Il papà dell’ambasciatore ha fondato la Clinica S. Anna
Zazo a Pomezia
Pierfrancesco Zazo, l’ambasciatore italiano in Ucraina, che si sta comportando da eroe aiutando tutti quelli che hanno chiesto aiuto alla nostra ambasciata e salvando tante vite umane, è legato alla nostra città.
Infatti il papà dell’ambasciatore, il prof. Stanislao Zazo è stato tra i fondatori della Clinica Sant’Anna e primo dirigente sanitario a partire dal 1972. Contemporaneamente il prof. Zazo era un valente cardiologo e realizzò nella neonata clinica un reparto di cardiochirurgia che era all’avanguardia.
Qualche exdipendente della clinica ricorda anche il giovane figlio Pierfrancesco e le sue due sorelle che frequentavano Pomezia.
L’ambasciatore italiano a Kiev, il dott. Zazo, attualmente ha la sede dell’ambasciata spostata per motivi di sicurezza a Leopoli, che mai neanche una volta in questo conflitto ha pensato di lasciare l’Ucraina, è riuscito a salvare 20 bambini, di cui 6 neonati. Il diplomatico è per molti un eroe. In questo tragico momento è un punto di riferimento per chi è rimasto nonostante l’avanzata russa ed ha aiutato i tanti italiani che volevano rientrare. Una persona eccezionale che ha messo a disposizione la sua stessa residenza. Il Ministro degli Esteri Di Maio e il presidente del consiglio Mario Draghi hanno elogiato pubblicamente l’ambasciatore Zazo per il suo comportamento.
Nella trasmissione di domenica 13 marzo su Rai 3, collegato da Leopoli, l’ambasciatore Zazo ha raccontato a Fabio Fazio quei terribili momenti: “Nell’ambasciata italiana a Kiev avevamo ospitato quasi 100 persone, tra cui 16 neonati e altri 7 bambini. Grazie a Dio l’evacuazione dei connazionali che abbiamo ospitato in residenza è andata tutto bene: sono arrivati in Moldova. Ho tirato un respiro di sollievo. È stata un’operazione complessa. C’erano veramente elementi di rischio. Siamo stati l’ultimo paese europeo che ha lasciato Kiev”.
Con orgoglio è giusto sottolineare che l’ambasciata italiana insieme a quella francese sono le uniche dei grandi paesi occidentali ancora rimaste in Ucraina.
Il direttore amministrativo della Clinica Sant’Anna, il dott. Fabio Bambini, mi ha riferito che a nome di tutto il personale della Sant’Anna esprime la propria stima all’ambasciatore in Ucraina Pierfrancesco Zazo e ricorda con affetto il suo papà il dott. Stanislao che tanto ha dato alla Clinica ed a tutta la sanità di Pomezia.
A.S.
L’8 marzo è decollato il Gulfstream, il più potente sistema di intelligence esistente
Da Pratica verso l’Ucraina
Su alcuni giornali è apparsa la notizia che per la prima volta, martedì 8 marzo 2022, un aereo italiano ha partecipato alle operazioni di sorveglianza della guerra in corso in Ucraina. Il volo è cominciato prima dell’alba dall’aeroporto di Pratica di Mare, sede del 14esimo stormo, ed è proseguito per quasi sei ore.
Secondo quanto riporta La Repubblica, il velivolo è rimasto all’interno del confine romeno, usando il suo radar per monitorare l’area che va da Odessa (ancora sotto le bombe russe) alla Transnistria, dove si teme una nuova offensiva dei militari di Putin.
A decollare, su richiesta della Nato, dall’aeroporto militare di Pratica di Mare non è stato un velivolo qualsiasi, ma un Gulfstream CAEW, ritenuto il più potente sistema di intelligence esistente al mondo. E all’interno dell’Alleanza atlantica, l’Aeronautica militare italiana è l’unica a possederlo.
IL VELIVOLO
Il CAEW è un concentrato di tecnologie avanzate di progettazione israeliana: una macchina costosissima – il prezzo sfiora mezzo miliardo di euro – con prestazioni da fantascienza. Il radar a scansione elettronica è in grado di censire qualsiasi oggetto in movimento nel cielo, sul mare e sul terreno. Questa colossale massa di dati viene elaborata in tempo reale da una centrale di intelligenza artificiale, che li analizza e li compara con l’archivio: cliccando su ogni oggetto individuato è possibile conoscerne l’identificazione, le caratteristiche dettagliate e tutti gli ultimi movimenti.
L’Italia ha acquistato due CAEW (sigla che significa Conformal Airborne Early Warning) da Israele, all’interno di un accordo militare che prevedeva la vendita di addestratori Leonardo M346 firmato dall’ultimo governo Berlusconi.
Poi lo scorso anno l’esecutivo Conte 2 ha deciso di potenziare la flotta dei velivoli spia tricolore lanciando un maxipiano per comprarne altri otto, con un investimento stimato in cinque miliardi di euro.
T.S.