INTORNO AL MONDO - Drake risalì sino all’attuale Oregon statunitense, ma non poté trovare lo Stretto di Anain, perché tale passaggio in realtà non esisteva. Tornò allora per un breve tratto verso Sud e, giunto nella grande baia californiana ove oggi è la città di San Francisco, vi si fermò per cinque settimane per preparare la Golden Hind ad attraversare il Pacifico per sfuggire alle navi spagnole: avrebbe dovuto circumnavigare il globo, navigando verso Ovest, per rientrare in Inghilterra. Il 24 Luglio 1579, quindi, lasciandosi alle spalle le coste americane, mise la prora verso l’alto mare e verso l’Asia. Attraversò l’Oceano Pacifico, e poi l’Oceano Indiano, costeggiò l’Africa orientale e occidentale, navigò infine a Nord lungo l’Oceano Atlantico, sino a tornare di nuovo a Plymouth dopo 2 anni e 9 mesi circa di viaggio (dal 13 Dicembre 1577 al 28 Settembre 1580), divenendo il primo inglese a navigare intorno al mondo. Il valore del carico dei tesori catturati agli Spagnoli e delle spezie asiatiche ammontava a 264.000 sterline (una cifra enorme per quei tempi). La regina ebbe diritto alla metà del carico e il valore di quella sua metà era superiore alle entrate della Corona per un intero anno. Sei mesi dopo l’arrivo, Francis Drake fu insignito dalla regina Elisabetta I del titolo di “sir” (“baronetto”) a bordo del Golden Hind, il galeone con cui aveva compiuto la missione e l’impresa. Diventerà poi un uomo politico: sarà eletto Sindaco di Plymouth e membro del Parlamento inglese.
Il Guardiano del Faro
CURIOSITÀ NELLA POESIA/35
di Sergio Bedeschi
CONGEDO
Ancora Gianfranco Cerri: egli tenne un intero Simposio per illustrare come poteva essere pensato e realizzato un viaggio vero lo spazio profondo, niente popò di meno di che verso la stella Sirio. Inevitabile che anche qui io vi debba appesantire con qualche annotazione al solo scopo che rendervi partecipi fino in fondo. Ma, per carità, se pensate che abbia esagerato, le mie annotazioni saltatele in tronco.
il triangolo d’inverno
In viaggio verso Sirio
È tempo di partire.
Tra le stelle, vi dico.
Dopo tanto pensare,
dopo tanto studiare,
lascio il mio mondo
col cosmo sullo sfondo.
Mi spingano gli ioni
e plasmi di neutroni!
M’infilo nel mio tunnel:
spazio-temporale, s’intende,
verso l’infinito tutto tende.
Trentaquattro volte dieci
più piccolo di Plank mi feci,
gli spazi ad accorciare,
i tempi a dilatare
e, correndo con la luce
sul “G” che mi conduce,
raggiungerò Sirio lontana.
Oh, canicula stella arcana
del Cane grande amica
che sciogli ciò che intrica.
Con Betelgeuse e Procione
il magico triangolo compone:
da Terra guardatela d’inverno
tra le frontiere sperdute dell’eterno.
Io varco l’Orizzonte degli Eventi
dove son giunto dopo tanti stenti.
Ho trovato qui il mio nuovo Sole,
lascio la Terra e tutto ciò che duole.
Ecco alcuni chiarimenti per meglio gustarsi il viaggio: le astronavi sono spinte da motori “a ioni”, il tunnel spazio-temporale è l’espediente con cui si entra nel regime della Relatività di Einstein accorciando di molto i tempi del viaggio, dieci elevato alla meno trentaquattro è il mondo della Quantistica di Plank, il “G” è l’accelerazione costante pari a quella terrestre. Sirio è una stella della costellazione del Cane Maggiore che si può vedere benissimo, guardando verso Sud, a metà dicembre sotto la costellazione di Orione alle dieci della sera. È chiamata “canicula” perché appartiene al Cane Maggiore, ma, poiché il Sole ci si proietta contro nei mesi più caldi dell’estate, proprio quel termine “canicolare” è diventato, nella lingua italiana, sinonimo di caldo soffocante, cosa che sapete benissimo. Data la sua luminosità gli antichi l’avevano eletta a Dea capace di sciogliere e chiarire gli imbrogli e gli “intrichi”. Ella, assieme alle vicine stelle Procione e Betelgeuse, forma il cosidetto Triangolo Invernale, bellissimo e facile da individuare. Infine l’Orizzonte degli Eventi, caratteristico dei Buchi Neri, è lì che attende il “nostro eroe” e i suoi grandi sogni.
