Il 60° Festival in collaborazione con Domus Danae
Nuova Consonanza
Anche quest’anno avremo ad Ardea la prestigiosa associazione Nuova Consonanza. Grazie alla collaborazione che da anni ha con il Centro di cultura domus Danae e con il suo direttore artistico Dario Volante, avremo un concerto presso il Museo Manzù di Ardea, inserito all’interno del suo festival giunto alla sua 60° edizione.
Il Concerto dal titolo “Lo splendore degli ottoni” si terrà domenica 19 novembre, ore 18 a Ingresso Libero fino ad esaurimento posti.
Il concerto vedrà esibire un ensemble di ottoni dal nome Ottoni d’autore. Formazione dedita alla valorizzazione del repertorio per ottoni, l’ensemble Ottoni d’autore diretto da Francesco Del Monte presenta un programma vivace e multiforme: sfruttando al massimo e talvolta in modo fantasioso la versatilità e la potenzialità dei singoli strumenti, questo si estende dalla musica antica ai più moderni arrangiamenti di musica jazz e contemporanea, riservando un posto privilegiato alla musica da film. Il gruppo è formato da professionisti desiderosi di divertirsi e divertire, che si propongono come obiettivo quello di far conoscere e apprezzare le possibilità tecniche ed espressive dei loro strumenti eseguendo musica originale per ottoni e non solo. L’attività di esecutori, in questa formazione, non è disgiunta dall’attività di arrangiatori. Il timbro chiaro delle trombe e del trombone, si fonde infatti con quello scuro del corno e del basso tuba, offrendo una ricca gamma di sonorità, una vasta tavolozza di colori, gettando le basi per un sicuro coinvolgimento emotivo del pubblico.
Il concerto attraversa alcune tappe significative della storia musicale occidentale, passando per le composizioni di Giovanni Gabrieli e soffermandosi su due composizioni di Goffredo Petrassi, del quale ricorrono nel 2023 i vent’anni dalla morte. Fanfare e Ottetto testimoniano il grande interesse di Petrassi per gli ottoni, dimostrando una sensibilità orientata ad indagarne le caratteristiche timbriche. Tra le pagine musicali più vicine ai nostri giorni, sarà proposto un arrangiamento per ensemble di ottoni e percussioni dei celeberrimi temi cinematografici di Ennio Morricone, che hanno segnato un momento centrale nell’evoluzione della musica da film. Meno conosciuti, ma ormai patrimonio del repertorio Brass, i brani di Hazell furono dedicati al primo ensemble di Ottoni di fama mondiale: il Philips Jones Brass Ensemble. I 3 Movimenti da Divertimento, di Raymond Premru, sono caratterizzati da una commistione di stili, conciliando stilemi classici con suggestioni jazzistiche. Entropie, di Federico Di Santo, consiste in una successione di sei miniature, accumunate da uno stesso materiale tematico di partenza, progressivamente frammentato e disgregato fino a renderlo irriconoscibile.
Ottoni d’autore fondata nel 1994 dal F. Del Monte, che ne è anche direttore e curatore, è una formazione di musica da camera composto da due trombe, corno, trombone, bassotuba che può ampliarsi all’occorrenza fino al decimino d’ottoni. Cresciuti musicalmente nell’ambiente del Conservatorio di S. Cecilia in Roma, i suoi componenti da tanti anni svolgono attività concertistica, oltre a collaborare con le più importanti orchestre italiane e a svolgere attività come docenti presso i conservatori. Ha al suo attivo numerosi concerti in tutta Italia e all’estero, accolti da un pieno successo di pubblico e critica. Dal 2012 collabora con la band Pink Floyd Legend nella realizzazione del progetto Atom Heart Mother, con concerti anche al Teatro Olimpico e all’Auditorium Conciliazione a Roma, allo Sferisterio di Macerata e al Teatro degli Arcimboldi a Milano. Particolare attenzione viene rivolta allo svolgimento di concerti-lezione nelle scuole a scopo didattico e divulgativo.
Potrete trovare tutto il programma andando sul sito www.domusdanae.it dove potrete iscrivervi anche alla newsletter per rimanere aggiornati su tutti gli eventi culturali del Centro di cultura domus Danae.
Centro Cultura Domus Danae
Al Museo Giacomo Manzù con la mostra dell’artista Aleardo Nardinocchi
Convegno.. di nome Roma
Presso il Museo Giacomo Manzù di Ardea, appartenente alla Direzione regionale Musei Lazio del Ministero della cultura, il 4 novembre dalle ore 16.00 si terranno il convegno …di nome “Roma”, una piazza di Aprilia nel contesto storico-artistico degli anni ’70 e l’inaugurazione della mostra Aleardo Nardinocchi. Paesaggi.
Il convegno, al quale intervengono Stefano Petrocchi, Maria Sole Cardulli, Lanfranco Principi, Marco Moroni, Federica Calandro, Elisa Dellarossa, Brigida Mascitti, Simona Zecchi, Dora Nevi, Roberto Nardinocchi, Tiziana Marinelli, intende analizzare, alla luce del contesto storico, artistico e architettonico degli anni Settanta, la riprogettazione, allora avvenuta, di Piazza Roma ad Aprilia, risalente nella precedente edizione agli anni Trenta. Si tratta dello stesso giro di anni nei quali il Museo Giacomo Manzù vedeva la luce.
