La denuncia dell’imprenditore Salvatore Abate dopo essere stato vittima di un violento furto nella sua abitazione
Ardea, il paese dove sono aumentati i furti
“Sono un cittadino deluso e soprattutto un imprenditore che ha investito tanto e che si trova a dover supplicare per un qualcosa che è un diritto. Oggi i diritti ad Ardea stanno diventando sempre di più dei favori da chiedere. Giuridicamente è assurdo che possa accadere una cosa del genere”.
A parlare è Salvatore Abate, giovane imprenditore di Ardea che, qualche notte fa, è stata vittima di un violento furto nella sua abitazione. Attraverso le colonne de Il Pontino, vuole far sentire la sua voce, e lanciare un allarme ed una richiesta di aiuto alle istituzioni per far fronte a questa grave situazione di preoccupazione che sta venendo a galla negli ultimi mesi, con i continui furti nelle case dei cittadini di Ardea.
- Lei è stato vittima di un furto notturno nella sua abitazione. Che cosa è successo?
“Sono stato vittima di un furto pochi minuti dopo che ero rientrato a casa. Quattro delinquenti sono entrati nella mia abitazione e, scavalcando il muro di cinta dell'ultimo cancello, hanno messo a segno il colpo. Io sono ancora sotto shock. Non riesco a esprimermi come so fare. Praticamente mi hanno narcotizzato e sono riusciti a depredare il mio appartamento. Mi hanno portato via tutto quello che avevo di valore orologi e tanti altri ricordi. Compresa la Mercedes GLE che avevo acquistato pochi mesi prima”.
- Quasi quotidianamente si registra un furto in abitazioni sul territorio. I cittadini sono molto preoccupati.
“Credo che più che preoccupati i cittadini sono stanchi. Stanchi e rassegnati. Parlo sia come cittadino che come imprenditore. Stiamo vivendo un periodo storico in cui si sono trasformati i nostri diritti in favore da chiedere. Siamo arrivati a dover supplicare le istituzioni, o chi comunque rappresenta la nostra comunità, per avere la tutela che ci spetta comunque per diritto. Non capisco più quale sia il nostro diritto e quale sia il modo in cui dobbiamo ottenerlo, perché ormai Ardea è diventato un paese allo sbando. Un paese dove i furti sono aumentati in maniera esponenziale. Ad esempio la Polizia Locale chiude alle 19:30. Dopo di ciò ci dobbiamo affidare sicuramente alla fortuna. Una realtà, importante dell’hinterland romano, che conta ormai oltre 50mila residenti, non può contare su un Commissariato di Polizia. Dipendiamo tutto dai paesi confinanti. Ad Ardea sul fronte della sicurezza abbiamo ben poca cosa. Durante la notte, se accadono episodi come quello di cui mio malgrado sono stato protagonista, dobbiamo sperare che la pattuglia di Anzio dei Carabinieri sia libera, e possa effettuare il lavoro d’istituto. Sono rassegnato e stanco. Credo che come imprenditore, rappresentando un pezzo importante di imprenditoria locale, auspico che tante persone raccolgano le mie parole e le supportino con dei fatti concreti. Ci sono persone che dovrebbero governare questo paese, che secondo il mio punto di vista, non lo stanno facendo nel migliore dei modi. Non ho ricevuto una telefonata da nessuno, che avesse avuto l’accortezza di far sentire la sua vicinanza. Noi come imprenditori paghiamo le tasse e vorremmo che le istituzioni, ci aiutassero ad essere più sicuri e tranquilli”.
- Quali considerazioni le vengono in mente come uomo, ma soprattutto come imprenditore del territorio?
“Come imprenditore locale sono sfiduciato e non nego che, spesso ho pensato di cambiare posto in cui investire. Come è evidente allargare la mia creatività nell’ambito delle imprese commerciali, queste evidentemente hanno portato innovazione e soprattutto hanno portato risultati in un territorio dove non c'è nulla. Grazie solo a degli impeditori capaci, il territorio si sta arricchendo a differenza di chi comunque governando questo paese non l'ha fatto e non ha realizzato i servizi che la popolazione da anni richiede. Credo che oggi siamo arrivati a un punto in cui se l’Amministrazione comunale interviene, e come suol dirsi tira fuori gli attributi e sviluppa qualche progetto importante, potremo allora dire che qualcosa si sta muovendo. Se rimarremo orfani tutta la vita di una tutela che non c’è e che non abbiamo. Siamo un paese che è diventata terra di nessuno. I malviventi di qualsiasi territorio dell'hinterland di Roma, lo scelgono per venire a delinquere in questa zona. Proprio perché qui, i controlli sono al minino, e chi delinque trova un terreno fertile per fare il loro comodo”.
- Secondo lei cosa dovrebbero fare le istituzioni per salvaguardare la sicurezza dei cittadini?
“Bisognerebbe rivedere sulla mappa geografica il ruolo di questo territorio. Ardea ha fatto registrare una esplosione demografica, con un incremento della popolazione residente, che non ha equali in nessuna altra parta d’Italia. Ma in risposta a questo incremento demografico, non abbiamo avuto le adeguate risposte sul fronte dei servizi e dello sviluppo del territorio, e quartieri, come Tor San Lorenzo e la Nuova Florida, sono abbandonati al loro destino. Non può un territorio che può evidenziare la bellezza di 9 km di costa, si debba affidare alla fortuna, se una pattuglia delle forze dell’ordine, arrivi dai paesi vicini. È facile andare in televisione e chiedere che l’Esercito possa essere schierato sul territorio. Ci vogliono azioni che possano essere supportate dalla Prefettura di Roma, e sollecitare a livello parlamentare, maggiori interrogazioni sul disastro di Ardea sul fronte della sicurezza e del degrado. L'unica interrogazione parlamentare che è stata fatta è stata quella del compianto senatore Bruno Astorre. Nella sua interrogazione, che riportava un violento furto alla nostra attività commerciale, il senatore Astorre evidenziava proprio la carenza di controlli e del degrado in cui versava e versa Tor San Lorenzo ed il suo lungomare. Alla luce di queste considerazioni, ci vogliono più controlli per una realtà che conta oltre 50mila residenti. Tanti imprenditori che rappresentano la ricchezza di questo territorio, chiedono con forza la realizzazione dei servizi per la cittadinanza, ma anche di controlli più assidui lungo le strade”.
Sabatino Mele