Presentato il libro informativo sui rischi e sulle soluzioni alternative per il ciclo dei rifiuti
Inceneritore: una scelta sbagliata
Si è svolta lo scorso venerdì 3 maggio in un’aula gremita dell’hotel Enea di Pomezia la presentazione del libro ‘L’inceneritore di Roma. Una scelta sbagliata’, organizzata dall’Associazione Latium Vetus in collaborazione con l’Unione dei comitati contro la realizzazione dell’inceneritore a Santa Palomba, tra i quali i Comitati di quartiere di Roma 2 e Santa Palomba, l’Associazione Salute Ambiente Albano Cancelliera, il comitato UST di Villaggio Ardeatino, il Comitato No Discariche No inceneritori unitamente al gruppo politico Valore Civico per Pomezia.
Tanti i rischi e gli effetti nocivi che l’inceneritore avrà sul nostro territorio e sulle nostre vite, illustrati negli interventi che si sono succeduti, fra i quali, oltre i Sindaci di Pomezia e Ardea, quello dell’ing. Giuseppe Girardi, fra i curatori del volume, del Prof. Sergio Madonna, docente universitario di geologia, del Dott. Giacomo Castro, Consigliere comunale e coautore del libro, della Dott.ssa Elena Carpentieri, geologa, della Dott.ssa Francesca Mazzoli, pediatra coautrice del libro, dell’avvocato Stefano Rossi, patrocinante dei ricorsi promossi dalle associazioni al TAR e al Consiglio di Stato e del giornalista Daniele Castri, che da anni segue la vicenda.
E’ importante opporsi alla realizzazione dell’inceneritore, perché contrariamente a quanto sostenuto dalla narrazione mainstream, l’inceneritore rappresenta un rischio per noi e per le nostre vite. Il progetto messo a bando dal Commissario straordinario Roberto Gualtieri, già sindaco di Roma, infatti, prevede l’incenerimento di circa 600 mila tonnellate annue di rifiuti, da convertire in circa 150 mila tonnellate annue di ceneri pesanti, da smaltire in discariche per rifiuti pericolosi (da qui la perdurante necessità per Roma Capitale di dotarsi di una o più discariche dove smaltire queste scorie altamente nocive), 40 mila tonnellate di ceneri leggere, fra le quali nanoparticelle, furani e diossine - la cui incidenza è difficile anche solo da misurare! - che saranno rilasciate in gran parte in atmosfera ed andranno a depositarsi nei nostri polmoni e nei grassi animali, come latte e uova, colpendo in maniera devastante l’agricoltura entro 5 km dall’impianto (fra cui moltissime zone di campagna oggi tutelate proprio per i valori agricoli ivi presenti). Come non bastasse, vanno evidenziati gli enormi quantitativi rilasciati da questi impianti di anidride carbonica, responsabile dei principali impatti sul clima.
Anche l’Unione Europea è contraria alla realizzazione di nuovi impianti di incenerimento! Va infatti rimarcato che queste enormi centrali industriali non possono essere finanziate con fondi comunitari poiché in contrasto sia con il principio di economia circolare sia con il principio DNSH (Do No Significant Harm), dal momento che “hanno significativi impatti sull’ambiente”.
Già oggi esistono quelle “soluzioni alternative” utili alla chiusura del ciclo dei rifiuti di Roma Capitale, senza alcuna necessità di impattare i territori di Pomezia, Ardea e dei Castelli Romani, puntando di contro su una buona raccolta differenziata (nella quale già oggi i comuni dell’hinterland sono virtuosi, a differenza di Roma ferma a circa il 45%), sostenendo la riduzione a monte di produzione dei rifiuti, promuovendo la realizzazione di centri per il riuso e dando forza al riciclo, soprattutto a livello di comunità.
Chi vuole l’inceneritore? Per rispondere, va richiamata alla memoria la lunga storia di questa scellerata proposta, che aleggia sui nostri territori da oltre quindici anni ed ha visto coinvolte molte società ed aziende, anche internazionali, in alcuni casi attenzionate da indagini delle varie Procure. Si parla quindi di lobbies, di poteri forti, di investitori in molti casi connessi al nostro territorio solamente per l’intenzione di lucrarvi. Chi ha da perderci, in questo enorme affare lucroso, siamo noi!
Ad essere colpiti saranno la nostra salute, l’ambiente dove viviamo e la qualità della vita in questo vasto ambito territoriale, all’estremo confine di Roma Capitale.
Ass. Latium Vetus APS
Circa 100 macchine al raduno del 12 maggio
Pomezia in 500
Dopo mesi di preparativi e di pianificazione, in occasione della “Festa della Mamma” che si è svolta a Pomezia dal 10 al 12 maggio, il coordinamento del litorale romano del Fiat 500 club Italia, è riuscito ad organizzare il 12 maggio a Pomezia il primo raduno riservato solo ed esclusivamente a Fiat 500 e derivate. Grazie alle istituzioni che hanno permesso il tutto, alle 9 circa sono cominciati ad arrivare i primi equipaggi che pian piano hanno riempito tutta la strada sulla piazza e su via Roma, resa pedonale per l’occasione. Sono arrivati partecipanti da tutto il Lazio, da Nepi a Gaeta, ma anche qualcuno da fuori regione come ad esempio da San Gimignano (SI) e Deruta (Pg). Presenti anche il presidente del club Maurizio Giraldi, insieme al referente per il Lazio Fabio Grosso ed altre importanti cariche. Graditissima è stata anche la presenza del Sindaco Veronica Felici che, dopo la consegna di una targa di ringraziamento, si è goduta una passeggiata ed alcune foto con le nostre piccole “scatolette colorate”. Le vetture presenti hanno raggiunto le 100 unità circa e tra i modelli esposti erano presenti anche ben quattro fiat 500 D, una delle quali del ‘60 e una con allestimento Scioneri. I partecipanti hanno potuto passare una bella mattinata tra i mercatini organizzati dall’associazione “a mano a mano onlus” verso la quale noi tutti rinnoviamo le condoglianze per la perdita improvvisa del presidente Demetrio. Alle 12.30 circa i partecipanti hanno messo in moto i propri “bolidi” e, scortati dagli agenti della Polizia locale, hanno dato il via ad un carosello colorato per le vie della città tra suoni di clacson, trombe e sirene! Un ringraziamento va anche a tutte quelle persone che sono giunte in piazza per ammirare e conoscere il nostro mondo e agli sponsor che hanno aiutato nello svolgimento del raduno stesso. L’esperienza è stata più che positiva e non si esclude si possa fare un “bis”….. seguiteci!
Mauro Malcangi
Fiat 500 club Italia
Coordinamento del
litorale romano