Giuseppe Chitarrini ricorda Domenico De Masi
Grazie professore
Il 9 settembre il Prof. D. De Masi ci ha lasciato. Ricordo che con lui svolsi, nel 1975, l’esame per la III annualità di Sociologia (I annualità: F. Ferrarotti, II: M. Santoloni e terza, appunto, De Masi), il mio ultimo esame prima della tesi (realizzata, pochi mesi dopo, con il Prof. Enzo Bartocci). La prova della III annualità consisteva in una parte teorica con tre o quattro testi (oltre le lezioni in aula) e una parte empirica, di ricerca ‘sul campo’. Insieme a quattro compagni di Anzio e Nettuno ed una di Aprilia organizzammo un gruppo di lavoro che si prefiggeva di svolgere una ricerca sul decentramento produttivo in quattro grandi fabbriche di Aprilia. Per ‘decentramento produttivo’ allora si intendeva una sorta di esternalizzazione che le grandi imprese effettuavano nei confronti di aziende più piccole, di solito a conduzione artigianale e famigliare: frammenti di lavoro alla ‘catena’ che venivano decentrati nella piccola azienda.
Un ‘innocente’ anticipo di quello che poi sarebbe diventato lavoro anomalo, appaltato, sub appaltato e de-industrializzato, con tutto il corredo dei licenziamenti facili, dei salari più bassi, precarietà che caratterizzano la ns attualità ecc. La ricerca ebbe un buon esito, nonostante le numerose difficoltà incontrate strada facendo, affrontate anche grazie all’aiuto del Comitato Unitario di Zona di Aprilia (Cuz. Organismo territoriale dei tre sindacati, una sorta di camera del lavoro unitaria, che voleva essere un anticipo di quella che avrebbe dovuto essere l’unità sindacale che non si realizzò mai e i Cuz sparirono con la fine degli anni 70).
Domenico (Mimmo) De Masi era allora un giovane professore di 36-37 aa, docente di Sociologia alla Sapienza dopo aver insegnato all’Univ. di Sassari e alla ‘Orientale’ di Napoli. Laureato in Giurisprudenza a Perugia aveva da subito indirizzato i suoi interessi verso le Scienze sociali e alla sociologia del lavoro in particolare; era andato a studiare a Parigi con il Prof. Alain Touraine, il ‘fondatore’ della Sociologia del lavoro e dell’Organizzazione. Sarà per anni Prof. di questa branca della Sociologia alla ‘Sapienza’ di Roma, prima a p.za Esedra, poi a via Salaria, diventerà prof. emerito in questa disciplina e preside della fac. di sc. della comunicazione; oltre ai vari incarichi dirigenziali e di consulenza svolti negli anni in molti enti, fra i quali voglio ricordare l’IFAP e l’ 3studium ecc.
Dopo la laurea ebbi modo di incontrarlo nel corso degli anni, durante il proseguimento dei miei studi e nei vari convegni e incontri organizzati per lo più e dall’A.N.S. (Associaz. Nazion. Sociologi). Le circostanze fecero si che lo incontrassi a più riprese all’incirca ogni 4 o 5 anni; ogni volta prima di andarlo a salutare venivo preso da un certo imbarazzo e da una certa titubanza, temevo che non mi riconoscesse che non si ricordasse di me, invece -dotato di una memoria di ferro- si ricordava di tutto, mi domandava notizie del lavoro come sociologo (e pedagogista) presso i servizi sociali ed educativi comunali; si informava sulla condizione minorile e il Tribunale per i minorenni (in particolare nel periodo in cui fui Giudice onorario), ecc. ecc.
In questi ultimi anni non ebbi la fortuna di rivederlo, seguivo i suoi interventi in televisione e a “Il fatto quotidiano”, per il quale teneva dei seminari di formazione. Con i 5 Stelle fu fra gli ideatori del Reddito di Cittadinanza del quale ci si è voluti sbarazzare ideologicamente, in maniera frettolosa e sbagliata, senza neanche tentare di ‘aggiustare’ uno strumento che ci avrebbe potuto avvicinare agli altri sistemi di Welfare più avanzati e civili oltre che contrastare l’aumento delle crescenti povertà. Abolizione che, per me, costituisce un ulteriore colpo allo Stato Sociale del quale si profila man mano l’eclissarsi, per lasciare il posto a un riarmo generale a una vera e propria economia di guerra generalizzata: dal welfare state al warfare state.