Un viaggio verso Sirio, verso lo Spazio esterno, verso traguardi lontani e desolati, forse mai raggiungibili se non con quegli espedienti che la Scienza cerca ancora oggi di comprendere e dominare. Scrissi anche questo pezzo su sua commissione, ma, ahimè, divenni, come mai avrei potuto sospettare, presago della sua scomparsa. Adesso non ci sarebbe stato più nessuno a commissionare un bel niente. Adesso se n’era andato quella specie di “alter ego” della mia mente e del mio pensiero. La poesia che a questo punto scrissi è qui sotto. Ovviamente senza note. Ogni nota qui sarebbe fuori posto.
Congedo
Te ne sei andato,
su due piedi, così,
senza riguardo alcuno
del nostro litigare
tra Plank e Einstein:
era il mondo dei Quanti
o del Dio nilpotente
o del tuo Nulla
che trasformavi
in Teoria del Tutto.
Con la tua mente
hai acceso la mia
e insieme abbiam sfidato
quei magici confini.
Ora che la funzione d’onda
è al fine collassata
nell’eco d’un fragore,
ti penso senza forma,
somma e prodotto
di mille informazioni.
Ti ricordi quando cantai
con un mio canto
il tuo viaggio
verso Sirio tra le stelle?
O quando ancora,
giocando col Leopardi,
ci divertimmo
a rovesciarne il mondo?
Formattato sei lì
adesso in terabyte,
forse in compagnia
del Gran Mistero.
Mi hai privato di te,
della tua mente,
del tuo folle correre lontano.
E ora qui si sente
un grande vuoto
che resta vuoto
e non si può colmare.
E rende poca cosa
quel che viene.
YOUNG SOPHIA
Il pensiero dei giovani
LA MIA PASSIONE PER LA
CHITARRA CLASSICA
Roland Dyens,
“il mago della chitarra”/7
di Roberto Cardinali
Un compositore post moderno
I ritmi irregolari di Dyens sono evidenti in molte opere tra cui la sua famosa Libra Sonatine o nel movimento Cuba libre di Éloge de Léo Brouwer, in parte derivati dalla musica cubana, in particolare quella di Brouwer.
I titoli di Dyens spesso implicano jeux desmots, giochi di parole. Spesso egli combina due parole per creare una nuova parola che in precedenza non esisteva. Per esempio, Solilogue, titolo del primo movimento di Éloge de Léo Brouwer, è un gioco della parola francese soliloque che significa soliloquio. Sostituendo un “g” per un “q”, combina logue (loque) + (dia), (soliloquio e dialogo), suggerendo un dialogo contemporaneamente con se stesso e con Brouwer. Un altro esempio di questo gioco di parole è Climazonie, titolo del primo movimento di Hommage à Villa-Lobos. Questo titolo combina Clima (t) + (Ama) zonieper sottointendere che questo movimento evoca il clima musicale del Rio delle Amozzoni e quindi del compositore brasiliano Villa-Lobos. Questi giochi di parole sono parte dello stile di Dyens ed aggiungono intuizioni e, talvolta, umorismo alle sue opere.
Le note per l’esecutore evidenziano pure la sua personalità. Per esempio, in Lettre XIII: Lettre et le néant, una pagina di stanghette musicali vuote che ricordano il 4’33 “di John Cage, Dyens spiega in una nota per il chitarrista che la pagina vuota è intenzionale e quindi non una scusa per ottenere un rimborso dall’editore per l’insieme di 20 lettres.
Lo spirito che si nota nei titoli di Dyens e nelle note è evidente anche nella sua musica: ad esempio, in Si Brouwer m’était conteé, il quarto movimento di Éloge de Léo Brouwer, egli mostra all’interprete che una breve citazione di Elogio de la Danza di Brouwer è nascosta nella musica. Seppur nascosta infatti, la citazione consiste in cinque note di trenta secondi in un passaggio di accompagnamento. Dyens tiene a sottolineare che non ha deciso di combinare stili musicali in maniera sistematica, ma integra naturalmente elementi differenti nelle sue composizioni in base ai suoi ascolti, alla sua capacità e abilità.
