SIMPOSIO
Giuliana Bellorini
Coordinatrice corrispondente
del salotto sede del Simposio
ESTATE 2023/2
Dedichiamo questo numero agli amici trattenuti a casa per ragioni diverse, non esclusa quella legata alla salute. In estate la solitudine si amplifica, sicuramente per l’allegria che le vacanze e le chiacchiere sotto l’ombrellone portano con sé e che sembrano sottolineare la sensazione di abbandono per chi è solo. Una piccola “gioia” può rendere più luminosa una giornata qualunque e anche l’uscita de Il Litorale può sembrare un piccolo dono. E in realtà lo è, sia per l’ospitalità che l'Editore ci offre da molti anni, sia perché l’arrivo di un nuovo numero è come una piccola compagnia di amici che bussa alla porta ed entra nelle case di ognuno di noi.
In questo numero proseguono le puntate in corso, ma si è cercato di dare spazio anche a cose più “leggere” e ad argomenti “curiosi”, con l’intento di portare un po’ di distrazione e di alleggerire, per quanto possibile, qualche momento di difficoltà.
Auguriamo a tutti di vivere giornate di serenità, con un refolo di vento che entri dalla finestra per spezzare il caldo torrido, e ci riporti all'attenzione sulla preziosità della vita.
Giuliana
A chi ama e… soffre
quando è più triste è il cuore
e se ne sta restio nella speranza
guarda a chi ti è vicino
e soffre le tue pene
Canta e sorridi
per tutti tornerà il sereno
Quando i pensieri si fanno più insistenti
su realtà moleste
apri gli occhi e la mente a quanto ti circonda
…e sosta
Lì
puoi trovare ristoro
la vita è bella
ed è una sola
su questo nostro mondo
Canta e sorridi
più leggero si farà il tuo peso
[…]
Ettore Malosso
(2 luglio 2016 – 24 giugno 2008)
SCRITTURA
AL FEMMINILE
Rubrica aperta a tutti
Le mistiche medievali italiane
e la Querelle des femmes/2
di Ivana Moser
Nel precedente articolo si sono delineati i tratti generali della mistica medievale, qui di seguito alcune delle più importanti scrittrici mistiche italiane.
LE MISTICHE MEDIEVALI ITALIANE
Delle due forme di mistica, le mistiche italiane praticano la mistica affettiva: ricerca dell’intimità totale con la persona di Cristo, unione con il corpo di Cristo, anche nella partecipazione alla sua sofferenza, in un rapporto simile a quello dell’amante e amato/a (alla base il famoso Cantico dei cantici della Bibbia dove si narra dell’amore tra la Sposa e lo Sposo: un amore anche sensuale).
RAPPORTO SPONSALE CON CRISTO.
CHIARA D’ASSISI (1193- 1253): […] Amandolo, sarete casta, toccandolo, sarete più pura, lasciandovi possedere da Lui confermerà la vostra verginità. La sua potenza è più forte, la sua generosità più elevata, la sua bellezza è più seducente, il suo amore più dolce e ogni suo favore più fine. Ormai stretta nell’amplesso con Lui, […] con una corona d’oro incisa con il segno della santità […] siete sposa, madre e sorella del Signor mio Gesù Cristo, insignita dello smagliante stendardo della inviolabile verginità e della santissima povertà, […]. (dalla prima lettera di Chiara all’amica Agnese, futura sant’Agnese di Praga, figlia del re di Boemia). Chiara è stata la prima donna nella storia della Chiesa che abbia composto una Regola scritta per l’Ordine delle Sorelle Povere di San Damiano, approvata dal Papa Innocenzo IV nel 1253, contenente l’obbligo di povertà dell’Ordine.
Nell’estasi mistica la forza di un amore sconcertante si ripercuote anche sul corpo. Dio viene assaporato, baciato, abbracciato. Il corpo partecipa all’esperienza mistica, divenendo il tramite tra l’anima e Dio, si fa espressione della grazia divina, porta il segno della grazia stessa. Il corpo sembra giungere lì dove la parola non può arrivare, ovvero subentra all’ineffabile.
ANGELA DA FOLIGNO (1248 - 1309): […] nella cognizione della croce […] stando vicino alla croce, mi spogliai di tutti i miei vestiti, e mi offrii totalmente a lui. […] E vedevo e sentivo che Cristo dentro di me abbracciava l’anima con quel braccio che era stato inchiodato alla croce [...] la gioia che si impossessa in quel momento dell’anima non si può descrivere […] […] Il mio dire è un devastare […] sebbene io bestemmi parlandone e parlandone in modo insufficiente poiché non riesco a dire nulla, in questo manifestarsi di Dio dico che è tutta la verità […]. (Memoriale)
LA MATERNITÀ E IL CRISTO è un topos che assume grande rilevanza per le mistiche. L’allattamento di Cristo e viceversa, Lui che allatta la sua devota, che raggiunge così un senso di sazietà amorosa. A Cristo, in questo senso, vengono attribuiti aspetti propri della maternità.