Ma lasciamo da parte questi discorsi sinistri e apodittici, che non sarebbero piaciuti al Prof. De Masi che non amava le profezie tanto più quelle più nere, attenendosi invece a criteri di validazione empirica e ai riscontri fattuali e verifiche di ipotesi e affermazioni.
Attento alle novità, vitalmente e intelligentemente ottimista non mi sembra amasse i discordi catastrofici chiusi a ogni prospettiva. Infatti i suoi interessi, erano rivolti al tempo presente, al lavoro in particolare, quelli ‘nuovi’, quelli delle realtà post industriali, al lavoro elettronico e allo smart working, agli spazi di ‘non lavoro’ (ozio creativo), ai possibili sviluppi dell’intelligenza artificiale ecc. Intellettuale di rilevanza planetaria, amico di J.P. Sartre (e altri) fin dagli anni della sua permanenza a Parigi; spesso presente nei talk show televisivi, che non snobbava affatto, anzi vedendo in essi strumenti di divulgazione e occasioni per diffondere il più possibile lo ‘sguardo’ sociologico sulle vicende politiche e di cronaca.
Dicevo della sua levatura mondiale, molto apprezzato e seguito in varie nazioni, fra queste in Brasile dove il suo pensiero e i suoi studi erano molto apprezzati, l’amicizia con il Presidente Lula, il grande architetto O. Niemayer e altri. Durante il suo percorso di studioso ha scritto e pubblicato più di quaranta libri, scritti, saggi, studi oltre una quantità sterminata di interventi, articoli, report, dispense ecc.
Giuseppe Chitarrini
Il discorso del Santo Padre agli ufficiali e militari nel ricordo di Salvo D’Acquisto
Udienza all’Arma dei Carabinieri
Nella giornata di Sabato 16 Settembre 2023, sono stati impiegati nella piazza i nuclei ANC Lazio, presente anche il Nucleo Protezione Civile Anzio Nettuno 15 impiegato presso P.zza San Pietro - Città del Vaticano.
L’elenco dei nuclei presenti: Valle Del Salto; Rieti; Lago Di Bracciano; Roma 1; Roma Ovest; Roma Litorale; Aprilia; Viterbo; Terracina; Latina; SeCoV Presidenza; per un totale di 61 Volontari Operanti, coordinati dal Lgt Vicari Valter (Coordinatore Volontariato ANC della Presidenza Nazionale) e dal Cav. Lorenzetti Enrico (Coordinatore ANC SeCoV Lazio), per l’Udienza privata del Santo Padre, udienza rivolta ai Militari dell’Arma in servizio e in congedo provenienti da tutta Italia.
Tutti i volontari sono stati impiegati per distribuzione di bottigliette d’acqua e supporto a tutti i partecipanti all’Udienza.
Discorso del Santo Padre Francesco agli ufficiali e militari dell’Arma dei Carabinieri:
“Cari fratelli e sorelle,
buongiorno!
Vi accolgo con gioia e vi ringrazio per essere venuti. È bello incontrarvi. Oggi siamo qui nel ricordo del Vice Brigadiere Salvo D’Acquisto, Servo di Dio ed Eroe della Patria, che pagò col sacrificio della vita il suo impegno nell’Arma dei Carabinieri e ottant’anni fa, il 23 settembre del 1943, si immolò per salvare degli ostaggi innocenti catturati dalle truppe naziste.
Ci fa bene guardare a questo vostro collega, alla missione che svolse con spirito di abnegazione, alla testimonianza estrema che ci ha lasciato. Facciamone memoria insieme, ma non per restare fissati nel passato quanto, piuttosto, per ritrovare motivazioni solide su cui costruire il futuro. Ricordare questo collega, cioè, non significa indugiare in una sterile commemorazione che rimane rivolta all’indietro, ma imparare, da quel sacrificio e da quella generosità, a rinnovare oggi l’impegno nell’Arma, a servizio del bene e della verità, a servizio della società.
