Standing ovation per Flavio Boltro sul palco con Elio Coppola, Antonio Caps ed Antonio Napolitano. Al lavoro per Ardea Jazz a luglio
Ancora un successo per l’Ardeajazz Winter
Doppio Sold – out anche per l’edizione 2022 di ArdeajazzWinter, il doppio concerto di sabato 5 marzo ha riscosso un successo plebiscitario fra gli spettatori che si sono alternati, nei due appuntamenti programmati, nella Sala Consiliare “Sandro Pertini” del Comune di Ardea. Particolarmente coinvolgente il repertorio proposto dall’eccezionale quartetto. Non è mancato un momento di riflessione sul difficile momento che sta vivendo l’Ucraina e, gli artisti hanno deciso di devolvere parte del ricavato della vendita dei loro cd alle vittime della guerra. Flavio Boltro alla tromba, Elio Coppola alla batteria, Antonio Caps al piano e Antonio Napolitano al contrabbasso non si sono risparmiati e hanno regalato, al collaborativo pubblico, due ore di spensierata allegria.
“Sono davvero soddisfatto di come il nostro pubblico dimostra il suo affetto anche alla versione invernale di ArdeaJazz che, nonostante le restrizioni e i problemi di spazio, regala sempre forti emozioni – ha affermato il maestro Raffaele Gaizo direttore della filarmonica di Ardea – è stato bellissimo e quasi commovente vedere tanta energia ed entusiasmo”.
ArdeaJazz è organizzato dall’Associazione Filarmonica di Ardea che promuove una serie di eventi durante l’anno che mirano a diffondere la cultura anche riscoprendo i luoghi storici del territorio.
“È stata una bella serata, faticosa perché, gestire due spettacoli con il pubblico scaglionato per fasce orarie non è proprio semplicissimo, quello che conta però è il risultato, l’apprezzamento del pubblico è una grande soddisfazione per tutti – ha affermato la presidente dell’associazione Patrizia Andreoli – è doveroso ringraziare l’intero staff dell’Associazione Filarmonica di Ardea che come sempre non si è risparmiato e l’amministrazione del comune di Ardea che ci è sempre molto vicina”.
Per l’amministrazione comunale erano presenti in sala il presidente del consiglio Lucio Zito e l’assessore alla cultura Sonia Modica. Prossimo appuntamento con il Jazz ad Ardea a luglio per la VII edizione di ArdeaJazz.
Dina Tomezzoli Ufficio stampa
e Comunicazione
La chiesa di Santa Marina ha bisogno di restauro
La Chiesa di Santa Marina di Ardea ha bisogno di restauro.
Secondo quanto racconta la Pro Loco la struttura è addossata alla rupe tufacea della Civita Vecchia. La Chiesa di Santa Marina si trova all’interno dell’antico cimitero di Ardea. Secondo un’iscrizione sul portale d’accesso, l’edificio sarebbe stato eretto nel 1191 da Cencio Savelli, futuro papa Onorio III. La costruzione era preceduta da un piccolo portico, del quale rimangono pochi resti e tracce di decorazioni pittoriche. Due leoni stilofori precedono l’ingresso. L’architrave è istoriato con la rappresentazione di tre monaci, uno dei quali, al centro, raffigura la Santa protettrice di Ardea.
Secondo una leggenda Santa Marina visse come un monaco, senza mai rivelare la sua vera identità di donna. Dopo aver subito ingiustamente un’accusa infamante, fu allontanata dal monastero e qui, sotto la Chiesa a lei intitolata, è la grotta dove si ritirò come eremita”.
Una storia che affonda le sue radici nei secoli lontani. Studiosi e appassionati di storia e di cultura antica, hanno sempre individuato nella figura di Santa Marina, qualcosa di particolar e di bello. Marina era nata a Qalamoun nel Nord del Libano. Suo padre Eugenio era un pio uomo. Sua madre morì quando Marina era molto piccola. Fatto che indusse il padre a rinunciare al mondo per ritirarsi nel Monastero di Qannoubine nella Valle Santa, accompagnato dalla figlia, che vestì da maschio, introdotta ai monaci col nome di Marino. Un giorno, mandato in missione in una città vicina, dovette trascorrere la notte a casa di un amico dei monaci che sia chiamava Paphnotius, la cui figlia era incappata in adulterio e rimasta incinta. Quando il padre scoprì il fatto s’infuriò e la figlia attribuì la colpa al monaco. L’uomo andò subito al Monastero dal Superiore che chiamò Marino e lo sgridò, ma questi non disse nulla per discolparsi. Il suo silenzio fu interpretato come un’ammissione di colpa e Marino fu condannato a svestire l’abito. Quando la figlia partorì, il nonno portò il bambino al Monastero e lo affidò a Marino che lo allevò con ciò che i monaci usavano dargli, latte di capra e avanzi. Marino sopportò la vergogna senza nessun lamento per quattro anni, poi il Superiore mosso a compassione lo riammise al Monastero sotto severissime condizioni. Marino perseverò nella sua opera ascetica fino alla morte quando i segni del suo volto brillavano di luce divina. Grande lo stupore dei monaci quando, nel preparare il corpo per la sepoltura, scoprirono che Marino era una donna. Il Superiore e i monaci s’inginocchiarono davanti al corpo immacolato, chiedendo perdono a Dio e all’anima della santa divina.
Giancarlo Rossi amministratore della pagina facebook Città di Ardea ci ha regalato questo bellissimo scorcio della storia di Ardea. La chiesa di Santa Marina ha dunque bisogno di interventi, il Comune di Ardea potrebbe in questa occasione dare un valido contributo alla salvaguardia di una delle opere più significative presenti sul territorio comunale. In conformità con l’articolo 9 della Costituzione (“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”), il Codice dei beni culturali e del paesaggio ha fissato i concetti guida relativi al pensiero e alle attività sul patrimonio culturale italiano.
La tutela è ogni attività diretta a riconoscere, proteggere e conservare un bene del nostro patrimonio culturale affinché possa essere offerto alla conoscenza e al godimento collettivi. La conservazione è ogni attività svolta con lo scopo di mantenere l’integrità, l’identità e l’efficienza funzionale di un bene culturale, in maniera coerente, programmata e coordinata. Questi sono principi fondanti della nostra Costituzione, che sono poi stati messi in evidenza nel Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.
Sabatino Mele