UMILTÀ DA FAENZA (1226 ca. - 1310): O Signore, ascolta la tua pecorella […] portami nella pastura dove c’è l’erba novella, affinché possa pascermi solo di fiori e ingrassare, sì da dare molto latte. […] dammi poi l’agnello immacolato, che succhia volentieri dalle mammelle e ha sempre fame, affinché sia sempre saziato da quelle e mai se ne allontani. […]. Datti a me integralmente, e non ti nascondere a me, Cristo mio dolcissimo, se mi vuoi consolare. Fa’ che io sia fecondata in tutte le mie viscere e che sia soggetta all’amore. (Sermoni)
CATERINA DA SIENA (1347 - 1380) Il tema fondamentale della sua predicazione è il “nutrimento” che si deve ricevere da Dio/Cristo: un Dio madre, un Cristo madre, quasi più che Padre.
[…] A noi conviene fare come fa il fanciullo, il quale volendo prendere il latte, prende la mammella della madre […] ci dobbiamo attaccare al petto di Cristo crocifisso, in cui è la madre della carità; e col mezzo della carne sua trarremo il latte che notrica l’anima nostra. (Lettera 86)
Ma anche il sangue di Cristo diventa per Caterina una via di perfetta unione e di gioia, nutrimento: […] io voglio che così dolcemente ci inebriamo del Sangue di Cristo e ci immergiamo nel Sangue. Allora, le cose amare ci sembreranno dolci, i grandi pesi leggeri. E dalle spine e dal dolore coglieremo la rosa, pace e serenità, O glorioso e prezioso Sangue, tu se’ fatto a noi bagno, e unguento posto sopra le ferite nostre! (Lettera 73)
Caterina da Siena è figura di riferimento per tutta la mistica occidentale nel suo essere donna capace di sovvertire le gerarchie e sfidare apertamente il mondo degli uomini, contribuendo al ritorno da Avignone del Papa e impegnandosi, con successo, nel far cessare le lotte tra il Papato e le città toscane. «Attraverso Caterina Da Siena, l’esperienza delle mistiche italiane fa emergere quali potevano essere le potenzialità e le capacità femminili, in differenti ambiti della società e della politica, dimostrando l’importanza della parola detta e/o scritta in questo percorso di presa di coscienza e di potere da parte delle donne che costituirà, qualche secolo dopo, il nucleo centrale della Querelle des femmes». (Daniele Cerrato)
ITALO CALVINO in pillole/2
di Paola Leoncini
La Fantasia è d’obbligo
Come ho accennato nell’articolo precedente, la produzione letteraria di Calvino è estremamente variegata e spazia fra realtà e fantasia, orientandosi verso quest’ultima nella stragrande maggioranza delle sue opere fra le quali vanno ricordate in assoluto la Trilogia dei Nostri Antenati e i due romanzi di fantascienza Le Cosmocomiche e il suo ideale seguito T con Zero.
Tre personaggi in cerca di identità
La Trilogia dei Nostri Antenati è composta da tre romanzi: Il Barone Rampante, il più famoso e letto; Il Visconte Dimezzato, il più “dark”, e il Cavaliere Inesistente, il più esilarante.
Il Bene e il Male in ognuno di noi
Il Visconte Dimezzato a dispetto dell’elenco, cronologicamente, è il primo dei tre romanzi, scritto da Calvino intorno agli anni ‘60, e narra la vicenda assurda di Medardo di Terralba il quale, colpito da un cannone durante la guerra contro i Turchi, si ritrova col corpo diviso a metà: una metà si rivela buona, l’altra malvagia. Per ritrovare la sua interezza Medardo dovrà recuperare la metà buona. Un romanzo, dunque, fondato sulla ricerca dell’identità individuale e dei valori morali della persona.
Vado a vivere da solo sugli alberi
A causa di un piatto di lumache rifiutato, il giovanissimo Cosimo Piovasco scappa di casa, mal sopportando le imposizioni ed etichette di casa, si rifugia su un albero e continuerà a vivere sugli alberi senza più scendere fino alla morte ma, attenzione! In sintesi, questa è la trama del Barone Rampante
Non esisto, ma sono un fenomeno.
La trilogia si conclude con Il Cavaliere Inesistente, divertentissima fiaba simil- fantasy, con un protagonista a dir poco sui generis: un’armatura vuota, ma con tutte le virtù possibili e immaginabili che un essere umano abbia. Inoltre, in questo romanzo, in aggiunta ad una fantasia senza freni, Calvino si scatena anche con l’ironia a cominciare dal nome, anzi, dalla sfilza di nomi che il protagonista srotola a chi gli chiede come si chiama. Il primo nome è Agilulfo a cui seguono una dozzina di altri nomi, chiara presa in giro della smaniosa rincorsa ai titoli nobiliari che all’epoca - Medioevo - erano un marchio di superiorità sociale.