, lo devo mettere al posto tuo», gli rispose l’allenatore. Giancarlo Ludovisi non ci pensò neppure un minuto: si autoescluse e in campo col numero 9 scese Bruno Conti. Sì, il ragazzino era proprio lui, e giocò nel ruolo di centravanti arretrato. Di Bruno Conti sappiamo tutto ormai, ma di Giancarlo Ludovisi che si escluse rinunciando al premio partita e soprattutto a cedere il suo posto a “quel ragazzino” quando avrebbe potuto dire “perché io” dobbiamo ancora scoprirlo. Giancarlo Ludovisi tornò a giocare col Nettuno nei campionati 1974-1975 e 1975-1976. Al suo nuovo esordio, contro l’Aprilia segna subito un gol, poi lascia spazio ai giovani emergenti e si dedicò ad allenare gli allievi. È sempre lui, Giancarlo Ludovisi che di anni ne aveva 35, a segnare il gol della vittoria (1-0) nella prima partita contro il Semprevisa, del campionato 1975-1976, durante il quale darà il suo contributo nelle poche partite che poté giocare (a causa di una assurda squalifica subita nella partita contro il Sora), segnando altri tre gol quasi sempre decisivi per il risultato finale.
Potrebbe dirsi conclusa qui la carriera del vecchio leone ribattezzato “Altafini” dai tifosi, ma non è così; Giancarlo Ludovisi tornò a giocare a 40 anni per contribuire alla salvezza del Nettuno che navigava nel fondo classifica. Mentre andiamo in stampa ci giunge notizia che ci ha lasciati pure Piero Nocca, un’altra colonna del Nettuno calcio. A Piero Nocca sarà dedicato il prossimo racconto.
Silvano Casaldi