La raccolta dei rifiuti non regge alla stagione estiva di Anzio. Ma il Commissario sa che l’Ufficio Ambiente non risponde ai quesiti dei cittadini? Intervenga!
I disservizi annunciati danno i loro frutti
Come noto la selezione della Società per Azioni AET di Ciampino, come responsabile della raccolta comunale dei rifiuti di Anzio, avvenne per adesione del nostro Comune al suo capitale sociale, con l’acquisto di una azione. Dopo anni di penosa gestione Camassa si pensava che Anzio, Bandiera Blu e patria di Nerone, dovesse meritare una condizione igienica ed un decoro urbano degni del suo nome e della sua tradizione, ma la stagione estiva che si va chiudendo ha definitivamente decretato che non è così.
La ditta AET, è una società di servizi che esegue la raccolta in una quindicina di comuni dell’entroterra laziale, tutti comuni che non vedono una notevole variazione del numero di abitanti nel corso dell’anno, tanto che qualcuno, che di queste cose ne sa, ebbe a scrivere che la ditta non era adatta a gestire il Comune di Anzio con la sua grande escursione demografica dovuta alla sua notorietà di centro turistico balneare.
I segni ci sono tutti ormai da mesi ed il fatto che il Dirigente responsabile si rifiuti di dare risposte congrue a domande lecite la dice lunga. Si vogliono sapere fatti che ci riguardano quotidianamente, si chiedono chiarimenti su aspetti contrattuali, si chiede di conoscere dettagli di servizi che ci interessano, si domanda di correggere disservizi documentati, ma l’Ufficio Ambiente rifiuta di permettere l’accesso alla conoscenza di fatti e decisioni.
E’ ridicolo che in un Comune commissariato perché contaminato dalla malavita organizzata, dove è stata insediata una Speciale Commissione con l’intento di riportare onestà e trasparenza, un ufficio Comunale si rifiuti di rispondere ai quesiti di un cittadino che scrive a nome di tanti altri cittadini. Fatto mai accaduto quando l’amministrazione era contaminata.
Abbiamo monitorato la situazione nei mesi di luglio e agosto ed abbiamo visto ricrearsi le stesse condizioni delle estati della Gestione Camassa, non con la stessa drammatica intensità ma certamente tali da creare disagio e sporcizia diffuse.
Lungo le strade che collegano a Roma la lunga fila di sacchi gettati dalle auto, quel brutto fenomeno a cui avrebbe dovuto dare una soluzione la realizzazione delle due piazzole presidiate di cui si chiede inutilmente notizia nell’accesso agli atti. La stazione di Lavinio continua ad offrire ai turisti ed agli abitanti il brutto spettacolo di degrado e sporcizia ed anche di questo si chiedeva nella richiesta di informazioni.
Mi domando quante centinaia di multe siano state comminate con l’uso delle telecamere. Lungo e su molti marciapiedi la vegetazione regna sovrana e ne conosceremmo le ragioni se il Dirigente dell’Ufficio Ambiente desse risposta al quesito relativo che gli è stato posto.
Ovunque nelle zone periferiche ai ritardi ed a qualche mancata raccolta si sono sommati i liberi depositi di rifiuti nelle strade da parte dei cittadini definiti incivili che per scelta o per necessità ammucchiano rifiuti sul suolo pubblico. Anche di questo ne potremmo conoscere di più se l’Ufficio Ambiente rispondesse alle domande che gli sono state poste con riferimento al fatto che circa la metà degli abitanti non paga la TARI e, a meno che vi sia stata una recente conversione di massa, quali siano i provvedimenti convincenti che riportino la situazione a condizioni di decenza amministrativa. Che esista una relazione fra evasione della TARI ed abbandono è dimostrato dall’esperienza.
Insomma la ditta non sta dando le risposte che deve dare per contratto, il Comune non risponde ai cittadini, le strade di molte zone di Anzio hanno visto mucchi di rifiuti accumularsi e permanere. Responsabilità della Ditta perché impiega un numero di operatori insufficiente? Forse un po’. Colpa dei soliti sporcaccioni? Certamente gli incivili hanno colpe ma non in quantità superiore a chi dovrebbe civilizzarli con le buone o con le cattive.
Alla fine la responsabilità risiede in massima parte sulle spalle di chi è pagato con le tasse dei cittadini per gestire il servizio perché lui o lei è l’unica a cui sono demandate tutte le responsabilità ed affidati tutti gli strumenti legali ed amministrativi per esercitare il suo ruolo; ma al quale o alla quale non è concesso il diritto dell’arroganza, quella di non dare risposta ai suoi “datori di lavoro”.
Sergio Franchi