Dyens ha rotto gli schemi eliminando la distinzione tra “High Art” e “Low Art”, scivolando dentro e fuori vari stili musicali secondo la sua volontà. Questa combinazione originale di influenze e tecniche ha reso Dyens uno dei più importanti e unici compositori contemporanei della chitarra. Non a caso è il più “registrato” della musica chitarristica. Tale popolarità è strettamente legata al successo delle sue opere multiculturali e particolarmente associata alle sue composizioni.
LETTERA APERTA
di Silvia D’Augello e Alessandro Marini
Settembre rappresenta il mese dei nuovi inizi. Dopo il caldo mese vacanziero, settembre apre le porte a nuove esperienze, nuove consapevolezze e ad una nuova stagione. Nuovi propositi abitano le nostre intenzioni che spesse volte si scontrano con la carenza di tempo che caratterizza le nostre vite di oggi. I ritmi sono serrati e ci vengono richiesti sempre maggiori sacrifici date le crisi di ogni tipo che serpeggiano nel nostro presente. Questo clima di precarietà dai ritmi incalzanti però non deve ostacolare la prospettiva di una vita all’insegna della ricerca della Bellezza e della Conoscenza. Preso atto di ciò, il nostro proposito è quello di valorizzare ogni ritaglio di tempo per dedicarci alla conoscenza di qualcosa di nuovo attraverso lo studium. Tali premesse creano la necessità di scegliere con cura la qualità dello scambio culturale, supportato sempre da studi approfonditi e reiterati, per contrastare la tendenza alla superficialità figlia dei nostri tempi. L’acquisizione di nuove conoscenze, negli ambiti che privilegiamo, è un’opportunità per migliorare le nostre esistenze attraverso la scoperta di un qualcosa di entusiasmante o di un qualcosa che può cambiare il nostro punto di vista conducendoci a riflessioni proficue. Ogni nuova conoscenza è potenzialmente una finestra che noi apriamo su un panorama a sorpresa che può essere fino ad oggi totalmente inesplorato o può essere la prosecuzione e l’ampliamento del panorama che già scorgevamo dalla nostra finestra. A questo punto, secondo gli ideali simposiani, i panorami della conoscenza si arricchiscono di sfumature se condivisi con gli altri. Questo può avvenire anche in ambienti non deputati allo scambio culturale, approfittando di ogni momento per mettere in comune conoscenze. Anzi, ad oggi è necessario parlare d’arte e di conoscenza negli uffici, nelle pause caffè, durante i viaggi di lavoro. Questo significa estendere il “momento culturale” a tutti i momenti della nostra vita, così da favorire la circolazione delle idee e stimolare l’esercizio del Pensiero. L’estensione degli ideali simposiani a caratteristica precipua delle nostre relazioni con l’altro è il proposito più adeguato al mondo d’oggi che abbisogna di argomenti profondi per colmare il vuoto che spesso attanaglia molti di noi. Nelle nuove generazioni, la mancanza di argomenti genera impaccio nella comunicazione. Per supplire a questa carenza di contenuti spesso si predilige l’uso dello smartphone anche di fronte all’interlocutore in luogo delle parole. Se nello smartphone i giovani trovassero input culturali, forse avrebbero più strumenti per togliersi dall’impaccio dei silenzi.
Su instagram, social prediletto dai giovanissimi, abbiamo creato il canale de “Il Simposio – incontri culturali” dove condividiamo poesie, opere d’arte e quanto possa essere d’ispirazione per invitare alla Conoscenza.
A tutti i giovani mi raccomando
Aprite i libri con religione
Non guardateli superficialmente
Perché in essi è racchiuso
Il coraggio dei nostri padri
E richiudeteli con dignità
Quando dovete occuparvi di altre cose.
Ma soprattutto amate i poeti.
Essi hanno vangato per voi la terra
Per tanti anni, non per costruirvi tombe,
o simulacri, ma altari.
Pensate che potete camminare su di noi
Come su dei grandi tappeti
E volare oltre questa triste realtà
quotidiana.
Questa poesia di Alda Merini è una delle ultime pubblicate sul canale. La leggiamo con l’auspicio che la cultura possa farci volare alti sulla triste realtà quotidiana e tramutare ogni momento della nostra vita in possibilità di scoperta, meraviglia e condivisione.