Lo stesso giorno il museo inaugura la mostra correlata Aleardo Nardinocchi. Paesaggi, a cura di Federica Calandro, Maria Sole Cardulli, Francesca Nardinocchi e Roberto Nardinocchi, con l’allestimento di Delfini Group e Roberto Nardinocchi, e fotografie di Ermanno Puccetti.
Aleardo Nardinocchi (1974-2015), architetto e pittore prematuramente scomparso, è artefice del progetto di un basamento “galleggiante” nella fontana di piazza Roma ad Aprilia per una scultura di Umberto Mastroianni. Nelle sue opere, che muovono da un gusto espressionista che risente del clima degli anni Ottanta del Novecento, attraverso la tradizione romana, da Forma 1 alla Scuola di Piazza del Popolo, il paesaggio pontino è riletto dallo sguardo dell’architetto in una densa meditazione sullo spazio che è protagonista della sua produzione.
Con il convegno e la mostra il Museo realizza le sue missioni, che si affiancano alla valorizzazione dell’opera di Giacomo Manzù, di centro di interpretazione del territorio e di promozione dell’arte contemporanea, in linea con la scelta del Maestro che volle il suo museo ad Ardea.
Museo Giacomo Manzù,
Via Laurentina km 32
00040 Ardea (Rm), 06.913.5022 drm-laz.mumanzu@cultura.gov.it
https://direzioneregionalemuseilazio.cultura.gov.it/luoghi/museo-giacomo-manzu/
facebook.com/museoGiacomoManzu/ 4 novembre, ore 16.00 – inaugurazione della mostra; ore 16.30 – convegno - Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Il Museo
Giacomo Manzù
Dedicato allo scultore Giacomo Manzù, il museo, che ospita le opere donate dall’artista allo Stato italiano, fu aperto al pubblico nel 1981.
La Raccolta Amici di Manzù fu inizialmente ideata nel 1965 dalla moglie dell’artista, Inge Schabel, affiancata dal Comitato Amici di Manzù (di cui facevano parte, tra gli altri, Cesare Brandi e Alexandre Rosenberg). Il cantiere architettonico ebbe inizio nel 1967, mentre la Raccolta venne inaugurata ufficialmente nel 1969.
Il museo, che ha sede nell’edificio voluto da Manzù stesso per la sua Raccolta, si trova sulla via Laurentina, sotto la rocca tufacea su cui sorge Ardea. Conserva un consistente nucleo di opere, tra le quali una novantina di sculture - quasi tutti bronzi, due grandi opere in ebano, una scultura in alabastro e un bassorilievo in stucco - oltre a timbri, medaglie e a una collezione di trecentotrenta opere grafiche, disegni, incisioni, bozzetti teatrali.
La ricchezza della collezione consente di apprezzare quella continua rimeditazione formale e contenutistica che caratterizza la produzione di Giacomo Manzù. La maggior parte delle opere riguarda il periodo della maturità del maestro, tra il 1950 e il 1970. Alcuni esemplari degli anni iniziali dell’artista, come il bassorilievo in bronzo Adamo ed Eva del 1929 o il David del 1939, si uniscono ai più noti Cardinali, dalla fine degli anni Cinquanta, e alle famose Crocefissioni, realizzate dal 1939 e proseguite nel dopoguerra. Le Porte di Salisburgo (1958) e di Rotterdam (1968) sono rappresentate da due bozzetti, mentre di quelle di San Pietro (1964) si possono vedere le borchie con i simboli degli animali dorati, il pannello in bronzo della Morte per violenza, che riprende l’iconografia della Morte del partigiano, e uno della Morte di Papa Giovanni. Più recenti creazioni degli anni Ottanta, come il Cestino di frutta, evidente omaggio a Caravaggio, confermano la sempre più raffinata tecnica raggiunta dall’artista. Dal 1954, anno dell’incontro di Giacomo Manzù con Inge Schabel, il tema del pittore e della modella si viene ad intrecciare con l’immagine della donna sua futura moglie e quasi unica musa. Alle grandi sculture degli Amanti, si unisce il tema del gioco e della gioia nella serie di Giulia e Mileto in carrozza, ispirata agli affetti familiari, realizzata dopo la nascita dei due figli.
È costituito da due grandi sale che ospitano sezioni tematiche. L’attuale ordinamento risponde all’esigenza di tracciare un percorso unitario articolato in sezioni tematiche che illustrano, da una parte, lo sviluppo della personalità dell’artista e, dall’altra, le scelte e gli orientamenti generali della sua produzione.
L’artista
Aleardo Nardinocchi
Il Paesaggio del costruito che ci interessa fa parte di meccanismi e di combinazioni. Sinergie rivelate da una connessione, allusioni e riferimenti compresi tra arte astratta e territorio stesso, confine sottilissimo e impercettibile. A. Nardinocchi
Aleardo Nardinocchi (1974-2015) è stato un architetto e pittore, oltre che docente presso l’Università degli Studi Roma Tre.
A partire dal 2000 ha partecipato a diverse esposizioni con i suoi progetti e le sue opere pittoriche, fra Roma, Aprilia, Milano. Nel 2003, presso la Sala Manzù della Biblioteca Comunale di Aprilia si è tenuta una sua personale. Ha preso parte a manifestazioni quale la Seconda Biennale Europea sul Paesaggio e il concorso bandito da Il Sole 24ore “I nuovi segni”.
Una sua opera è presente nella collezione d’arte contemporanea della Farnesina. Suo è il progetto di un basamento “galleggiante” nella fontana di piazza Roma ad Aprilia per una scultura di Umberto Mastroianni.
Federica Calandro