Salvo D’Aquisto visse in anni terribili: il mondo era in guerra, in Europa imperversavano le persecuzioni razziali e la logica dell’odio sembrava prevalere. Nella piccola periferia di Torrimpietra, alla quale era stato inviato in seguito alla sua richiesta di volersi sentire utile alla povera gente, ventidue giovani uomini rischiavano la fucilazione da parte delle SS.
La falsità dell’accusa a loro rivolta, la rabbia cieca tesa alla vendetta di cui erano vittime, la potenza dell’odio che prevaricava sulla pietà, vennero scardinate dalla generosità di quel giovane Vice Brigadiere, il quale con prontezza si accusò al posto degli altri e convinse i responsabili di essere l’unico da giustiziare. Come non vedere, sullo sfondo di questa storia drammatica e toccante, l’imitazione di Gesù che, inviato dal Padre per manifestarci il suo amore, ha dato la vita per liberarci dal potere della morte, ha preso su di sé le nostre colpe, «si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori» e proprio «per le sue piaghe noi siamo stati guariti» (Is 53,4-5).
Anche oggi la storia e il sacrificio del Vice Brigadiere D’Acquisto rappresentano un monito di grande attualità: mentre viviamo un tempo inquinato dall’individualismo e dall’insofferenza nei confronti degli altri, oltre che dall’inasprimento di tante forme di violenza e di odio che vediamo nelle nostre città, la sua testimonianza ci consegna un messaggio carico della potenza dell’amore. A voi, che siete quotidianamente impegnati a servizio della giustizia e della legalità – e quanto bisogno di legalità c’è oggi! – vorrei dire che tutto questo trova la sua ragione e il suo fine ultimo nell’amore. La giustizia, infatti, non tende semplicemente a comminare delle pene a chi ha sbagliato, ma a ristabilire le persone nel segno del rispetto e del bene comune. È grande, in tal senso, la vostra missione. Vorrei dire che voi Carabinieri siete chiamati non solo a “fare il vostro dovere”, applicando regolamenti e procedure, ma a rendere più giusta e umana la società. È bello perciò che siate persone appassionate, appassionate come Salvo D’Acquisto; servitori dello Stato e del bene comune, che combattono l’ingiustizia, difendono i più deboli, offrono un senso di protezione alle nostre città. L’affetto degli italiani per voi testimonia che queste non sono solo parole ma, grazie all’esempio di tanti di voi, sono realtà!
Certo, tutto ciò richiede sacrificio e impegno, disciplina e disponibilità, senso di responsabilità e dedizione. Penso a quelli di voi che si trovano immersi in contesti difficili, in cui la giustizia viene spesso calpestata, chiamati a lottare contro ogni genere di illegalità, contro la criminalità organizzata e contro un senso di impunità a volte purtroppo radicato, contro la mentalità mafiosa. Penso a quelli di voi che svolgono compiti di carattere investigativo, mettendo sofisticate tecnologie a servizio di una ricerca paziente, meticolosa e competente, perché la menzogna venga smascherata. Penso ancora a quelli di voi che, in luoghi di conflitto e in contesti internazionali, sanno tendere la mano alla popolazione locale, diventando artigiani di pace attraverso la mediazione, la promozione umana e la costruzione silenziosa del bene. E penso anche a quanti svolgono un prezioso servizio quotidiano sulle strade delle nostre città e negli angoli dei nostri quartieri: fratelli e sorelle, grazie per tutto quello che fate, grazie, grazie!
Non scoraggiatevi mai, non cedete alla tentazione di pensare che il male sia più forte, che al peggio non ci sia mai fine e che il vostro impegno sia inutile. Guardando a Salvo d’Acquisto, lasciatevi animare dalla passione per il bene. E continuate, per favore, a manifestare vicinanza alla gente, che da sempre riconosce questo vostro bel tratto. Io benedico voi, i vostri familiari e affetti più cari: anche loro partecipano alla vostra missione! La Virgo fidelis vi accompagni e, quando la invocate, per favore, non dimenticatevi di dire una preghiera anche per me. Grazie”.