Intervista a Danilo Risi collaboratore parlamentare e coordinatore locale della segreteria del PD
Per una coalizione di forze progressiste
Danilo Risi dirigente del Pd di Pomezia, è collaboratore parlamentare e coordinatore locale della segreteria e responsabile dei rapporti con il consiglio comunale.
- Risi in che consiste il suo lavoro di collaboratore parlamentare?
“Tra Camera dei Deputati, Senato della Repubblica e Presidenza del Consiglio dei Ministri, svolgo questo lavoro ormai da quasi 10 anni. Un lavoro di sostegno all’attività del parlamentare che va dalla redazione di atti di natura parlamentari (emendamenti, interrogazioni, interpellanze) alla gestione dei rapporti istituzionali con i territori e con i soggetti che vogliono interfacciarsi con l’istituzione parlamentare”.
- Vista la sua importante esperienza romana, a livello locale qual’è di fatto il suo ruolo?
“Il mio impegno politico in città è totalmente estraneo al mio lavoro. Di certo, l’esperienza maturata in questi anni mi permette di avere un punto osservazione privilegiato sulle dinamiche politiche e un vantaggio nei rapporti con sindaci di altre città, parlamentari, membri di Governo e strutture ministeriali. Un’esperienza che metto a disposizione, all’occorrenza, del mio partito e della mia città”.
- Dicono di lei che è il braccio destro del capogruppo del Pd Stefano Mengozzi, con lui, la segretaria Eleonora Napolitano e tanti iscritti avete vinto il congresso. Ora pero bisogna governare un partito diviso.
“Il congresso non l’hanno vinto Mengozzi e Risi, ma un gruppo di persone che nel corso degli anni si è rimboccato le maniche affinché nel PD prevalesse un diverso modo di intendere la politica. Sulla base di un programma congressuale che metteva al centro un profondo rinnovamento del Partito, abbiamo eletto una donna giovane e competente come Eleonora Napolitano che oggi è chiamata a governare un partito che è tutt’altro che diviso. Il giorno successivo al congresso abbiamo proposto ai rappresentanti della lista avversaria di costruire insieme un percorso che tenesse al centro il futuro di Pomezia e del partito. L’appello non è caduto nel vuoto se pensiamo che due membri della attuale segreteria sono espressione di quella lista. Mi permetto anche di dire che la serietà con cui questi compagni di partito stanno lavorando è encomiabile e dovrebbe essere da esempio per molti. Leggo anche io alcune sterili polemiche - proprio dalle pagine di questo giornale - di qualcuno che non riesce ancora ad accettare che la fase congressuale è finita e che si è aperta una fase nuova per il nostro partito. Con estrema sincerità dico che mi dispiace leggere certe esternazioni. Ma mi pare azzardato, per così poco, parlare di “divisioni”. In ogni caso, spero prevalga in tutti noi un moto di saggezza e la volontà di fare uno sforzo che ci permetta di costruire un PD forte e plurale nel solco dei valori e delle proposte emersi nel percorso congressuale”.
- In molti accusano i consiglieri comunali del Pd Mengozzi e Zanin di non fare opposizione, una impressione condivisa un po’ da tutti. Il Pd allora condivide le scelte amministrative dell’amministrazione Zuccalà?
“Il PD è da quasi 10 anni all’opposizione dell’amministrazione guidata dal M5S. Dire che in questi 10 anni non si sia fatto opposizione sarebbe un’enorme bugia. E mi permetto di dirlo con una certa fermezza dato che quella opposizione è costata – a me e a qualche altro esponente del PD - querele temerarie da parte del M5S, poi finite nel vuoto. Sarebbe tuttavia miope non riconoscere che in questi 10 anni tanto sia cambiato nel rapporto tra noi e il M5S: nel 2013, quando hanno vinto le elezioni in città, noi eravamo al Governo e loro facevano una netta opposizione al PD su tutti i fronti. Oggi governiamo insieme il Paese e la Regione Lazio e le loro posizioni sono diametralmente cambiate avvicinandosi, in molti casi, alle nostre. In questo quadro politico si sono mossi i consiglieri comunali Mengozzi e Zanin ai quali, io credo, vada invece fatto un enorme ringraziamento: in una fase difficilissima per il PD locale sono stati un riferimento importante per tutta la comunità democratica. E l’enorme sforzo di costruire in consiglio comunale, di volta in volta, una proposta alternativa a quella dell’amministrazione – sempre nel rispetto dei ruoli di maggioranza e opposizione – credo ci faccia percepire anche diversamente nell’opinione pubblica che è ormai stanca di sterili polemiche e inutili battibecchi figli di una fase superata”.
- E’ inutile negare che a tutti i livelli si sta lavorando per una alleanza Pd-Cinque Stelle. A Pomezia è fattibile nelle elezioni comunali del 2023? Se si, quali saranno le condizioni che porrà il Pd?
“Più che ad una alleanza PD-M5S, il PD a tutti i livelli sta lavorando alla costruzione di un campo largo che tenga dentro forze politiche progressiste e riformiste capaci di fronteggiare la peggiore destra degli ultimi decenni. Il PD di Pomezia si muoverà esattamente dentro questo perimetro, ponendo una sola ed unica condizione: qualsiasi alleanza elettorale va costruita su un programma di rilancio e sviluppo della città, con un’attenzione fortissima al rispetto della legalità e dell’etica pubblica. Sulla base di tali premesse il M5S, rappresenta indubbiamente un potenziale valido alleato, a patto e a condizione che questo processo di costruzione e condivisione di idee e proposte non sia tardivo o debole. Non so cosa deciderà di fare il M5S di Pomezia, poiché ad oggi mi pare chiuso su se stesso e incapace di aprirsi ad un confronto costruttivo non solo con le altre forze politiche, ma anche con i cittadini. Noi, dopo aver rinnovato il partito, lavoreremo perché il PD sia ancora più attrattivo e, in ogni caso, protagonista della vita politica e amministrativa in città. Ovviamente mettendo in campo il massimo sforzo per tenere insieme un’alleanza tra persone che hanno a cuore la città e siano disponibili a superare steccati ed egoismi. Mi permetto di aggiungere una riflessione: laddove il M5S ha deciso di avviare un percorso condiviso stando dentro quel campo largo voluto da Letta e Conte (penso ad esempio a Napoli, a Bologna e a tanti altri comuni), è stato premiato dagli elettori. Dove ha scelto di essere escludente (come a Roma, a Milano, a Torino), ha perso e ha determinato la rottura di quel fronte che – faccio notare – ci vedrà con ogni probabilità alleati sia alle Politiche che alle Regionali e che, a Pomezia, significherebbe due cose: la sconfitta del centrodestra e di un certo modo di fare politica ormai superato; una gestione del governo seria e competente con una prospettiva politica di lunga durata.
Ci abbiamo lavorato per anni e oggi, con un PD totalmente diverso da quello del 2013, sappiamo di poter giocarci le nostre carte sia per la costruzione del campo che si è costruito a livello nazionale e regionale, sia per offrire - anche senza il M5S - una valida alternativa che ci vedrebbe comunque al ballottaggio con il centrodestra.
A.S.